Città Metropolitane, Giovanni Frazzica: "Finora nulla di buono all'orizzonte"

Città Metropolitane, Giovanni Frazzica: “Finora nulla di buono all’orizzonte”

Città Metropolitane, Giovanni Frazzica: “Finora nulla di buono all’orizzonte”

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lunedì 23 Giugno 2014 - 05:44

"Come ha fatto notare il segretario della Cisl Tonino Genovese in questi mesi la provincia di Messina è a forte rischio di balcanizzazione". Intervenendo al Forum di Tempostretto Giovanni Frazzica fa una lucida analisi della situazione, caratterizzata da fortissime spinte localistiche a fronte di una scarsa attrattività da parte dell'amministrazione comunale di Messina. E mentre le altre città metropolitane corrono noi restiamo al palo

Già da diversi mesi Tonino Genovese, Segretario generale della Cisl di Messina, va dicendo che la provincia di Messina è a rischio “balcanizzazione”. Questo allarme sulla mancanza di una strategia complessiva verso la città metropolitana ed il liberi consorzi nasce dal timore che si tenta di privilegiare spinte ed interessi localistici a danno di un interesse strategico complessivo che, al di là dell’attuanda legge regionale, dovrebbe tener conto della legislazione nazionale, ma soprattutto di quella europea che, in ultima analisi, è quella che se correttamente interpretata e applicata può fare affluire realmente quei finanziamenti tanto necessari per fare partire i progetti.

In questa fase, ibrida e transitoria, in cui le Province non ci sono più, ma i Liberi Consorzi e le Città Metropolitane (peraltro non previste dallo Statuto della Regione siciliana) non ci sono ancora, può avvenire di tutto. E tutto sta avvenendo. Un pugno di comuni della fascia orientale tirrenica sono corteggiati dalle Madonie per entrare a far parte di un ipotetico consorzio a cavallo tra le due ex province di Messina e di Palermo. Gli stessi comuni, a cui si aggiungerebbe anche Acquedolci, sarebbero interessati da una proposta “indecente”, proveniente stavolta da Enna, che in cambio dell’affaccio a mare offrirebbe l’intervento sul territorio dei facoltosi emiri dell’ennese. E’ chiaro che dietro queste proposte c’è l’agitarsi di personaggi che vogliono allargare la loro sfera di influenza politica, utilizzando il giusto malcontento di territori che soffrono di marginalità o che coltivano ambizioni represse. Ma lo spirito della legge è quello di razionalizzare i servizi e di ottenere risparmi, non di creare nuovi potentati. L’interpretazione che se ne fa a livello di politica locale è completamente diversa, è come se fossero suonate le trombe della guerra di indipendenza, Taormina si vuole staccare dall’odiata Messina per andare con Giarre, salvo a fare un drammatico passo indietro quando capisce che a comandare sarebbe proprio Giarre che, pur non avendo un Teatro Greco, ha un maggior numero di abitanti. E probabilmente sarà la stessa logica dei numeri, applicata al contrario, che frenerà i bollenti spiriti dei garibaldini milazzesi (il loro bel lungomare si chiama Marina Garibaldi) che vorrebbero fondersi anche col nebroideo sindaco di Capo d’Orlando che, periodicamente, distrugge a martellate la targa che intitola a Giuseppe Garibaldi una piazza cittadina. Certamente mentre Sant’Agata, Patti e Capo d’Orlando stanno ragionando su come organizzare il Consorzio dei Nebrodi, non dovrebbero essere disponibili ad aprire le braccia a Milazzo che si stacca da Messina in cui è il numero due per entrare in una realtà in cui, in virtù dei numeri, diventa il numero uno. In tutto ciò c’è un’incognita Barcellona, ma accantoniamola per il momento, facciamo invece altre considerazioni: lo schema di Area Metropolitana della UE prevede la cosiddetta Area Vasta, enità urbanizzata che eroga servizi per cinque milioni di cittadini, realtà del tipo Parigi o Londra per intederci. In un primo momento Leoluca Orlando aveva proposto di fare dell’intera Sicilia unì’Area Vasta di cui lui, in quanto Sindaco di Palermo era, ovviamente, la guida naturale. Enzo Bianco sostenne che le aree metropolitane dovevano essere tre, allargando a Catania e a Messina, ma ottenuto questo riconoscimento si mise subito a lavorare per costruire la super-provincia del sud-est aggregando già Ragusa e Siracusa. Oggi Crocetta vuol far consorziare con Catania anche Gela, che porta in dote centomila abitanti ed un notevole patrimonio storico-culturale ed industriale. Reggio Calabria viene considerata Città Metropolitana per la legge nazionale perché insieme a tutta la sua provincia raggiunge cinquecentomila abitanti. L’Amministrazione di Messina non ha alcuna forza attrattiva sul suo retroterra provinciale, se mai dovesse riuscire una conurbazione con Reggio, Messina, in queste condizioni sarebbe in posizione subordinata. L’on. Bernardette Grasso aveva proposto che in sede di prima applicazione della legge l’intera Provincia di Messina venisse considerata Area metropolitana, in pratica come Reggio Calabria, in tal caso partiremmo da una base di 650 mila abitanti. Ma fino ad ora non è stata ascoltata.

Giovanni Frazzica

8 commenti

  1. Come ha scritto recentemente Antonio Saitta, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Messina, la questione delle città metropolitane in Italia è subiudice alla modifica della Costituzione ed all’aggiornamento dell’art. 114. Così si dovrebbero inserire le città metropolitane alla luce della direttiva UE.
    Ma mentre coloro che già litigano accreditando diritti e reclamando appartenenze, è evidente che non c’è alcuno di costoro che conosce la logica delle cosiddette aree vaste, base da cui emana il concetto di città metropolitana. Che non è e non può essere soltanto un mero perimetro geografico e dunque un’identificazione mappale. Quanto piuttosto l’insieme di comunità e relativi territori riconducibili a sinergiche attività produttive e potenziali espressioni di progetti logistici e di servizi integrati da gestire attraverso logiche comuni.
    Dunque non sarà possibile in linea di principio nè ammissibile sul piano giuridico qualunque unione di comuni che non rispetti la continuità territoriale secondo i criteri dettati dall’UE.

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  2. Come ha scritto recentemente Antonio Saitta, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Messina, la questione delle città metropolitane in Italia è subiudice alla modifica della Costituzione ed all’aggiornamento dell’art. 114. Così si dovrebbero inserire le città metropolitane alla luce della direttiva UE.
    Ma mentre coloro che già litigano accreditando diritti e reclamando appartenenze, è evidente che non c’è alcuno di costoro che conosce la logica delle cosiddette aree vaste, base da cui emana il concetto di città metropolitana. Che non è e non può essere soltanto un mero perimetro geografico e dunque un’identificazione mappale. Quanto piuttosto l’insieme di comunità e relativi territori riconducibili a sinergiche attività produttive e potenziali espressioni di progetti logistici e di servizi integrati da gestire attraverso logiche comuni.
    Dunque non sarà possibile in linea di principio nè ammissibile sul piano giuridico qualunque unione di comuni che non rispetti la continuità territoriale secondo i criteri dettati dall’UE.

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  3. Nicolò D'Agostino 23 Giugno 2014 12:45

    In 1°, in 2°, in 3°,… applicazione della legge l’intera provincia di Messina deve essere considerata Area Metropolitana. Lo dice la sua storia, lo dice il suo dialetto, lo dovrà dire la ricostruzione di un’identità in cui si dovrà rispecchiare l’intera provincia.

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  4. Nicolò D'Agostino 23 Giugno 2014 12:45

    In 1°, in 2°, in 3°,… applicazione della legge l’intera provincia di Messina deve essere considerata Area Metropolitana. Lo dice la sua storia, lo dice il suo dialetto, lo dovrà dire la ricostruzione di un’identità in cui si dovrà rispecchiare l’intera provincia.

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  5. ma questo signore non è in politica da 20 anni??

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  6. ma questo signore non è in politica da 20 anni??

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  7. Un analisi senza proposte, vuota……..a mio parere conviene aggregarsi alla città’ metropolitana di Messina a tutti i comuni della provincia…….promesse e parole, il tempo le cancella…….tanti promettono e parlano e riparlano……ma l’interesse della provincia messinese e sempre …….messinese.
    Alternative non esistono…….per logica…..e realta’ …….non esistono in Sicilia città’ ricche che possono garantire crescita……..Catania’ e ‘ l’ultima città’ italiana e Palermo e’ terz’ultima…..stanno molto peggio di Messina….puntano per il loro rilancio ai finanziamenti europei…..ma tanti parlano e riparlano…..senza valutare la reale situazione…..Messina fino al 1.01.2000, stava bene, era una provincia autonoma, e la maggior parte degli uffici, delle direzioni e dei comandi regionali avaveno sede a Messina. Con la riforma delle regioni che toglieva l’autonomia della provincia e concentrava alla regione la disponibilità’ degli uffici, delle direzioni e dei Comandi….Messina veniva immediatamente spogliata….uffici, Comandi, dirigenze storiche della città’, con secoli di storia venivano ricollocate tra Palermo e Catania..due città rimaste povere ma che trascinato in basso Messina. La città’ metropolitana darà’ a Messina l’indipendenza che storicamente ha sempre avuto….e’ una grande speranza per Messina e tutta la città’ metropolitana liberarsi del terribile taglione regionale.

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  8. Un analisi senza proposte, vuota……..a mio parere conviene aggregarsi alla città’ metropolitana di Messina a tutti i comuni della provincia…….promesse e parole, il tempo le cancella…….tanti promettono e parlano e riparlano……ma l’interesse della provincia messinese e sempre …….messinese.
    Alternative non esistono…….per logica…..e realta’ …….non esistono in Sicilia città’ ricche che possono garantire crescita……..Catania’ e ‘ l’ultima città’ italiana e Palermo e’ terz’ultima…..stanno molto peggio di Messina….puntano per il loro rilancio ai finanziamenti europei…..ma tanti parlano e riparlano…..senza valutare la reale situazione…..Messina fino al 1.01.2000, stava bene, era una provincia autonoma, e la maggior parte degli uffici, delle direzioni e dei comandi regionali avaveno sede a Messina. Con la riforma delle regioni che toglieva l’autonomia della provincia e concentrava alla regione la disponibilità’ degli uffici, delle direzioni e dei Comandi….Messina veniva immediatamente spogliata….uffici, Comandi, dirigenze storiche della città’, con secoli di storia venivano ricollocate tra Palermo e Catania..due città rimaste povere ma che trascinato in basso Messina. La città’ metropolitana darà’ a Messina l’indipendenza che storicamente ha sempre avuto….e’ una grande speranza per Messina e tutta la città’ metropolitana liberarsi del terribile taglione regionale.

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