Catena e le altre: storie di donne che hanno rotto il muro del silenzio

Catena e le altre: storie di donne che hanno rotto il muro del silenzio

Catena e le altre: storie di donne che hanno rotto il muro del silenzio

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venerdì 30 Novembre 2018 - 06:19

"T'amo più della mia vita" è il titolo dello spettacolo andato in scena il 24 ed il 25 in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Un testo autobiografico che racconta l'importanza della denuncia.

C’è la storia di Catena, sfuggita al suo aguzzino, ad anni di violenze e soprusi e ritornata in Sicilia portando con sé i due figli. C’è la storia di Enza, viva solo perché l’ex marito l’ha creduta morta e lei è riuscita a scappare con il bimbo di 5 anni. C’è la storia di Annalisa e dei figli “vittime di violenza assistita”, quella della mamma di Carlo, che si è salvata gettandosi fuori dall’auto.

Tutte queste storie hanno un unico filo conduttore: il coraggio di denunciare le violenze e quello di rinascere, come l’araba fenice.

“Il poeta dice che abbiamo tutti due vite. La seconda inizia quando capisci che ne hai una sola”, ricorda dal palcoscenico del Teatro Nazarena di Taormina il personaggio del monologo “T’amo più della mia vita”. Lo spettacolo, scritto da Catena Giardina ripercorrendo gli anni dolorosi e amari della violenza, è andato in scena sabato 24 e domenica 25 in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, con la regia di Gianni Lamanna, assistenza alla regia Alessia La Manna.

In scena, per poco più di un’ora, la straordinaria e intensa Vincenza Pastore, che ha saputo “trascinare” il pubblico nelle emozioni di Catena, nei sogni di adolescente, di donna, nei primi battiti d’amore, nelle aspirazioni e speranze e poi in un crescendo, in quelle sensazioni di dolore, rabbia, che l’autrice ha vissuto quando il matrimonio si è trasformato in un inferno. Le botte, le violenze, i ricatti morali, gli ostacoli incontrati nel denunciare. Poi la liberazione, la fuga, e infine l’arresto del marito violento.

La storia di Catena Giardina (raccontata anche in diverse trasmissioni sia in Rai che a Mediaset) è esemplare ed è al tempo stesso un monito ma anche un invito a non stare mai in silenzio.

I due eventi sono stati organizzati dall’associazione La Fenice Scarlatta in collaborazione con l’associazione L’Altra metà, presieduta da Maria Pia Lucà, che si è soffermata sull’importanza della presenza nel territorio proprio dei “presidi” al fianco delle donne e sul ruolo necessario della prevenzione, soprattutto nelle scuole.

Presente alla prima serata anche il sindaco di Taormina, Mario Bolognari.

A conclusione dello spettacolo sono state anche raccontate alcune testimonianze di donne vittime di violenza e che hanno trovato la forza per dire no e denunciare, nonostante gli ostacoli. Enza Mignacca ad esempio, era a terra in fin di vita, il marito era convinto d’averla uccisa strangolandola e si era spostato in camera da letto per prendere la pistola. In pochi secondi, vedendo il bimbo piangere davanti a lei, Enza ha trovato la forza titanica di alzarsi e scappare. In quel momento è iniziata la sua seconda vita, grazie alle associazioni che l’hanno sostenuta e nascosta, grazie alle forze dell’ordine e grazie ad una forza interiore che oggi l’ha portata ad avere davvero una seconda vita, ottenendo riconoscimenti professionali in tutto il mondo come organizzatrice di eventi.

La voce, il racconto, la parola, sono le armi più efficaci per rompere le sbarre del silenzio, della paura e della vergogna.

I due spettacoli sono stati arricchiti anche dalle performances dei cantanti Carlo Bellavia e Katiuscia Fausto, con i balli e le coreografie dello studio danza Gymnasium di Trappitello.

Durante l’evento di sabato Katia Di Blasi ha letto un brano del romanzo “Rogani, voglia di aria pura” di Giuseppe Crisafulli nel quale si racconta un episodio di violenza nei confronti di una minore disabile.

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