Hikikomori, anche a Messina il fenomeno aumenta

Hikikomori, anche a Messina il fenomeno aumenta

Giuseppe Fontana

Hikikomori, anche a Messina il fenomeno aumenta

mercoledì 02 Novembre 2022 - 07:02

Nel messinese coinvolge almeno un centinaio di famiglie. La dottoressa Zanghì: "Fenomeno in espansione"

Di fatto la parola “Hikikomori” significa “stare in disparte”. Nasce dalla fusione tra le due parole Hiku e Komoru, che significano rispettivamente “tirare” e “ritirarsi”, e la si usa sempre più spesso per definire quei ragazzi che si trovano in una condizione di disagio e malessere tale da scegliere volontariamente di ritirarsi nelle proprie camere da letto, auto-segregandosi pur di non vivere alcuna forma di socialità. Un fenomeno in espansione in tutta Italia, e Messina non è da meno.

Zanghì: “Un centinaio di famiglie nel messinese”

“Non ci sono dati ufficiali, ma sappiamo che si tratta di un fenomeno in espansione e che tra la città e la provincia coinvolge almeno un centinaio di famiglie”. A spiegarlo è la dottoressa messinese Emanuela Zanghì, psicologa dell’Associazione Hikikomori-Italia. “Un errore comune è considerare gli Hikikomori come dei ragazzi pigri o approfittatori, non come persone con un forte disagio psicologico. L’Hikikomori è una pulsione all’isolamento fisico, che nasce come reazione a forti pressioni di realizzazione sociale”.

L’associazione Hikikomori anche a Messina

Le fasce d’età

In Italia già dal 2017 l’Associazione Hikikomori-Italia si è attivata per mettere in luce questa condizione psicologica. A livello nazionale sono centinaia di migliaia le richieste di aiuto, che continuano ad aumentare. Le fasce d’età coinvolte sono principalmente due: quella tra i 15 e i 19 anni e quella tra i 20 e i 29. Due inneschi importanti potrebbero essere il periodo post-diploma ma anche il passaggio dalle scuole medie alle superiori.

Il ruolo della pandemia

E il Covid, quanto ha influito? “Bisogna chiare due punti su questo argomento – spiega la dottoressa Zanghì -. I ragazzi che già si erano ritirati nelle proprie stanze hanno vissuto quel momento con meno pressione e meno disagio, dato che finalmente tutti si trovavano nella stessa situazione e quindi non si sentivano giudicati per essere ciò che sono, per la scelta di vivere al di fuori della comune socialità. Invece per i ragazzi che sicuramente stavano già sperimentando un sentimento di disagio nel vivere la socialità, in tutte le forme che essa ha, la pandemia ha dato quell’opportunità di sperimentare il ritiro nel luogo considerato sicuro, cioè la loro camera o casa propria”.

L’influenza del mondo virtuale

Videogame e mondo virtuale che influenza hanno? “Qui dobbiamo distinguere la dipendenza ai videogiochi e il ritiro sociale che spesso sono stati identificati come la stessa cosa. Chi si trova nella condizione di ritiro sociale trova spesso nel mondo virtuale quella connessione con relazioni che magari di presenza non riuscirebbero ad affrontare per i propri vissuti di vergogna e di giudizio. Perciò riescono a sperimentarsi e anche sperimentare diversi ruoli che l’adolescenza di per sé richiede, riescono attraverso anche la lettura di manga, la visione di anime, a dare un linguaggio al proprio mondo interiore, ad identificarsi e a condividere con altri i propri vissuti interiori, che appunto nel ‘mondo fuori’ hanno difficoltà a fare”.

La convenzione e il protocollo

“Gli psicologi convenzionati con l’Associazione – prosegue la dottoressa Zanghì – offrono servizi di consulenza psicologica, parent training, psicoterapia familiare e intervento domiciliare a prezzi calmierati per i ragazzi e i genitori. L’Associazione Hikikomori Italia si occupa di dare supporto e sostegno alle famiglie in diversi aspetti come il gruppo gratuito di Auto Mutuo Aiuto e offre ai ragazzi, sempre gratuitamente, sedute online individuali e di gruppo e non solo. Abbiamo da poco firmato un protocollo di intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, il FoRAGAS, L’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana e la Società Italiana di Psicologia Pediatrica per attuare progetti di prevenzione e intervento nelle scuole sul territorio”.

Articoli correlati

5 commenti

  1. Salve dove potrei contattare per informazioni?

    1
    0
    1. Buongiorno, può contattarci all’indirizzo email sicilia.psi@hikikomoriitalia.it

      1
      0
  2. So cosa significa essendo padre.
    Dovrebbero portare i loro genitori in centri specializzati di psicologia. L’isolamento del ragazzo dipende dal non aver mai avuto un ottimo rapporto con la famiglia, dal non sentirsi libero di pensare, di parlare, di esprimere idee contrarie a quelle dei familiari: il silenzio e l’asocializzazione totale come unico modo per poter essere se stessi in un microcosmo affettivo privo di comprensione

    8
    2
  3. Mi permetto di dire che bisogna distinguere tra il volersi isolare di questi ragazzi per “paura della comune socialità ” (che sicuramente per molti sarà anche così) e quelli che scelgono di isolarsi perché nella cosiddetta comune socialità non trovano affatto punti in comune. Molti ragazzi, soprattutto a Messina, scoprono di non avere interessi comuni con i propri compagni di classe per esempio, se non ti interessa bere, fumare (in tutti i sensi) , non vuoi un’etichetta sessuale, allora sei strano, sei fuori. Dunque cercano altrove persone che condividono i loro interessi, spesso in rete. E poi per magia, si diplomano, scelgono di studiare lontano da Messina, e trovano “la loro gente” , smettono di isolarsi e socializzano in maniera più aperta, perché non è del giudizio altrui che hanno paura, ma della noia mortale che i cliché della “socialità messinese ” comporta. Di sicuro per la massa Messina offre molto, ma per tutti gli altri ragazzi, quelli più sensibili , più attenti non offre molto .

    16
    0
  4. La colpa è della famiglia – genitori in primis – e di questa società schifosa, superficiale e cattiva. E dov’è la novità? Adesso questa sindrome ha un nome, ma esisteva anche decenni fa, solo che se ne fregavano tutti ed il ragazzo restava solo ed abbandonato.

    6
    1

Rispondi a Giuseppe Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007