“I racconti della domenica”. Storia tutta siciliana di un uomo perbene

“I racconti della domenica”. Storia tutta siciliana di un uomo perbene

Emanuela Giorgianni

“I racconti della domenica”. Storia tutta siciliana di un uomo perbene

sabato 12 Novembre 2022 - 08:00

Un successo per la presentazione del film alla Multisala Apollo con gli attori messinesi Nino Frassica, Stella Egitto, Raffaele Cordiano e il regista Giovanni Virgilio

MESSINA. Una folla di persone fuori dalla Multisala Apollo. Adulti ma anche tantissimi ragazzini, tutti impazienti ed entusiasti. È emozionante vedere la sala del cinema riempirsi di nuovo; il merito è dell’atteso “I racconti della domenica. La storia di un uomo perbene” del regista catanese Giovanni Virgilio (“La bugia bianca”, “Malarazza”).

La presentazione

A presentare il film, insieme al regista e al giornalistica e critico cinematografico Franco Cicero, ci sono gli attori messinesi Nino Frassica, Stella Egitto e il giovanissimo Raffaele Cordiano alla sua prima sul grande schermo a soli 11 anni.

È forte per ciascuno di loro l’emozione di essere qui, nella propria terra, a raccontare una storia importante.

Nino Frassica dichiara la sua felicità per aver potuto recitare in dialetto: “Finalmente parlo in siciliano, non so se saranno necessari i sottotitoli, c’è chi dice non si capisca il nostro dialetto, ma io non ci credo, quando poi il messaggio che le parole comunicano è forte come in questo film è impossibile non comprenderle”.

Raffaele Cordiano, emozionato per questa grande occasione, e divertito dall’aver lavorato con Nino, ringrazia i presenti, soprattuto i compagni dell’Istituto Mazzini. Insieme a lui, anche Stella Egitto è grata al pubblico presente, tra cui la mamma, che le ha permesso di andar via a studiare per realizzare il suo sogno. “Mi commuove tornare a Messina per un progetto che parla con il cuore e che al cuore vuole rivolgersi, celebrando sentimenti e valori del passato che ritroviamo e dobbiamo ritrovare nel nostro presente” afferma.

“I racconti della domenica”

Come dichiara il titolo stesso del film, “I racconti della domenica” sono “la storia di un uomo perbene”, dei suoi valori, dei suoi ideali, della sua forza e del suo coraggio.

La storia di un uomo che, cresciuto senza un padre, è diventato il padre di tutti i suoi cittadini”.

Il piccolo Francesco Giuffrida (ad interpretarlo è proprio Raffaele Cordiano) vive in un paesino della Sicilia. È il “figlio dell’emigrato”; quando è solo un bambino, infatti, il padre parte per l’America per regalare alla sua famiglia un futuro migliore. Il papà non appare mai nel film, ma è sempre presente; la narrazione si sviluppa tramite le lettere domenicali che il figlio gli scrive.

Francesco, secondo il volere della mamma, cresce in collegio dai salesiani e suo fratello Antonio in seminario, affinché diventino l’uno medico, l’altro prete. È in collegio che Francesco incontra e si lega tantissimo a Don Peppino (Nino Frassica), ed è proprio lui a consigliargli di scrivere ogni domenica al padre raccontando della sua vita. Da allora Francesco non smetterà mai di farlo.

40 anni di storia dell’Italia e della Sicilia

Sono gli anni della guerra, la Seconda Guerra Mondiale, che impoverisce e distrugge la bella terra di Francesco, e allontana da lui parenti e amici. Francesco sopravvive ai tedeschi e alle bombe e, diventato grande (ad interpretarlo adesso è il palermitano Alessio Vassallo), frequenta l’università. Con un ritmo scandito, veloce e incalzante, un’abile regia ci rende testimoni della sua vita e della sua crescita.

Pochi esami prima della laurea Francesco rimane folgorato dalla politica, o meglio, dagli ideali che la politica dovrebbe incarnare. Vuole migliorare la realtà dei suoi concittadini e riuscirà a farlo. Con il sostegno della Democrazia Cristiana diventerà l’amatissimo sindaco del suo paesino di 5000 persone.

Sempre sostenuto dalla moglie Maria (Stella Egitto), unico grande amore della sua vita dal loro primo sguardo, porta avanti infinite battaglie e raggiunge infinite conquiste, fino a quando il partito stesso contrasterà la sua buona amministrazione.

La sua vita si intreccia con la vita di tutta l’Italia. Il film, a cura di MovieSide, Rai Cinema, con il contributo del ministero della Cultura e di Sicilia Film Commission, racconta 40 anni di storia italiana e siciliana, dal 1934 alla morte di Aldo Moro.

La Sicilia protagonista

La Sicilia è sempre protagonista, tra le sue storie e i suoi paesaggi, e anche la nostra Messina, dalla ricostruzione digitale dello Stretto alla sua Madonnina che si erge sul panorama.

La Sicilia è al centro del film, delle sue luci e delle sue ombre, in questa serie di sequenze spesso notturne da cui si sprigiona una luminosità dolce. La direzione della fotografia è di Gianni Mammolotti, i Vfx (effetti visivi) di Nicola Sganga.

La Sicilia è, poi, raccontata con cura e rigore da una regia precisa ed essenziale, da ambienti e costumi (di Laura Costantini) che donano all’opera forma e decisiva credibilità, e dai suoi attori, dai loro legami, dalle loro voci e dai loro silenzi.

Nel cast anche Emmanuele Aita (Ture), Paolo Briguglia (Antonio) e ancora Rita De Donato, Francesco Foti, Irene Maiorino, Plinio Milazzo, Cosimo Coltraro, Federica de Benedittis e Francesca dalla Regione.

Una storia reale

Una storia siciliana reale e familiare, come ha svelato il regista solo di recente. Francesco si ispira in realtà al nonno di Virgilio, il padre di sua madre Manuela Gurgone, che ha contribuito alla sceneggiatura, insieme a Marco Spagnoli e Luca Arcidiacono.

“I racconti della domenica”, quindi, non sono soltanto le lettere scambiate tra padre e figlio ma l’insieme di tutti quei racconti che hanno accompagnato ogni domenica i pranzi della famiglia Virgilio.

Una storia reale e personale che ha, però, un valore eterno e universale.

“Le idee sono cose concrete”

È coraggioso e necessario celebrare un uomo come Francesco, un uomo puro, un sognatore, idealista e romantico, ma un uomo calato nel suo tempo, che conosce il suo passato senza mai ancorarsene, solo per aspirare al futuro. Senza paura.

Un uomo che vive dei e per i suoi ideali, che ci insegna il valore delle scelte, dell’integrità e della fedeltà a noi stessi.

“Basta con queste idee – lo ammonisce Ture – la politica non è idealismo”. Ma lui replica: “Le idee sono cose concrete”.

E, oggi più che mai, la politica deve riscoprire le idee, e la loro concretezza; oggi più che mai abbiamo bisogno di valori, sogni, ideali, di credere in essi per trovare la volontà di realizzarli.

Che esistano ancora o no uomini come Francesco, il suo racconto, quasi contemplativo, ci insegna dove siamo arrivati oggi, quanto abbiamo raggiunto, e quanto abbiamo perso. Ma ci pone davanti agli occhi anche tutto ciò che abbiamo dimenticato

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