Cultura

“Il Mostro del Pisolino”, un libro che conquista il cuore di grandi e piccini

Una grafica accattivante fa da perfetta cornice ad una storia ricca di emozioni in cui il protagonista ha solo pochi anni. Un piccolo eroe che si ritrova a lottare con la sua paura più profonda: il distacco dalle sicurezze, da quel mondo fatto di abbracci e presenza in cui la figura centrale è, naturalmente, quella materna.

Universo coraggio

Lorena Dolci

“Il mostro del pisolino”, edito da Lunaria è un viaggio interessante, divertente in cui si muove una certa ironia a metà tra il coraggio e la ritirata fifona, tipica dell’universo infantile. In cui l’autrice è riuscita a mixare in un perfetto equilibrio l’angoscia del distacco al coraggio di affrontarla. Lorena Dolci, messinese e volto storico dell’emittente siciliana Telecolor, attinge direttamente alla sua esperienza di madre per creare i due protagonisti del racconto: il bambino e il mostro del pisolino. Due antagonisti che si spostano tra le pagine del libro saltellando su macchie di colore blu, intenso, importante. Un blu che invade il libro come la paura che sale e si “gonfia” e cresce e invade l’animo del bimbo. Una paura che paralizza, a tratti, il corpo e i pensieri, ma che nello stesso tempo fa da propulsore per affrontare le sue angosce più intime.

Il potere del blu

Amalia Caratozzolo

Lo stile della narrazione è ironico, avvincente così come il mood delle illustrazioni curate da Amalia Caratozzolo, anche lei messinese, disegnatrice del Corriere della Sera. Un’atmosfera “blu inchiostro” “ricco di carattere, meno pauroso del nero, ma altrettanto pregno di personalità, un colore che considero evocativo” . E così tra alieni, fantasmi e uno strano “palloncino molto occhiuto” la storia pagina dopo pagina, grazie al supporto grafico, rivela le paure nascoste, quelle più profonde legate “all’ansia di rimanere soli che si scatenano all’ora del pisolino pomeridiano – dichiara l’autrice – momento in cui anche la madre riposa.”

Non solo un racconto

Il momento del distacco quindi, è il punto cruciale di tutta la narrazione. Il momento in cui la “maternità” smette di prendersi cura del bambino. Smette, quindi, di proteggerla, non è più il suo nucleo avvolgente, ma si distacca lasciandolo nella stanza per affrontare da solo la “breve pausa”. Una metafora che racconta, in un quadro più ampio, l’evoluzione della crescita e la conquista dell’indipendenza adulta. “Il mostro del pisolino” è sicuramente un racconto per bambini, ma in un certo senso svela agli adulti anche le proprie paure perché dichiara l’autrice “il senso di solitudine è qualcosa che sperimentiamo sempre, anche quando diventiamo adulti. E quest’ultimo periodo legato al dramma della pandemia lo ha ricordato ampiamente. Affrontare, convivere, imparare ad abbracciare i nostri limiti significa vivere più sereni, uscire da quell’angoscia che ci paralizza e ci blocca a qualsiasi età“. Insomma, “Il mostro del pisolino” è una storia aperta, circolare. Una storia da leggere e rileggere, due mondi che si incontrano dentro sfere emotive che appartengono all’età infantile e all’età adulta. Una storia da tenere sul comodino “al bisogno” perché non si sa ma il nostro mostriciattolo potrebbe diventare di nuovo “grande” da un momento all’altro. Nessuna paura, però, perché il calore dell’abbraccio è un superpotere sempre pronto a sconfiggerlo.