Politica

Il progetto dell’ex “Margherita” in naftalina: basta attese

MESSINA – L’ex ospedale Margherita trasformato in discarica. L’ex ospedale “Margherita” tra continui incendi e degrado. Una struttura simbolo della decadenza di Messina e delle lentezze di Palermo e della politica regionale nel dare priorità alla città dello Stretto. La nostra testata da anni ne caldeggia il rilancio, sintetizzato in una Cittadella della cultura, futura sede della Biblioteca regionale “Giacomo Longo” (padiglione 10), del museo archeologico (pad. 1), di un museo del terremoto (2) e della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali (3). Come abbiamo già scritto, per il padiglione 10, il progetto è esecutivo ma è stato definanziato, mentre per i primi tre si è ancora nelle fasi preliminari, con rup Vincenzo Salvaggio.

In particolare, per il padiglione 10, come sede della Biblioteca regionale o eventualmente della Soprintendenza, si punta a Palermo sui fondi Fsc, quelli per lo sviluppo e la coesione, entro il prossimo giugno.  Si tratta di un progetto esecutivo redatto da F&M Ingegneria Spa di Mirano, con responsabile unico del procedimento Nicola Azzarello.

La Cittadella della cultura: un progetto da ripensare

In ogni caso, per un’operazione da più di 21 milioni di euro, da troppo tempo rimasta in naftalina, la Giunta Schifani potrebbe fare delle modifiche e rimodulare pure i fondi. Di certo, purché non si rimandi tutto a tempi biblici, una revisione del disegno originario sarebbe auspicabile. Si dovrebbero ripensare alcuni aspetti, adeguandoli all’oggi, e valorizzarne altri. Nel frattempo, il museo del terremoto è stato inaugurato, nel mese di novembre, al museo regionale, e l’ex “Margherita” potrebbe diventare davvero un polo culturale innovativo. Forse una casa degli artisti che sappia mettere in comunicazione il passato e il futuro. L’innovazione tecnologica e la valorizzazione della memoria.

Serve la pressione dei parlamentari messinesi

Perché tutto non rimanga in un limbo, che condanni Messina alla marginalità, serve che i parlamentari messinesi prendano a cuore la realizzazione della Cittadella della cultura. Serve la loro pressione e un coinvolgimento della città nella rielaborazione del progetto. Ma subito. Si è perso già troppo tempo.