La stanza di Barbara, la giovane messinese che amava "volare per vivere"

La stanza di Barbara, la giovane messinese che amava “volare per vivere”

Emanuela Giorgianni

La stanza di Barbara, la giovane messinese che amava “volare per vivere”

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giovedì 13 Dicembre 2018 - 14:29
L'inagurazione

Verde come la speranza, all'innovatissimo reparto di Oncologia Medica del Policlinico Universitario “G. Martino”, diretto da Giuseppe Altavilla, è stata intitolata a Barbara Minutoli la stanza di degenza che l'accoglieva.

Barbara, a soli 22 anni, ha dovuto combattere, con tutta la forza e la serenità che l'hanno sempre contraddistinta, contro una rara neoplasia che le ha tolto la vita nel settembre 2017.

Era una brillante giovane messinese, spinta dalla sua passione e dai suoi sogni, dalla sua intelligenza e dedizione, a conseguire sempre i più grandi traguardi. Ex studentessa del liceo scientifico Seguenza, aveva conseguito, a pieni voti, la laurea in Lettere Moderne ed era prossima a completare la Laurea Magistrale in Filologia, presso la Scuola superiore di Catania, dove adesso vi è un'aula a lei dedicata, destinata allo svolgimento di convegni per i giovani e le loro aspirazioni, temi cari a Barbara, sui quali sapeva sempre infondere grande speranza ai colleghi.

Amante del giornalismo, scriveva per LiveUnict e SicilianPost; innamorata di Parigi, dove era stata in Erasmus; studentessa modello; appassionata di teatro come la mamma; era sempre gentile con tutti, positiva, determinata e instancabile, impossibile per chiunque le stesse accanto non restare colpito dalla sua presenza.

Come precisa il professore Altavilla: “Barbara è indimenticabile ed è indimenticabile la sua fame per la vita, grazie alla quale ha lasciato sulla terra tanti semi, che stanno pian piano fiorendo”.

Testimonianza lampante si ha tra i corridoi del reparto di degenza dove era ricoverata, colorati, pieni di quadri realizzati dai pazienti, con l'aiuto di artisti messinesi. Si trova lì una stanza di soggiorno, “La stanza tutta per sé”, arricchita da arredi donati dalla compagnia teatrale amatoriale Cricchimiddi, formata dagli impiegati del Banco di Sicilia, cui, insieme alla mamma, Barbara faceva parte. La compagnia, infatti, con la messa in scena di una rappresentazione, ha destinato il ricavato della vendita dei biglietti all'acquisto di arredi da destinare ai luoghi utilizzati da Barbara nel corso delle sue degenze.

Tali arredi arricchiscono le stanze che hanno accolto Barbara e che adesso portano il suo nome, “La stanza di Barbara”, dando al reparto un aspetto del tutto diverso, dove il connubio tra medicina ed arte regna sovrano, ambienti accoglienti, colori vivaci, in un'atmosfera a tal punto confortevole da sembrare più un albergo che un ospedale.

Insieme al rofessore Altavilla, erano presenti il commissario straordinario Giuseppe Laganga e il pro-rettore Giovanni Tuccari, entrambi pronti a testimoniare come l'insegnamento di Barbara sia l'esempio evidente che da qualsiasi dolore possa nascere qualcosa di buono. Con i suoi occhi coraggiosi e le sue parole sempre allegre, ha mostrato a tutti come affrontare, con serenità e speranza, una malattia inaccettabile.

È questo il compito che la stanza a lei intitolata si propone di assumere, come spiega il fratello Marcello: “il verde di questa stanza ha un duplice significato, di speranza per chi affronta una di queste rare neoplasie e di incitamento alla ricerca contro il cancro, affinché diventi possibile raggiungere sempre maggiori obbiettivi”.

E tra quei corridoi, alla presenza dei membri della compagnia e del personale medico, tutti fortemente coinvolti, il senso di queste parole risuona potente, tra ricordi, emozioni e la certezza che il percorso di Barbara non è finito, ha ancora tanto da dimostrare.

Barbara amava ripetere “volare per vivere” e momenti come questo insegnano davvero come farlo.

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