La scuola ai tempi del Covid: confusione e diritti negati degli studenti disabili

La scuola ai tempi del Covid: confusione e diritti negati degli studenti disabili

Francesca Stornante

La scuola ai tempi del Covid: confusione e diritti negati degli studenti disabili

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martedì 24 Novembre 2020 - 13:43

Una lettera accorata che racconta il caos che regna tra ordinanze, incertezze e chiusure delle scuole. E i ragazzi disabili ne pagano le conseguenze

Tra ordinanze, numeri che si rincorrono, tabelle, previsioni e timori, a pagare uno dei prezzi più alti dell’emergenza Covid in questo momento è il mondo della scuola. Ci si divide tra chi tifa per le chiusure e chi invece si batte per la didattica in presenza, ci si interroga sulla sicurezza delle scuole, si fanno i conti con migliaia di genitori spesso nel panico per mancanza di chiarezza. In questa settimana tutte le scuole di Messina sono chiuse. Lo ha deciso il sindaco De Luca, addossando all’Asp di Messina le colpe di una situazione non cristallina sui contagi tra le aule. Tra mille problemi però ce n’è uno che meriterebbe più attenzione. E riguarda i più deboli. Sono i ragazzi disabili che frequentano gli istituti scolastici di Messina. Si è parlato di loro in queste settimane, ma poi in concreto restano le difficoltà di garantire a loro una scuola più a misura delle loro esigenze, pur nel mezzo dell’emergenza sanitaria. 

La voce dei più deboli

Saro Visicaro con la sua associazione Meter e Miles chiede quale sia il motivo che impedisce di avviare la didattica in presenza  per questi ragazzi con la disponibilità dei genitori. «In diverse scuole sarebbe possibile ed è auspicata dalle famiglie con ragazzi disabili. L’Istituto Ainis è uno di questi. Tra pochi giorni si celebra la giornata dei disabili e sarebbe il caso di non sprecare parole ma di realizzare fatti e rispettare i diritti» commenta con amarezza Visicaro.

La testimonianza

Ma c’è di più. C’è una fotografia nitida e disillusa di un semplice cittadino che però non vuole rassegnarsi. «A Messina l’unica cosa certa è l’incertezza. Ormai a Messina regna il caos più completo, tra Dpcm, ordinanze regionali e sindacali. Nessuno capisce più quello che si può o non si può fare. Fra tutti, i più confusi sembrano essere i Dirigenti Scolastici, in merito alla gestione degli alunni disabili. E’ noto che gli Istituti di Istruzione Secondaria di Secondo grado hanno avviato già da tempo la Didattica a Distanza, con la sola presenza a scuola degli alunni disabili. Qualcuno ha anche provato, come espressamente previsto dalle Circolari Ministeriali, ad evitare l’esclusione scolastica degli alunni disabili (perché questo è il lasciare un ragazzo da solo in una scuola vuota), attuando il collegamento a distanza col gruppo classe o la turnazione di alcuni compagni per non lasciare lo studente da solo. Entrambe le soluzioni però sembrano difficili da attuare. 

La confusione

Il 20 novembre poi il nostro caro Sindaco ha un’idea brillante: chiudere le scuole di ogni ordine e grado, sia pubbliche che private, perché, a suo dire, i contagi sono troppo alti. Con un discorso a tratti inquietante, che getta nell’ansia e nel panico la popolazione messinese. A suo dire la situazione è ingestibile, per cui tutti a casa, ad eccezione dei disabili e loro relativi insegnanti.

Così lunedì 23 novembre molte scuole dell’infanzia e primarie messinesi si sono trovate a dover gestire una bella patata bollente. Situazione epidemiologica “gravissima”, così ci dice il Sindaco, e soggetti fragili spesso affetti da pluripatologie, e per di più molti impossibilitati a indossare la mascherina,a scuola. 

Decisioni improvvisate

I Dirigenti più rigorosi hanno pensato bene di lasciare tutti a casa, acquisendo le eventuali adesioni a futuri progetti di inclusione da parte dei genitori degli alunni disabili. Altri invece hanno imposto la frequenza in presenza almeno lunedì, subordinando la DAD o l’attività in presenza per i disabili a specifica richiesta dei genitori. Il tutto senza avere alcun progetto comune, senza aver stilato specifici progetti di inclusione individualizzati, che tengano conto delle varie situazioni scolastiche e individuali del bambino. Molti senza avere neppure il supporto degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, tanto sbandierati dal Sindaco (non tutti i disabili hanno diritto a tale tipo di assistenza, ma solo chi è affetto da determinate patologie, certificate dall’Asp di riferimento). 

Le conseguenze

Il risultato è stato che ieri molti plessi scolastici sono stati aperti e frequentati soltanto da un disabile accompagnato dal docente e dal collaboratore scolastico (tutti e tre ovviamente immuni al Covid). Molti insegnanti lamentano di non aver avuto neppure chiara indicazione degli orari da svolgere in presenza, mancando in molti casi anche un regolamento di Istituto che disciplini la DAD e la DID. Nessuna progettualità, nessuna comunicazione, nessuna indicazione dalle scuole polo per l’inclusione di riferimento, nessuna indicazione dall’Ufficio Scolastico Regionale. Il tutto, come sempre, lasciato al pressapochismo e all’improvvisazione, in una città dove al caos dovuto al Covid, si aggiungono le poche idee, confuse, di chi dovrebbe tutelare la nostra salute».

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