“L’altro mondo”: un viaggio scritto dal pubblico e la crisi climatica protagonista

“L’altro mondo”: un viaggio scritto dal pubblico e la crisi climatica protagonista

Emanuela Giorgianni

“L’altro mondo”: un viaggio scritto dal pubblico e la crisi climatica protagonista

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sabato 14 Gennaio 2023 - 10:30

Inizia con il tutto esaurito “Tracce d’inchiostro”, la nuova stagione del Teatro dei 3 Mestieri

Può la crisi climatica diventare la protagonista assoluta di uno spettacolo teatrale, prendersi tutto il suo occhio di bue? E può il suo finale cambiare ogni sera, secondo il volere ma, soprattutto, il sentire dello spettatore?

“L’altro mondo”

Non sono i presupposti di una follia, o magari sì, ma di una follia dai risultati geniali. È la storia di “L’altro mondo – piccole storie di cambiamento”, che apre la nuova stagione del Teatro dei 3 Mestieri, “Tracce d’inchiostro”, con il tutto esaurito e un pubblico emozionato ed entusiasta (a precederla la nuova mostra per la rassegna TeatrArt di Dania Mondello: “Indomiti” di Lidia Muscolino).

La pièce della compagnia Mulino ad arte, nata da un’idea di Daniele Ronco e Luigi Saravo, è la trasposizione teatrale dell’omonimo libro di Fabio Deotto, giornalista e ricercatore che ha viaggiato, per due anni, da un estremo del mondo all’altro per raccogliere testimonianze dirette sulla crisi climatica.

Ma è, soprattutto, un viaggio condiviso, itinerante ed emozionante, attraverso i luoghi che portano maggiormente i segni della crisi, dalle Maldive fino alla Lapponia. Un viaggio di perdita, ma anche di struggente bellezza. Un viaggio che lascia davvero le sue tracce d’inchiostro, perché è lo spettatore, pur restando indisturbato nella sua poltrona, a scriverne il finale.

Uno spettacolo fatto con il pubblico

Al nostro ingresso in sala, Luigi Saravo, in qualità di drammaturgo e facilitatore, spiega a cosa andiamo incontro. Il loro lavoro è supportato dal CNR, che si impegna nell’individuazione delle criticità specifiche dei singoli territori. Per questo motivo, ogni sera, vi sarà un tema diverso ad ispirare il finale della narrazione: un tema particolarmente vicino al territorio in cui ci si trova. Per la Sicilia è quello dei rifiuti nel mare.

Qui entra in gioco il pubblico e la sua capacità di ricordare, sognare, scrivere e, poi, condividere. Prima di inoltrarci “nell’altro mondo”, abbiamo il compito, solo se lo si desidera, di condividere anonimamente percezioni, esperienze personali, ricordi o riflessioni sul tema scelto. Tramite un link, cui accedere dal cellulare, sarà possible scrivere i propri pensieri e leggere quelli degli altri.

Durante la fruizione dello spettacolo, Saravo, dietro le quinte, con un’operazione di jump cut, creerà il finale della storia unendo insieme i frammenti da noi lasciati. Tramite degli auricolari lo suggerirà, poi, a Daniele Ronco, che potrà restituircelo con la sua interpretazione.

Mulino ad arte

La compagnia Mulino ad arte porta a teatro la sostenibilità ambientale, non solo come alto intrattenimento teatrale a basso impatto ambientale, ma perché trasforma il palco in un luogo di riflessione e scoperta.

La sua cifra stilistica resta sempre quella di un teatro fatto per il pubblico ma, soprattutto, fatto insieme al pubblico (fra tutte, costituisce un unicum la loro idea del Teatro a Pedali: il pubblico pedala su delle biciclette per l’intera durata dello spettacolo e così illumina il palcoscenico, che altrimenti resterebbe al buio!)

Il green fa “show”

Mentre Ronco veste i panni di Deotto e porta in scena le avventure del giornalista, ci mostra che il green non solo fa “show”, ma insegna a riflettere ed emoziona, dall’inizio sino alla commovente conclusione sulle note di Orange Sky di Alexi Murdoch.

E, poi, avviene la magia. L’arrivo del finale, il nostro finale. Quando, con gli auricolari alle orecchie, Ronco dà voce alla storia da noi tratteggiata, questa prende forma, calore, vita, ci travolge. L’interpretazione di Ronco è incredibile, porta tutto il pubblico a chiedersi: “ma come fa?”. Se ciascuno di noi non ritrovasse nelle sue parole i propri pensieri formulati, sarebbe impossibile credere che simultaneamente vi sia Saravo a suggerire. Ronco anima le parole da noi scritte, ma anche lui è animato da esse. Allo stesso modo la storia dei luoghi raccontati diventa la nostra, e la nostra storia quella dei luoghi stessi.

Imparare a vedere

“E noi, noi tutti, su che cosa basiamo la nostra vita? – si domanda la pièce – Cos’è che raccontiamo ai bambini? O intorno ad un falò d’estate? Le storie. Come chiamiamo il nostro rapporto con la persona che amiamo? Una storia. Cosa esclamiamo se restiamo a bocca aperta? Che storia. Perfino su Instagram, cosa pubblichiamo? Le storie. Ma la storia di questi luoghi, invece, è quella che ascoltiamo di solito?”.

“L’altro mondo” vuole raccontare una storia diversa, diversa da quella che crediamo di conoscere. Il titolo non si riferisce, dunque, al mondo che non conosciamo, quanto piuttosto al mondo che è sotto i nostri occhi ma non vediamo. Il mondo che si sta trasformando lentamente, senza farsi notare. L’altro mondo è l’altra faccia della medaglia, quella per cui le Maldive non sono solo un paradiso terrestre, ma vedono le loro spiagge rimpicciolirsi giorno dopo giorno; New Orleans non è solo “un Disneyland per adulti con l’alcol”, ma combatte senza sosta l’innalzamento delle acque; Venezia non è solo la città italiana del romanticismo, ma nasconde tante problematicità; Rovaniemi, in Lapponia, è il villaggio di Babbo Natale che rischia di restare senza neve. E il bellissimo mare dello Stretto, mare di incontro e accoglienza, è anche il fondale più inquinato.

Ma perché, quindi, raccontare questa versione della storia? La risposta la offrono le parole recitate, verso l’inizio dello spettacolo, dalla voce di un bimbo in sottofondo: “Noi vediamo solo le cose che cerchiamo, e cerchiamo solo le cose che conosciamo”.

L’opera di Mulino ad Arte vuole, quindi, aiutarci a conoscere una realtà diversa, per imparare a cercarla e così, finalmente, a vederla. E ci riesce, con la forza dirompente delle sue parole, e il suo finale quasi mistico.

Attori e spettatori del grande dramma dell’esistenza

Mentre ciascuno di noi è stato al contempo spettatore e attore della storia, ha anche vissuto ciò che scriveva il fisico Niels Bohr: “siamo spettatori e attori a un tempo del grande dramma dell’esistenza”. Non siamo inermi spettatori del futuro difficile cui va incontro la nostra Terra, possiamo essere attori attivi nel suo cambiamento, possiamo ancora offrirle un’altra possibilità.
Così come abbiamo scritto un finale diverso per lo spettacolo, riusciremo a scrivere anche un finale diverso per noi? Per la nostra Terra e il nostro destino?

Da un’idea di: Daniele Ronco e Luigi Saravo
Drammaturgia: Daniele Ronco, tratto da “L’altro mondo” di Fabio Deotto
Con: Daniele Ronco e Luigi Saravo (in qualità di drammaturgo e facilitatore)
Regia: Luigi Saravo
Produzione: Mulino ad arte
In collaborazione con il CNR

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