Le strane“teleconnessioni” fra Italia e Antartide: il caso delle estati 1983…e 2021

Le strane“teleconnessioni” fra Italia e Antartide: il caso delle estati 1983…e 2021

Daniele Ingemi

Le strane“teleconnessioni” fra Italia e Antartide: il caso delle estati 1983…e 2021

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sabato 31 Luglio 2021 - 07:00

Le influenze indirette tra l’andamento termico sul Plateau interno dell’Antartide e l’area del Mediterraneo

Nella meteorologia moderna con il termine di “teleconnessione” si intendono dei pattern atmosferici, ossia dei particolari schemi atmosferici che interessano una regione del pianeta influenzando, in modo diretto o indiretto, l’andamento meteo/climatico su un’altra area, lontana migliaia di chilometri di distanza.

Tra i vari indici climatici e i vari casi di teleconnessione che conosciamo, fra continente asiatico, Africa, Europa, oceano Atlantico e Pacifico (il “Nino” e la “Nina”), ve ne è uno del tutto insolito e complesso che richiede ulteriori approfondimenti. Stiamo parlando delle teleconnessioni che si innescano tra il continente antartico, l’Africa settentrionale e il bacino del mar Mediterraneo. Difatti, analizzando alcune serie storiche si sono riscontrati delle influenze indirette tra l’andamento termico sul Plateau interno dell’Antartide e l’area del Mediterraneo, inclusa pure la nostra penisola.

E’ vero che pur trattandosi di teleconnessioni possono emergere anche delle discrepanze, ma nella maggior parte dei casi pare esistere una ben determinata correlazione di causa/effetto tutta da definire e interpretare, con appositi studi.

Da queste correlazioni si è riscontrato che quando sul Plateau antartico si verificano dei periodi di gelo molto intenso, con picchi minimi stagionali, qualche settimana dopo sul bacino del mar Mediterraneo si genera una intensa ondata di calore che molte volte investe in pieno l’Italia, comportando una drastica impennata dei valori termici. Questo particolare pattern climatico si è ripetuto varie volte nel corso del passato con una certa frequenza, con periodi piuttosto freddi nella parte centrale del Polo Sud che hanno preceduto l’avvento di importanti ondate di calore verso l’Italia e l’area del Mediterraneo.

In sostanza sembrerebbe che periodi di freddo prolungato ed intenso sull‘Antartide centrale, determinino, per questo strano rapporto di teleconnessione, un rinforzo dell‘anticiclone sub-tropicale sull‘Africa settentrionale, favorendo l’avvento di frequenti ondate di calore in direzione di Spagna, Italia e Grecia, spesso anche prolungate nel tempo. Inoltre questo rapporto fra Antartide e Mediterraneo pare che rispecchia una grande regolarità durante gli anni in cui domina il “Nino” sull’area del Pacifico, una condizione che sovente origina importanti ondate di freddo sull’emisfero australe, mentre al contempo lungo la fascia tropicale si genera un forte riscaldamento che causa importanti anomalie termiche positive su aree continentali particolarmente estese. Basta dare un’occhiata alla serie storica tra le stazioni meteorologiche del nostro paese (o di altre aree del Mediterraneo) e le basi scientifiche ubicate sopra i ghiacci del continente antartico per riuscire a riscontrare delle interazioni climatiche molto importanti. Un esempio su tutti è quello storico del 1983.

In quell’anno, infatti, sull’Antartide centrale si ebbe un periodo di gelo estremo piuttosto prolungato. Durante quel periodo, il 21 Luglio 1983, la storica base russa di Vostok, nella parte orientale del Plateau, stabili un picco assoluto di ben -89.2°C, il record mondiale di temperatura più bassa mai registrata sul nostro pianeta. Un dato che tuttora fa di Vostok, e delle aree circostanti, il punto più gelido e inospitale del pianeta. Nell’estate del 1983 l’Italia e buona parte del Mediterraneo centrale furono coinvolti da una delle più forti ondate di calore conosciute prima della storica avvezione dell’agosto 1999 sul sud Italia, tanto che in Italia vennero superati tutti i record di caldo fino a quel momento registrati (alcuni lo sono ancora). Andando avanti un altro esempio eloquente è quello della terribile estate del 2003, che colpi con durezza l’Italia centro-settentrionale, i paesi della Mitteleuropa fino ai Balcani, favorendo l’abbattimento di decine di record di caldo assoluti.


Il cerchio nero indica l’area in cui si registrano le maggiori anomalie termiche negative sul continente antartico

In quel periodo, mentre l’opprimente anticiclone africano si distendeva fino al cuore dell’Europa, accompagnando una delle ondate di calore più forti dell’ultimo secolo, un periodo insolitamente freddo, con picchi sotto i -80°C, interesso diverse aree interne del continente antartico. Il gelo fu cosi prolungato che agevolo un’estensione record dei ghiacci marini sui mari australi. Ciò si è ripetuto anche durante le estati boreali del 2007 e del 2008, anche allora periodo freddi in Antartide (il 27 Agosto del 2008 si toccarono i -84.1°C a Vostok) furono seguiti o accompagnati da ondate di calore molto forti sul Mediterraneo, alcune anche di portata storica, come quella del Giugno 2007, dove in alcune località di Puglia e Sicilia si toccarono i +46°C +47°C all’ombra.

Ma la teleconnessione fra Polo Sud e mar Mediterraneo pare si stia ripetendo pure negli ultimi anni. Ad esempio, in questa estate del 2021, buona parte del territorio dell’Antartide è interessato da un consistente raffreddamento, con temperature largamente negative, rispetto delle medie climatologiche. Insomma, quest’anno l’inverno australe nel continente antartico sta risultando più freddo del normale. Mentre, al tempo stesso, intense ondate di calore stanno interessando, anche nel mese di luglio, la penisola italiana e i Balcani. L’arrivo di queste ondate di calore è stato preceduto da un picco di grande freddo che ha interessato il Plateau antartico orientale, con temperature minime che hanno raggiunto i -80°C.

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