L'Ebreo toglie il fiato agli spettatori del Vittorio. In scena una Nancy Brilli moderna Lady Macbeth

L’Ebreo toglie il fiato agli spettatori del Vittorio. In scena una Nancy Brilli moderna Lady Macbeth

Alessandra Serio

L’Ebreo toglie il fiato agli spettatori del Vittorio. In scena una Nancy Brilli moderna Lady Macbeth

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sabato 12 Aprile 2025 - 15:11

Oggi e domani al teatro il testo di Gianni Clementi per la regia impeccabile di Pierluigi Iorio tra commedia e noir

Messina – Si muove tra la commedia e il noir, con un inatteso finale dall’effetto straniante, L’Ebreo di Gianni Clementi, al Vittorio Emanuele ancora stasera e domani. Forse la meglio riuscita commedia in ospitalità di quest’anno del teatro, vede in scena Nancy Brilli, Flavio Bussotti e Claudio Mazenga. La regia è di Pierluigi Iorio che cuce sartorialmente intorno ai protagonisti i costumi, la colonna sonora, con un risultato impeccabile che deve molto anche alla bravura degli attori. Almeno due gli omaggi-citazione: lo spogliarello della Loren ad un Mastroianni che scimmietta sul bordo del letto in “Ieri, oggi e domani” e il Macbeth di Shakespeare.

E’ propri Nancy Brilli- Immacolata una nuova lady Macbeth che convince amante e marito ad uccidere l’ebreo, l’ex padrone tornato dalla guerra e la prigionia, che minaccia la ricchezza conquistata da Marcello Consalvi, ex garzone al quale aveva intestato tutto prima della guerra, quando le leggi razziali hanno costretto tanti ebrei a cedere i propri possedimenti a fidati per evitare la confisca. Un pezzo di storia italiana vera: quasi tutti gli ebrei tornati a casa non sono riusciti a riappropriare dei propri averi, tranne forse una sparutissima minoranza.

Le cose non andranno come Immacolata ha progettato e, prima dell’agghiacciante finale a sorpresa, i protagonisti riflettono e si tormentano tra i loro sentimenti più genuini e la trasformazione che ha operato in loro il benessere economico conquistato grazie a quel padrone creduto morto e che ora, “resuscitato”, torna a minacciarli. Vivendo in casa come topi, Marcello e Immacolata un poco si riscoprono, singolarmente e come coppia, di più si perdono nei pensieri di morte.

A rendere ancor più esplicito il dualismo che caratterizza tutta la commedia sono le scenografie di Alessandro Chiti: un elegante soggiorno che neppure le monumentali tende riescono a salvare dal sembrare spoglio.

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