Assunzioni, incarichi, appalti: cercasi trasparenza e legalità. Il Pd pronto ad andare in Procura

Lotta alla corruzione e all’illegalità nella pubblica amministrazione, le leggi sono chiare ma il Comune di Messina sembra essersene dimenticato. A puntare i riflettori sulla gestione della macchina amministrativa della giunta Accorinti è ancora una volta il Pd che torna a chiedere chiarimenti su partecipate, funzionamento dei dipartimenti comunali, incarichi, consulenze, acquisti, appalti, gestione del personale direttamente dalla sala Consiglio. Un nutrito gruppo Pd, area Dem, (Barrile, Russo, Cantali, Contestabile, Pagano, David, Cucinotta e Santalco), che si è ripresentato, come già accaduto nei mesi scorsi sempre in popolate conferenze stampa, unito e compatto sotto la guida di Felice Calabrò che da fuori continua a osservare con attenzione quanto accade dentro Palazzo Zanca. Sul tavolo della discussione prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità la mancata applicazione della legge 190/2012, quella che cioè regola la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione. Un tema che il Pd aveva già affrontato, pungolando l’amministrazione comunale già nei mesi di luglio e ottobre dello scorso anno. Pochi giorni fa poi i capigruppo di Pd e Felice per Messina Paolo David e Giuseppe Santalco hanno anche inviato una nota al Presidente dell’Autorità Garante Anticorruzione, Raffaele Cantone, per segnalare la mancata approvazione da parte del Comune di Messina del Piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC) e predisposizione entro il 31.12.2014 della Scheda standard per la redazione della Relazione prevista dal Piano Nazionale Anticorruzione. Adesso non hanno più intenzione di attendere ed è scattato l’ultimatum: se entro 30 giorni dirigenti comunali e delle partecipate non risponderanno ai chiarimenti chiesti dai consiglieri Pd tutte le carte andranno in Procura. Lunedì mattina partiranno delle note indirizzate ai dirigenti comunali, al presidenti di Amam e ai commissari di Atm e Messinambiente con cui gli esponenti Pd chiederanno una dettagliata relazione sull’operato dei dipartimenti diretti nel periodo che va dal 1 luglio 2013 al 31 dicembre 2014. In particolare si chiederà di prestare particolare attenzione a tutte quelle attività nelle quali è più alto il rischio di fenomeni di corruzione: autorizzazioni e concessioni, scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, concessione ed erogazione di sovvenzioni e contributi, riscossione di tributi e canoni, gestione del personale.

“L’amministrazione Accorinti in campagna elettorale sbandierava legalità e trasparenza e a distanza di mesi dalle nostre sollecitazioni regna ancora il silenzio. Siamo qui oggi per continuare a mettere in campo azioni per il bene della città, così come abbiamo fatto fino ad oggi all’interno di questo Consiglio comunale ha esordito il capogruppo Pd Paolo David.

Giuseppe Santalco è andato ancora più a fondo e ha ribadito la mancanza del piano triennale anticorruzioni, in contrasto con “le incrostazioni che appaiono palesi in alcuni dipartimenti dove funzionari e dirigenti non ruotano da anni. Manca anche il codice di comportamento, l’organo indipendente di valutazione deputato all’attuazione dei principi di trasparenza, per non parlare delle partecipate in cui pare che queste normative siano totalmente sconosciute”.

Da Felice Calabrò una serie di stoccate precise e dirette: perché l’amministrazione non ha mai risposto alle interrogazioni con cui i consiglieri hanno specificatamente chiesto chiarimenti sugli atti gestionali delle partecipate? Perché non risultano risolte le posizioni di quei dirigenti che si trovano nella condizione di controllore-controllato, in particolare il segretario/direttore generale Antonio Le Donne che è allo stesso tempo controllore e controllato, ma anche soggetto preposto all’attuazione delle norme anticorruzione? Stessa considerazione anche per il capo della Municipale Calogero Ferlisi che detiene anche la dirigenza del dipartimento Avvocatura e che, come riportato da Simona Contestabile, ha ufficialmente dichiarato di non aver alcun diritto a ricoprire il ruolo di dirigente all’Avvocatura.

Poi ai consiglieri è toccato passare in rassegna alcuni ambiti in cui la mancanza di trasparenza si sta palesando sempre più insistentemente. La Presidente del Consiglio, Emilia Barrile, ha parlato della gestione dei beni immobili del Comune, un settore caldissimo, attenzionato anche dalla Corte dei Conti e per il quale il dipartimento Patrimonio ha iniziato a predisporre i bandi per l’affidamento degli immobili. Fin qui tutto regolare, se non fosse quanto racconta poi la presidente Barrile: “Pare che l’amministrazione stia pensando di dare alcuni immobili comunali, come l’ex succursale ISMIG di via Monsignor Francesco Bruno o altri locali a Bisconte, in comodato d’uso a qualche associazione senza passare da una regolare selezione pubblica. Ci sono due note degli assessori Panarello e Mantineo che bloccano il bando, chiedendo di lasciare i due immobili a disposizione di altri dipartimenti comunali. Vogliamo capire in che modo eventualmente sono stati scelti i soggetti a cui saranno affidati, quale sarà lo scopo e se il Comune ne avrà benefici”.

Riflettori anche sull’Amam e sulla recente operazione di mobilità che ha portato all’azienda acque 14 dipendenti ex Feluca. “Una lavoratrice dell’Amam mi ha raccontato che dal 2 gennaio, giorno in cui sono arrivati i Feluca, è impossibile riuscire a lavorare perché non è stato fatto loro alcun corso né tantomeno si è ancora capito quale debba essere la loro funzione” ha raccontato il consigliere Francesco Pagano che a giorni visionerà atti e contratti per capire quanto personale sia attualmente in gestione all’Amam, con quali incarichi e in base a quali assunzioni. E a proposito di assunzioni, da Felice Calabrò una bocciatura su tutta la linea per l’amministrazione Accorinti che avrebbe potuto e dovuto trovare una collocazione per i 32 che attualmente sono in protesta, “a memoria gli unici ad aver vinto un concorso” e che avrebbero potuto farlo oltre un anno fa chiedendo la proroga delle funzioni per l’emergenza traffico.

Dall’Amam al Teatro Vittorio Emanuele, per il Pd il pentolone in ebollizione è grande. Simona Contestabile ha puntato la lente d’ingrandimento sulla nomina da parte del Cda del Teatro del sovrintendente Antonino Saija, nomina che sembrerebbe avere qualche vizio, a cominciare con l’incompatibilità per il ruolo di membro del Nucleo di Valutazione della Provincia, ma che ha colpito i consiglieri Pd soprattutto perché basata su un curriculum “particolare”. “Ci troviamo di fronte un curriculum sintetico e senza dettagli e riferimenti temporali, abbiamo anche controllato che le esperienze inserite fossero veritiere e il Teatro Regio di Parma è il Goldoni di Livorno sembrano non conoscere neanche il nostro sovrintendente, nonostante nel curriculum figurino esperienze presso questi due teatri” ha rilevato Simona Contestabile che ha anche mostrato la nota che sarà indirizzata a Cda, Regione, Provincia, commissario straordinario e Comune per provare a ristabilire la verità dei fatti (vedi articolo a parte).

Non potevano mancare Atm e Messinambiente, rispettivamente trattate da Carlo Cantali e Nicola Cucinotta. Dell’azienda trasporti di via La Farina Cantali si era già occupato in questi giorni, dopo le proteste degli abitanti dei villaggi per la carenza di mezzi nelle periferie della città. Il consigliere ha già prodotto una richiesta di accesso agli atti per poter visionare documenti e contratti che hanno portato in città i nuovi mezzi e quali accordi ci sono dietro manutenzioni e incarichi. Nicola Cucinotta ha invece ricordato le numerose interrogazioni prodotte insieme alla collega Antonella Russo ma alle quali il commissario di Messinambiente Alessio Ciacci non ha mai risposto. “Abbiamo chiesto più volte perché Messinambiente non avesse adottato il piano anticorruzione, abbiamo posto tanti interrogativi, ad esempio per capire il contenzioso con la ditta Adamoli da cui abbiamo acquistato due autoarticolati da 240 mila euro mentre la Seap continuava a svolgere il servizio di trasporto in discarica costandoci 35 mila euro al mese”.

Insomma, tantissimi temi caldi su cui il Pd promette battaglia. Se fra trenta giorni non ci saranno le risposte che hanno richiesto si passerà alle denunce in Procura.

Francesca Stornante