Lucia Tarro Celi: “Ripartiamo da voi, nuove generazioni politiche del Pd”

Ripartiamo da voi. Lo chiede un Partito che vuole ritrovare l'orgoglio e la dignità per affrontare le sfide del presente.

Lo chiede una città simbolo di un Mezzogiorno destinato a vivere vecchie e nuove povertà, vecchie e nuove disuguaglianze, vecchie e nuove forme di crisi. Lo chiede una generazione abituata a fare della politica il senso della propria vita e a non accettare facilmente il deserto culturale e morale che le "truppe cammellate" hanno lasciato nel loro fedelissimo cammino verso il proprio capo, provocando nella recente storia del Pd messinese quella sorta di offuscamento d'immagine e di visibilità che solo la polvere dei deserti riesce a produrre.

Ma oggi è un nuovo giorno e sento che sarete proprio voi, i giovani del Pd, a ritrovare la passione e la cultura politica necessarie per dialogare con la città, con uomini e donne in carne e ossa e con tutte forze del centro sinistra interessate al cambiamento.

Un cambiamento che sarà tanto più vero se le differenze di idee e di correnti saranno risorse e non contrapposizioni ideologiche, se saprete tradurre in azioni concrete i valori di giustizia e di solidarietà umana che stanno dentro quel filo della memoria che oggi chiede di essere presente e vivere tra la gente, tra i giovani senza lavoro, tra i territori in dissesto, tra le pieghe di una città che rischia di trasformare la propria "bellezza" in lamento se non in disperazione. Una percezione della crisi e di mancanza di futuro che spingono tantissimi vostri coetanei ad oltrepassare lo Stretto, perché nel frattempo la città si è impoverita culturalmente oltre che economicamente.
Voi avete le carte in regola per dare nuova linfa vitale al Pd, alla sua capacità di essere un rinnovato punto di riferimento, sapendo che le sfide sono tante, da un rapporto più costruttivo e dialettico con l'amministrazione comunale, all'impegno, insieme alla deputazione regionale, sulle nuove prospettive di sviluppo del sistema Messina, alla costruzione di nuove coalizioni, all'attenzione continua sui temi quotidiani che riguardano la qualità della vita, l'occupazione, i servizi, la condizione delle periferie.

Cerco di comprendere l'incertezza dei due giovani consiglieri in pausa di riflessione, ma senza minimamente influenzare la loro libertà di scelta, voglio ricordare il loro positivo consenso alla realizzazione dell'isola pedonale di Via dei Mille, contro l'ostinata e anacronistica avversione del resto del gruppo consiliare. Meno comprensione sento di avere nei confronti di chi, con qualche anno in più, tenta disperatamente di giustificare l'adesione al capo con presunte coerenze e qualità personali, proiettando forse più un'utopica idea di sé che il racconto reale della propria esistenza politica.

Spero di non cadere nella retorica o nella nostalgia se, invece vi ricordo le ultime parole di Enrico Berlinguer rivolte al bisogno di "andare casa per casa" ed essere credibili per le battaglie che si conducono e per i comportamenti che si praticano. Mutuando quell'appello è necessaria, oggi, una politica di forte radicamento sociale e di vera comunicazione con un tessuto umano che va impoverendosi sempre più.

So che la fase che stiamo vivendo è una delle più difficili e complesse della contemporaneità. Ma c'è anche il suo opposto: il fascino di una sfida eccezionale , quello di camminare lungo il confine di una trasformazione epocale e lasciare qualche frammento delle proprie tracce. A New York, a Parigi, a Milano, a Messina.

Allora partiamo proprio da questa sfida affidando alla passione delle nuove generazioni politiche il compito di ricostruire un Pd aperto al confronto, all'accoglienza di nuove energie, ad un vero pluralismo di idee e di opzioni politiche. Solo dentro questa voglia di stare insieme e di condividerne le regole può nascere la scelta del futuro leader, fuori dai pruriti personali e dagli opportunismi di maniera.

Alle nostre generazioni tocca il compito di interagire nella giusta distanza.

Con generosità, ma vi assicuro, con la passione politica di sempre.

Lucia Tarro Celi