cronaca

L’inchiesta sul Cas e il vaso di Pandora delle intercettazioni

MESSINA – Rischia di essere un vero e proprio vaso di Pandora l’inchiesta sul servizio antincendio del Cas, sfociato nei 3 arresti di qualche giorno fa. Dalle carte del procedimento, infatti, emergono vari filoni di inchiesta, partite tra il 2018 e il 2019. Alcune sono già venute alla luce ed hanno portato a clamorosi provvedimenti nei confronti di noti imprenditori considerati contigui alla mafia. In altri casi, i molti omissis tra le intercettazioni lasciano supporre che le indagini siano ancora in corso, in particolare quelle relative alla stretta cerchia dei protagonisti.

Protagonisti che intanto si preparano al primo confronto col giudice. Gli interrogatori di garanzia sono stati fissati per martedì 7 febbraio prossimo e si comincerà con gli imprenditori Francesco Duca e Giuseppe Trifilò, per poi sentire l’ex dirigente del Cas Gaspare Sceusa. In quella occasione, tutti e tre avranno l’occasione di difendersi, fornendo la loro versione dei fatti.

Dall’Anas al Cas

Giusy Interdonato

Intanto sul tavolo ci sono i risultati degli accertamenti della Direzione Investigativa antimafia, coordinata dal vice questore Giusy Interdonato, che ha intercettato per mesi Duca e i suoi più stretti collaboratori. Sono le loro conversazioni a svelare, per esempio, il coinvolgimento del quarto indagato, l’imprenditore torinese Pietro Paolo Rampino. E’ a lui che si rivolgono Duca e i suoi per convincerlo ad interessarsi della gara indetta dal Cas. Vogliono vanificare il primo bando, per potersi comunque aggiudicare quello che avrebbero “pilotato” sin dall’inizio, è la conclusione degli investigatori alla luce delle frasi al telefono tra loro.

Il Cas che piace anche al Nord

L’imprenditore è restìo a lavorare con i siciliani, scrive il giudice nel provvedimento d’arresto, e per convincerlo gli spiegano che è un affare grosso, che riguarda 40 gallerie. A che serve Rampino? Per gli investigatori la spiegazione è chiara, la svelano le intercettazioni e lo confermano le testimonianze raccolte. A far entrare una ditta che ha requisiti che li confortano, che taglia fuori altri concorrenti, ma che in accordo con loro sarebbe comunque disinteressata all’appalto, aprendo la strada alle maestranze di Duca. Ma soprattutto Rampino, che adesso è sospeso per sei mesi, assicurerebbe loro di poter intervenire su Anas perché a sua volta faccia pressione sul Cas, per revocare il bando.