Liquidazione Atm, Sciacca rilancia: "La procedura rischia di essere annullata"

Liquidazione Atm, Sciacca rilancia: “La procedura rischia di essere annullata”

Francesca Stornante

Liquidazione Atm, Sciacca rilancia: “La procedura rischia di essere annullata”

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mercoledì 11 Marzo 2020 - 14:43

Continua la querelle tra il dirigente del Centro per l'Impiego e i liquidatori sulle procedure di #liquidazione di #Atm

«Suggerimenti senza logica motivazione giuridica». Così i liquidatori di Atm avevano definito l’ultimo parere dato dal dirigente del Centro per l’Impiego di Messina sulla liquidazione di Atm. Una saga a puntate che va avanti da settimane e che vede sul ring da un lato i liquidatori Pietro Picciolo, Fabrizio Gemelli e Roberto Aquila, dall’altro il dirigente Gaetano Sciacca. “Colpevole”, secondo i liquidatori, di aver tirato in ballo l’Avvocatura di Stato, senza condividere la scelta con liquidatori e sindaco, per un parere sulla legittimità dei commissari e delle procedure che stanno portando avanti. Sospendendo le procedure di licenziamento collettivo di 461 lavoratori.

A muovere Sciacca erano però stati dubbi sostanziosi mossi da Uiltrasporti, Filt Cgil e Cub, condivisi anche da tutte le altre organizzazioni sindacali. E così ha richiesto un parere ad un organo terzo e poi ha comunicato l’esito di questa “consultazione”. Esito che però i liquidatori sembrano non aver alcuna intenzione di accettare.

Così il dirigente Sciacca è tornato a scrivere, ribadendo il senso dell’iniziativa messa in atto. Lo fa in due note, una che si rivolge principalmente ai liquidatori e l’altra al sindaco Cateno De Luca. Ai liquidatori dice chiaro e tondo che «più chiaro di così» quel parere non poteva apparire. Però, vista la risposta ricevuta dai commissari, Sciacca evidentemente teme di non essere stato sufficientemente chiaro. Così spiega di nuovo, mettendo nero su bianco, quali sono le direttive che il Centro per l’Impiego ha deciso di dare sulla scorta dei chiarimenti ricevuti dall’Avvocatura di Stato.

Si ribadisce in pratica che il Centro per l’Impiego «eccepisce la legittimità ad agire da parte dei commissari poiché non risultano in possesso, come prevede l’articolo 50 dello Statuto, dell’effettiva titolarità e dei pieni poteri». Dunque, si legge nella nota, «l’attivazione delle procedura di licenziamento è carente di legittimazione, con conseguente vizio di eccesso e di potere da parte di chi l’ha richiesta. Allo stesso modo l’intera procedura di licenziamento collettivo avrà il concreto rischio di essere annullata.

In pratica Sciacca, dopo il parere dell’Avvocatura di Stato, dice senza mezzi termini che i liquidatori attualmente in carica non sono legittimi e che il licenziamento collettivo di 461 dipendenti rischia di essere annullato.

Il dirigente risponde anche al fatto di essere stato accusato di “scortesia” per non aver inviato a liquidaori e Comune il testo del parere dell’Avvocatura. A rispondere a questo punti

Alla luce di queste valutazioni Sciacca però ribadisce la disponibilità del Centro per l’Impiego a continuare il confronto sulla delicata fase di liquidazione di Atm. E per questo convoca un incontro per il prossimo venerdì 13 per riavviare il dibattito sulla liquidazione. «Si chiarisce –scrive Sciacca- che la richiesta di copia del parere non può essere soddisfatto, perché si tratta di atti interni alla Pubblica amministrazione.

Il dirigente risponde anche al sindaco Cateno De Luca, ripercorrendo tutte le tappe che in questa fase di liquidazione hanno tirato in ballo il Centro per l’Impiego. Con date e numeri di protocollo alla mano Sciacca in pratica dice al sindaco che in questa querelle “non ha perso tempo” come invece qualcuno ha fatto intendere. E spiega che, in attesa di ricevere il parere dell’Avvocatura, ha comunque formulato le sue proposte operative e ha portato avanti la procedura, soprattutto nel rispetto dei tempi e dei lavoratori in ballo. Sottolineando che si rischia di non garantire i lavoratori se non si attuano procedure corrette.

Sciacca anche in questo caso espone al sindaco le stesse motivazioni fornite ai liquidatori sulla loro legittimità, alla luce del parere dell’Avvocatura. Sperando che questa volta le argomentazioni e le risposte fornite siano state «definitivamente chiare ed esaustive».

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