Lo scontro su Messina Social City e la necessità di accendere i riflettori sulle politiche sociali

Lo scontro su Messina Social City e la necessità di accendere i riflettori sulle politiche sociali

Marco Olivieri

Lo scontro su Messina Social City e la necessità di accendere i riflettori sulle politiche sociali

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venerdì 29 Dicembre 2023 - 19:10

L'esigenza primaria è quella di vigilare sempre sulle attività per cambiare il modello culturale: servono meno polemiche social e più interventi mirati nel sociale

MESSINA – “Pasta fredda e mozzarella ai poveri di Fratelli tutti la vigilia di Natale”. La polemica tra la senatrice Dafne Musolino e Messina Social City rischia di avere le caratteristiche tipiche degli scontri mediatici. Tutti giocati sulla personalizzazione, sugli scontri tra opposte verità, e con poca attenzione ai contenuti e alla necessità di entrare nel merito delle questioni. Piuttosto che concentrarsi sul singolo caso, che va appurato, come ha evidenziato la stessa assessora Calafiore, e che la senatrice ha fatto bene a sollevare, sarebbe giusto concentrarsi sulle politiche sociali. Politiche sociali fondamentali in una città dove dominano le sperequazioni sociali. E sotto questa lente va esaminata l’attività di Messina Social City, in caso correggendo ciò che non funziona.

Il contesto sociale ed economico è decisamente allarmante. In questi mesi, si è parlato di tremila famiglie senza reddito di cittadinanza nel territorio messinese e la Cgil ha denunciato quasi quattromila sospensioni del reddito di cittadinanza. Il tutto in assenza di progressi nel campo delle politiche per il lavoro.

A questo s’aggiunge il continuo monito dell’Unione inquilini: “229 sfratti nel 2022 e il disagio è aumentato nel 2023 con la perdita del reddito di cittadinanza e l’azzeramento dei fondi contributi affitto e morosità incolpevole. Tremila famiglie a Messina vivono nel disagio abitativo”.

La necessità di una strategia nelle politiche sociali da parte dell’amministrazione

Sottolinea Antonio Currò, segretario dell’Unione inquilini: “Il Comune manca di una strategia nell’affrontare questo tsunami sociale: gli sfratti e gli sgomberi aumentano in un terreno nel quale si è carenti di politiche abitative. Tutto ciò va invece trattato alla stregua degli altri servizi per i cittadini, come elemento essenziale. Da tempo il sindaco ci deve dare risposte sugli abitanti di via Padova e su quelli delle cosiddette case fantasma a Zafferia. Non bastano gli interventi che ha fatto in alcuni casi. Servono un’azione costante e un progetto”.

A questi disagi, che non sono emergenze perché riguardano problemi strutturali della società messinese, si aggiunge l’esigenza di offrire ai senza fissa dimora il massimo dell’assistenza e del sostegno. E una struttura come “Fratelli tutti” (nella foto i rappresentanti delle istituzioni in occasione dell’inaugurazione) deve assolvere a questo compito fondamentale. Di certo, esistono gli strumenti amministrativi e politici per verificare che Messina Social City svolga questo compito al meglio. E, là dove dovessero esserci degli elementi critici, bisogna intervenire immediatamente. La valutazione va estesa al caso degli alloggi di transito, raccontati di recente dalla nostra testata.

In generale, servono fondi, idee, progetti e volontà politica per fare di Messina una realtà completamente diversa nel campo delle politiche sociali. Commenta Più Europa Messina: “Comprendiamo che in un momento in cui l’amministrazione punta sulla propria immagine, che risulta ai più vincente tra concerti e addobbi natalizi, fare opposizione politica non sia vantaggioso. Ma ci auguriamo che i partiti rappresentati a Palazzo Zanca chiedano risposte circostanziate e un cambio dei vertici della Messina Social City”.

Al di là del cambio o no ai vertici, ciò che conta è che Giunta, maggioranza e opposizione vigilino su tutte le attività per far sì che prevalga l’interesse generale. E, per potenziare alcuni servizi, si potrebbe anche “copiare”, non è un’eresia, dei modelli di welfare e politiche sociali più avanzati a livello europeo. Si vada oltre la polemica su pasta fredda e mozzarella, insomma, per costruire qualcosa di più a favore di chi è in difficoltà, magari creando le premesse perché possa rialzarsi e riprendere la propria vita. Questo senza nulla togliere all’esigenza di aiutare tutti.

In definitiva, l’esigenza è quella di cambiare il modello culturale: servono meno scontri stile social, risse che lasciano il tempo che trovano, e più interventi mirati. Più competenza e voglia di mutare il corso delle cose in ambito sociale.

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