Cronaca

Mafia a Messina, catturato il boss latitante Giovanni De Luca. DETTAGLI e FOTO

Sono stati i messaggi che scambiava con i parenti e i collaboratori più stretti a costargli la cattura. Giovanni De Luca, indicato come uno dei boss emergenti tra più autorevoli nel panorama criminale cittadino, è stato arrestato ieri sera dalla Squadra Mobile dopo un anno di latitanza.

Antonio Sfameni capo Squadra Mobile Messina

Gli uomini del vice Questore Antonio Sfameni lo hanno individuato in un’abitazione di vico San Domenico, tra Fondo Fucile e Bordonaro, dove si nascondeva in un vano ricavato in un’intercapedine dietro il frigorifero della cucina. Arrestata Elena Micalizzi, la 27enne che viveva in casa, accusata di favoreggiamento aggravato dalle modalità mafiose. In casa c’erano vestiti, scarpe maschili e farmaci riconducibili al latitante.

Giovanni De Luca

L’irruzione è scattata dopo diverse ore di appostamenti. Gli investigatori avevano ristretto il campo al quartiere da qualche giorno, dopo aver individuato una utenza telefonica “sospetta”, seguendo le comunicazioni e i movimenti dei familiari del boss poco più che trentenne. La cellula di aggancio ha permesso di puntare i fari su una serie di abitazioni della zona, poi poco a poco, dopo una serie di controlli e appostamenti, la Polizia ha avuto la certezza che De Luca era proprio in quell’abitazione dove sono entrati poco dopo le 20.

Aveva tentato, fino all’ultimo, di rimanere nascosto. Con l’aiuto dei vigili del fuoco, gli investigatori si sono portati sulla terrazza della casa scorgendo una piccolissima presa d’aria che consentiva al latitante di respirare all’interno del nascondiglio.

Dopo il passaggio in Questura, De Luca è stato portato in carcere a Gazzi. Era latitante da oltre un anno, dal 7 ottobre 2019. Ancor prima dell’operazione Flower che lo vede coinvolto, si era dato alla macchia per sfuggire ad un ordine di esecuzione seguito ad una condanna per estorsione.

L’inchiesta sulla gestione dei locali della movida ha svelato il ruolo di De Luca come uno dei principali organizzatori delle estorsioni ai lidi e alle discoteche, insieme ad altri nomi emergenti della zona centro-sud cittadina. Il giovane boss è “figlio d’arte” perché nipote di Nino De Luca, killer del clan Sparacio, anche lui catturato dopo un periodo di latitanza, protagonista di una rocambolesca fuga dall’ospedale dove era agli arresti perché ammalato, fuga tentata per regolare un conto in sospeso tutto privato, una questione di tradimenti amorosi e rivalità tra boss.