Operazione Il Padrino, inchiesta chiusa per il clan emergente di Milazzo

Operazione Il Padrino, inchiesta chiusa per il clan emergente di Milazzo

Al.Ser.

Operazione Il Padrino, inchiesta chiusa per il clan emergente di Milazzo

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giovedì 05 Febbraio 2015 - 14:34

Il pm della Dda Maria Pellegrino ha chiuso l'inchiesta sfociata nel blitz dei carabinieri del 2 ottobre scorso. Sei le persone arrestate, accusate di farsi largo nel panorama criminale tra Spadafora e Barcellona a colpi di estorsioni ed incendi, e cercando contatti con la mafia barcellonese.

E? arrivata al capolinea l'inchiesta sul clan emergente di Milazzo che in due anni aveva messo a ferro e fuoco la zona compresa tra Spadafora e la città del Capo con una escaletion di violenze, dagli scippi agli incendi dei cassonetti, che aveva allarmato i cittadini. Il sostituto procuratore della Dda Maria Pellegrino, titolare del caso, ha siglato l'atto di chiusura delle indagini preliminari che hanno consentito di fare luce su quello che era un vero e proprio clan che muoveva i primi passi, smantellato dai Carabinieri con sei arresti.

Il blitz è scattato nell'ottobre scorso con l'arresto dell'emergente Francesco Santamaria, 43 anni di Rometta, ormai leader indiscusso del gruppo. In carcere anche Sergio Mavilla (28) di Rometta, autentico "braccio armato" del gruppo. E' stato lui che, insieme alla fidanzata Elvira Fassi (21 anni, di Villafranca, andata ai domiciliari col braccialetto elettronico), avrebbe dato fuoco, numerose volte, a cassonetti e auto. L'episodio più grave alla fine del 2011, quando il ragazzo diede fuoco a 60 ettari di bosco. Le fiamme lambirono l'abitato, ma Mavilla era quasi insoddisfatto del risultato, lamentandosi che il fuoco non si era propagato abbastanza. La sua "propensione al fuoco" era tale da definirsi "figlio del fuoco". I suoi toni "esaltati" sono stati registrati dalle cimici dei militari della compagnia di Milazzo, ai comandi del capitano Antonino Ruotolo, che lo accusano di una lunga serie di danneggiamenti e incendi, compreso quelli ai danni dei familiari della fidanzata.

In carcere anche Tindaro Talarico, 38 anni, considerato l'armiere del gruppo. Nella sua abitazione, nel il 9 giugno 2012, i carabinieri trovarono e sequestrarono due pistole calibro 7,65 con matricola abrasa e diverse munizioni. Carcere, infine, anche per Pasquale Corrado, 38 anni, di Augusta ma residente a Villa San Giovanni; avrebbe partecipato ad un raid messo a segno da Mavilla, che nel novembre 2011 crivelló di colpi di pistola la saracinesca di un barbiere, incurante delle telecamere di sicurezza.

Tra gli episodi più violenti messi a segno dal gruppo, l'irruzione notturna in casa di un'anziana, nel gennaio 2011, a Saponara. In due, dopo averla aggredita e averle strappato gli orecchini, sono poi fuggiti con altri preziosi razziati in casa. La malcapitata è stata ricoverata in ospedale. Tutti hanno precedenti, tranne la giovane fidanzata di Mavilla, e i 5 in carcere sono ora accusati di associazione mafiosa e, contestate a vario titolo, rapina, danneggiamenti aggravati, incendio boschivo. Agli atti dell'inchiesta anche un contatto tra Il Padrino e Salvatore Foti, figlio dell'esponente di spicco della mafia di Barcellona, Carmelo Vito Foti.

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