Società

Messina. “Meno spese militari, più servizi sociali”

Ieri il movimento No Muos sarebbe dovuto tornare in piazza per ribadire la contrarietà agli “impianti di guerra nocivi per l’ambiente e per i cittadini” e alla presenza delle basi militari Usa e Nato in Sicilia. A causa della diffusione del Covid-19 si è, però, preferito lanciare una giornata di mobilitazione regionale dislocata nei territori.

A Messina l’appello è stato accolto dal Fronte popolare Autorganizzato – Si Cobas che da sempre sostiene le istanze del movimento No Muos e in generale di tutti quei comitati che lottano per difendere il territorio.

In occasione di questa giornata – e proprio per la situazione pandemica che stiamo vivendo – il movimento No Muos ha deciso di “ribadire la necessità di utilizzare i soldi che lo Stato Italiano stanzia in spese militari, in settori come la sanità e il trasporto pubblico, la messa in sicurezza del territorio, la scuola e l’università. Crediamo che se questi settori non avessero subito negli ultimi anni tagli e definanziamenti, oggi non saremmo così vulnerabili e non saremmo costretti a scegliere ancora una volta tra salute e lavoro. E aggiungiamo che senza la distruzione dell’ambiente a cui stiamo assistendo, anche per colpa di impianti come il Muos, utili solo a garantire profitti di corporazioni e multinazionali, oggi l’umanità non sarebbe minacciata da virus letali come questo».

Nello striscione esposto dal Fronte Popolare Autorganizzato campeggia la frase: «Recovery Fund: – spese militari + servizi sociali».