Il Tribunale del Riesame concede i domiciliari e stabilisce: non andava portato in carcere
Si aprono le porte del carcere per Augusto Reitano, arrestato il 21 settembre scorso dalla Guardia di Finanza di Messina. All’imprenditore di origini messinesi, ma di caratura nazionale, sono stati concessi i domiciliari dal Tribunale del Riesame di Messina, che ha accolto il ricorso degli avvocati Nino Favazzo, Sebastiano e Mario Giaquinta e Gianfilippo Ceccio.
Secondo i giudici del TdL la misura degli arresti in carcere è eccessiva. Per il fratello Gabriele Reitano è stato ritenuto sufficiente l’obbligo dì presentazione alla polizia giudiziaria.
Entrambi avevano risposto all’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, all’indomani degli arresti, fornendo “ampi chiarimenti utili alla ricostruzione dei fatti loro contestati – spiega l’avvocato Favazzo, che commenta – Come era già stato rappresentato al Gip, la più grave delle misure cautelari non si giustificava, anche in considerazione del lungo tempo trascorso dai fatti -il fallimento è del 2017, mentre le condotte che lo avrebbero determinato si fermano agli anni 2007/2008. Tesi difensiva oggi condivisa dai giudici del Riesame che hanno ricondotto i fatti all’interno dì una accettabile cornice di legalità”.
La Procura indaga sul fallimento della Network cable sr, dichiarato dal Tribunale di Messina nel 2017. Secondo i finanzieri e la Procura, Reitano avrebbe gestito una serie di sigle societarie al solo scopo di “svuotare” la società principale prima del fallimento, sottraendo beni ai creditori, e utilizzando mere teste di legno. Le società, attive tra Roma e Siracusa, erano specializzate nel settore luxury e accoglienza.

Un giornale letto e seguito come il vostro non può fare l’errore di pubblicare la foto dell’on. Romano. Risarcimento in vista?