Ballottaggio Milazzo the day after: Pd ed Mpa esultano, nel PdL è resa dei conti

Ballottaggio Milazzo the day after: Pd ed Mpa esultano, nel PdL è resa dei conti

Ballottaggio Milazzo the day after: Pd ed Mpa esultano, nel PdL è resa dei conti

martedì 15 Giugno 2010 - 10:37

Politicamente vince l'alleanza variegata in salsa regionale, esaltata da Ballistreri e Gallo. Nel PdL prosegue lo scontro lealisti-sicilianisti: attesa la presa di posizione dei vertici nazionali dopo la sconfitta. I cittadini attendono adesso le risposte amministrative, quali le priorità?

Come prevedibile che fosse, la sconfitta di Lorenzo Italiano nella corsa alla poltrona di sindaco di Milazzo ha alimentato all’interno del PdL il clima reso già infuocato dai risultati del primo turno: il mancato successo del primo cittadino uscente, che è dovuto andare al ballottaggio poi perso; il flop della lista ufficiale che non è riuscita a superare il quorum rimanendo così a bocca asciutta e senza un consigliere nel civico consesso; il processo politico avviato nei confronti del senatore Domenico Nania e della sua squadra, aperto prima ancora dell’esito finale e oggi vivo più che mai sulla base di scelte non condivise da una parte del partito berlusconiano (così come testimoniano anche una parte dei commenti nell’articolo correlato in basso).

Il primo a sfoderare la spada è il vicepresidente dei deputati del PdL Carmelo Briguglio, sostenitore del neoeletto Pino: «A Milazzo è stata punita l’arroganza di chi pensa di potere gestire il PdL come proprietà privata – commenta senza fronzoli -. Al neo-sindaco Carmelo Pino, da sempre nelle file del PdL (ndr.già area FI), eletto con una coalizione locale per il buongoverno e contro il malaffare formulo, gli auguri di buon lavoro a nome mio e di Generazione Italia». La risposta è affidata al deputato messinese di area lealista, Nino Germanà, che controbatte attribuendo parte della sconfitta a chi ha reso il partito slegato: «Prendo atto che la sconfitta del candidato ufficiale del PdL, Lorenzo Italiano, è una sconfitta che mette a repentaglio l’intero progetto del partito in Sicilia, corroso al suo interno da tutti coloro che rinunciando ad appoggiare il nostro simbolo hanno consegnato la vittoria nelle mani del candidato avversario – spiega -. E’ doveroso constatare che siamo di fronte ad una sconfitta dettata dal deterioramento delle dinamiche interne al partito, il già fragile equilibrio si è definitivamente spezzato ed è quindi necessario reclamare a gran voce l’intervento dei vertici nazionali del per arginare la disfatta e adottare le contromisure atte ad evitare che questa debacle non si trasformi nella prima di una lunga serie». L’impressione è che la resa dei conti è sempre più vicina e che dovrà prima o poi concludersi, in un senso o nell’altro. Al di là dei dati infatti, la spaccatura esistente all’interno del partito azzurro non può essere più ignorata, considerando le situazioni che dal contesto regionale sempre più frequentemente si riflettono nelle dinamiche locali e una gestione che appare sempre meno condivisa.

Il successo di Carmelo Pino viene invece accolto con entusiasmo anche da Pd ed Mpa, al primo turno slegate e con un proprio candidato (Formica per i primi, Torre per i secondi) e al ballottaggio apparentati con l’avvocato appena eletto. Ricordiamo infatti che lo stesso Pino aveva conquistato il 29,28% con solo cinque liste a supporto (I love Milazzo, Uniti per l’Autonomia di Milazzo, Insieme si vince, Citta’ attiva, Milazzo futura), mentre al secondo turno è riuscito a racimolare un buon 52,04% (considerato il testa a testa senza gli altri quattro contendenti) grazie all’aiuto dei -nuovi alleati- con i quali andrà a governare. Una scelta per tutti coloro che ci hanno creduto, quella di non badare troppo alla collocazione politica ed unirsi sotto la bandiera del bene del centro tirrenico. Una formazione che adesso dovrà guardarsi in faccia e trovare l’equilibrio per cominciare l’attività amministrativa

«E’ un grande risultato politico che premia l’impegno di tutto il partito ed, in particolare, dei candidati e dei dirigenti del Pd che si sono prodigati sul territorio», afferma il segretario regionale del Partito Democratico Sicilia, Giuseppe Lupo. Gli fa eco il deputato nazionale Sergio D’Antoni: «Una vittoria netta e importante, che ben rappresenta i risultati del rinnovamento avvenuto nel Partito democratico siciliano e indica che la strada intrapresa dal partito sull’Isola e’ quella giusta. Ripartire da questi risultati significa rendersi conto che e’ stata imboccata la via maestra, quella della trasparenza e della partecipazione dal basso. Ora occorre procedere su quel sentiero con la stessa convinzione e lo stesso coraggio». E poi ci sono le parole del segretario provinciale del Pd, Francesco Gallo: «Il Pd, con questo successo, entra nell’amministrazione del terzo comune della provincia di Messina. Analizzando la dinamica della campagna elettorale e il risultato, si evince che il modello Milazzo va esportato. Bisogna infatti creare alleanze riformiste capaci di rompere l’egemonia della destra». Certamente una prova per il Pd quella arrivata dal centro tirrenico, che insieme a Rifondazione e Sinistra e Libertà ha stretto l’alleanza addirittura con una parte di centrodestra e con gli autonomisti, pietanza in salsa regionale che sembra continuare ad affermarsi. Il Pd dovrebbe essere rappresentato in giunta da Stefania Scolaro, già eletta in consiglio comunale ma che cederebbe il proprio posto nel civico consesso al segretario cittadino del partito, Antonio Napoli, primo dei non eletti nella lista ufficiale (l’altra è D&M del cons.prov. Italiano).

Infine il Movimento per l’Autonomia, che parla attraverso il vicecommissario regionale del Mpa con delega per la provincia di Messina, Maurizio Ballistreri: «L’affermazione dell’alleanza che ha sostenuto Pino nel ballottaggio Milazzo, simmetrica a quella che sostiene il Governo regionale, rafforza ulteriormente il consenso del popolo siciliano a Raffaele Lombardo ed al suo impegno autonomista, democratico e riformista. Un’affermazione in favore della quale sono stati decisivi la candidatura di Carmelo Torre al primo turno e l’appoggio del Mpa nel ballottaggio. Quanto al territorio messinese la sconfitta di Italiano testimonia una significativa erosione di un sistema di potere costruito sulla sudditanza dei cittadini». Come ricordato però, se al secondo turno l’Mpa ha trovato la compatezza, non si può dimenticare che in prima battuta anche le anime autonomiste partivano divise, con Massimo D’Amore e Cateno De Luca subito con Pino, Santo Catalano e i suoi LeAli con Italiano (poi tagliato da Raffaele Lombardo in persona) e gli ufficiali insieme all’Api di Rutelli legati a Torre.

Chiusa la fase politica è il momento di pensare al futuro di Milazzo. I nuovi amministratori avranno cinque anni per convincere gli elettori che eleggerli è stata la scelta giusta. Diverse le priorità da affrontare, chiediamo ai cittadini mamertini di dirci attraverso lo spazio commenti da dove si dovrà cominciare secondo loro…

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