Per non dimenticare gli orrori delle guerre
Il 10 febbraio in tutta Italia si celebra il “Giorno del ricordo” per non dimenticare i cinquemila italiani massacrati in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1945, uccisi dai partigiani di Tito solo perché erano italiani.
Una ricorrenza quasi dimenticata che solo nel 1996, a seguito di una rilettura storica degli avvenimenti, viene celebrata coinvolgendo gli studenti della scuole.
Per l’occasione il sindaco Carmelo Pino e l’assessore alla Pubblica Istruzione, Stefania Scolaro hanno voluto ricordare il tragico evento con un manifesto murale e una breve riflessione.
”La ricostruzione storica- afferma Pino- ha dimostrato che si è trattato di una pulizia politica ed etnica in piena regola, mascherata come azione di guerra. In realtà nelle cavità carsiche chiamate foibe vennero gettati ancora vivi, l’uno legato all’altro col fil di ferro, uomini, donne, anziani e bambini che in quel periodo di grande confusione bellica si erano ritrovati in balìa dei partigiani jugoslavi. E’ giusto dunque non dimenticare quegli orrori”.
Il “Giorno del ricordo” non è solo dedicato alle vittime delle foibe, ma anche alla grande tragedia dei profughi giuliani: 350 mila costretti all’esodo, a lasciare case e ogni bene per fuggire con ogni mezzo in Italia dove furono malamente accolti.
Perché proprio il 10 febbraio? E’ una data simbolica che si riferisce al 1947 quando entrò in vigore il trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, Zara, parte delle zone di Gorizia e di Trieste, passarono alla Jugoslavia. Le stragi avvennero all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 quando si scatenò l’offensiva dei partigiani comunisti. Nel mezzo furono colpiti indiscriminatamente tutti gli italiani.
“Riteniamo dunque – conclude Pino- questo omaggio un atto dovuto che deve simboleggiare l’unità d’Italia contro tutte le barbarie”.
