Milazzo. Rondone replica al deputato Romano su centraline e fondi per l’inquinamento

Milazzo. Rondone replica al deputato Romano su centraline e fondi per l’inquinamento

Milazzo. Rondone replica al deputato Romano su centraline e fondi per l’inquinamento

sabato 05 Dicembre 2009 - 12:05

In riferimento alla recente presa di posizione del deputato regionale Fortunato Romano (Mpa) sulle problematiche ambientali del comprensorio di Milazzo, e in particolare alle critiche rivolte all’amministrazione comunale che avrebbe stornato i fondi previsti dal decreto Noe per l’installazione di centraline a favore di piante ad alto assorbimento di emissioni di No2, l’assessore all’Ambiente del Comune, Marco Rondone, appartenente tra l’altro pure all’Mpa, ha rilasciato la seguente dichiarazione.

“Sorprende che l’on. Romano decida improvvisamente, dopo due anni di silenzio, di intervenire su Milazzo ed in particolare sull’inquinamento, alzando il tiro su una problematica che evidentemente conosce poco. Il Comune di Milazzo non ha rinunciato alle centraline, ma è riuscito a salvare un progetto che diversamente sarebbe andato perduto e con esso i fondi. Va detto che il decreto Noè è venuto fuori prima della definizione delle competenze e del ruolo dell’Arpa che ha proprio il compito del monitoraggio e, assieme alla Provincia, della validazione dei dati. Il Comune di Milazzo al contrario non ha alcuna competenza in materia di controllo delle emissioni e di gestione delle centraline. Aver acquistato dunque le centraline avrebbe soltanto portato ad una ulteriore presenza di tali apparecchiature sul territorio senza la possibilità di poter contare su una gestione delle stessa – il Comune non può gestire le centraline – né soprattutto validare i dati acquisiti. Come dire, si acquistavano le centraline per lasciarle poi in disuso una volta che necessitavano di manutenzione. La somma in questione è stata finanziata con decreto dall’assessorato regionale all’Industria nel settembre del 2008 e rientrava tra i fondi del cosiddetto decreto Noè che finanziava i comuni sedi di impianti di raffinazione, estrazione e stoccaggio di prodotti petroliferi per la realizzazione di interventi a finalità ambientale. Somme che rischiavano di andare perdute, in quanto nel febbraio 2007, la Regione aveva annullano gli impegni a favore del Comune di Milazzo proprio per le difficoltà legate all’installazione delle centraline e soprattutto alla gestione, vista la competenza dell’Arpa, cosi come si evidenzia dalla conferenza dei servizi promossa dall’Ufficio Speciale Aree ad altro rischio ambientale già da molti anni. A quel punto per evitare di perdere le somme abbiamo trasmesso tempestivamente la modifica del Piano d’intervento inserendo appunto la sistemazione di aree a verde, misura espressamente prevista dal bando – anche questo voglio sottolinearlo – e così siamo riusciti a recuperare il finanziamento che ora sarà destinato a sistemare quasi 500 alberi nella nostra città”.

Le zone interessate dalla piantumazione sono l’area del depuratore, quella di Ciantro, l’asse viario, Madonna delle Grazie e Madonna del Boschetto.

Le piante che saranno messe a dimora sono il Leccio, il Carrubo, il Ficus e la Jacaranda. L’aver optato per le piante ad alto assorbimento permette dunque di avere un migliore impatto non solo visivo ma anche dal punto di vista qualitativo, tant’è che questa Amministrazione ha provveduto a sistemarle in zone strategiche della città. Il problema dell’inquinamento è importante e questa Amministrazione sia con Agenda 21, sia partecipando agli altri tavoli tecnici ha sempre dato un contributo, procedendo da ultimo al rilascio delle proprie osservazioni in occasione del parere per l’Aia alla Raffineria. Dunque non c’è stata inadempienza. Semmai il problema va risolto proprio a livello regionale e qui faccio appello al ruolo dell’on. Romano e del governo che rappresenta, visto che continua a permanere un conflitto di competenze tra Arpa e Provincia, che finisce per provocare ripercussioni sulla situazione ambientale, non dando ai cittadini quelle certezze che giustamente si attendono”.

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