La Sacelit di San Filippo del Mela persegue le vie bonarie per evitare i ricorsi legali legati ai risarcimenti danni biologici, morali e esistenziali per gli ex dipendenti ed i loro familiari. Ha pagato la somma di 500.000 euro nei confronti di familiari, per la morte di genitori e consorti, per tre ex dipendenti defunti e per un ex dipendente al quale è stata, riconosciuta l’inizio della patologia causata dall’esposizione alle fibre Killer durante il periodo lavorativo.
L’ex Sacelit, l’industria che dal 1958 al 1993 ha prodotto lastre, tubi e contenitori a base di amianto, è stata ormai ribattezzata -la fabbrica della morte-. Già dal 1994 la vicenda riguardante l’esposizione alle fibre di amianto per gli ex dipendenti della Sacelit di San Filippo del Mela, era stata posta all’attenzione generale. La battaglia legale era nata con l’elaborazione dei presupposti che avevano dato inizio a numerosi ricorsi legali, molti dei quali riconosciuti dai giudici del tribunale di Milazzo, Barcellona dalla Corte di appello di Messina e dalla Cassazione. Per i quasi cento dipendenti deceduti a causa di mesotelioma pleurico, carcinoma polmonare, asbestosi pleuro polmonare o insuffienza respiratori, si è applicato lo stesso accordo.
Salgono così a 10 milioni e mezzo di euro le somme erogate dalla Sacelit agli ex dipendenti e ai familiari dello stabilimento di San Filippo del Mela, in quanto l’accordo sottoscritto per evitare i ricorsi legali, pur essendo l’ex dipendente stato risarcito per la patologia riscontratagli o non risarcito in quanto prescritta dalla decorrenza dei termini, prevede un ulteriore risarcimento in caso di morte causata dall’esposizione alle fibre killer.
