Stop al Bando Periferie, Musumeci non ci sta: impugnato il Milleproroghe

Stop al Bando Periferie, Musumeci non ci sta: impugnato il Milleproroghe

Francesca Stornante

Stop al Bando Periferie, Musumeci non ci sta: impugnato il Milleproroghe

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martedì 02 Ottobre 2018 - 06:23

La giunta del presidente Musumeci ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro l'emendamento inserito nel Milleproroghe che congela fino al 2020 i finanziamenti per le aree degradate del Paese. Messina in questo momento si è vista sfumare 40 milioni di euro

«Abbiamo impugnato davanti alla Corte costituzionale, nell'interesse delle Città metropolitane e dei Comuni coinvolti, la legge con la quale il governo nazionale ha congelato fino al 2020 le risorse destinate alla riqualificazione di 120 periferie in Italia».

Lo ha annunciato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, che ha deciso insieme alla sua giunta di opporsi così al Milleprorohe varato dal governo pochi giorni fa e che rischia di far perdere milioni di euro che i Comuni avrebbero potuto spendere in azioni e progetti di risanamento dei territori con il Bando Periferie.

«Lo facciamo– continua – perché siamo convinti che si tratta di una decisione sbagliata, che penalizza, ancora di più, le aree già svantaggiate come la Sicilia: e a subirne gli effetti saranno i più deboli. Più che facilitare gli investimenti nelle aree degradate del Paese, si sono bloccati anche quelli già avviati. Una scelta che in Sicilia coinvolge molti progetti per diverse centinaia di migliaia di euro. Anche per questo motivo, qualora dovesse essere confermata la decisione del governo centrale, ci faremo carico di finanziare, con fondi extraregionali, alcune delle opere 'congelate'» ha dichiarato il presidente che ha colto così anche l’appello dell’Anci Sicilia che proprio ieri pomeriggio aveva chiesto a Musumeci di impugnare il Milleproroghe di fronte alla Corte Costituzionale.

L’impatto della norma approvata nel Milleproroghe ha creato ai comuni siciliani, tenendo conto anche del co-finanziamento, un danno economico di complessivi 500 milioni di euro – spiega l’Anci – e ha coinvolto 117 Comuni, tra i quali le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e i nove Comuni capoluogo».

«La rimodulazione dello stanziamento di risorse destinate alle periferie è un inaccettabile atto di disinteresse per la vivibilità di 117 comuni siciliani e ha ignorato previsioni di legge, convenzioni firmate dalla Presidenza del consiglio dei ministri e registrate dalla Corte dei conti, progetti esecutivi, atti e impegni già assunti», hanno detto Leoluca Orlando e Mario Emanule Alvano, presidente e segretario generale di AnciSicilia.

La Città Metropolitana di Messina, con il Milleproroghe, si è vista congelare 40 milioni di euro: 38 Comuni messinesi hanno per ora dovuto stoppare gli interventi previsti sul territorio, 44 progetti di riqualificazione urbana che potrebbero andare in fumo. Dalla mannaia del Governo si è salvato solo il progetto Capacity perché rientrava nella primissima tranche del Bando Periferie che non è stato bloccato. Gli altri 40 milioni per il messinese, 200 in tutto per la Sicilia, sono al momento rinviati al 2020. Ma il presidente Musumeci non ci sta e passa la palla alla Corte Costituzionale.

Francesca Stornante

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