Cronaca

Morte del capo ultrà Farinella, fu malasanità? Indagato un medico

C’è un indagato per la morte di Santo Salvatore, lo storico capo ultrà dei Nocs noto col nome di “Farinella“, spentosi il 30 maggio scorso. I suoi funerali sono stati celebrati qualche giorno fa tra la commozione di tutti i tifosi del Messina. Farinella aveva infatti fondato uno dei più antichi e prestigiosi club della curva sud dei giallorossi e per tutti i tifosi del calcio in riva allo Stretto era un punto di riferimento.

La famiglia, assistita dall’avvocato Salvatore Silvestro, ha chiesto alla magistratura di fare luce sugli ultimi giorni di vita di Santo Salvatore, per capire se è stato fatto il possibile per salvarlo, e la sua morte è stata inevitabile, o se qualcosa non è andato come avrebbe dovuto. Nella querela, i familiari ricostruiscono tutto quanto è accaduto nelle ultime tragiche ore.

Il caso è sul tavolo del sostituto procuratore Piero Vinci, che ha chiesto di effettuare l’esame medico legale sul corpo dell’uomo, prima delle sue esequie, ed ora attende di conoscere le conclusioni del perito. Intanto, il magistrato ha già iscritto nel registro degli indagati un camice bianco, ovvero l’otorinolaringoiatra dell’ospedale San Vincenzo Sirina che lo ha seguito. Un atto dovuto, è bene sottolinearlo, quello dell’avviso di garanzia al medico, in attesa di conoscere i primi risultati dell’inchiesta, per permettergli di partecipare agli accertamenti tecnici con le garanzie previste dalla legge.

I dubbi della famiglia sono tanti. In particolare i fratelli hanno raccontato ai carabinieri che il quarantanovenne era stato operato a Taormina a metà gennaio, gli era stato asportato un tumore alla gola.

L’operazione sembrava essere andata bene e Farinella era stato dimesso con una cannula che, gli avevano spiegato i medici, col tempo sarebbe stata rimossa e il foto lasciato dalla protesi si sarebbe risanato. Anche a casa, la convalescenza sembrava procedere per il meglio. Aveva, però, difficoltà respiratorie. Che ha continuato ad accusare anche dopo l’ultima visita di controllo, eseguita sempre a Taormina a metà maggio, durante la quale il medico gli ha definitivamente tolto la cannula.

Proprio per via delle difficoltà respiratorie, Farinella era tornato a controllo nuovamente a Taormina il 24 maggio scorso, e rimandato a casa. Il 30 maggio, però, ha chiesto ad un amico di accompagnarlo al pronto Soccorso del Piemonte perché si sentiva soffocare. Non ha fatto in tempo ad arrivarci: si è accasciato soffocato sul cruscotto, ed all’ospedale di viale Europa i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso, dopo aver tentato inutilmente di rianimarlo.