L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Messina sullo spaccio di cocaina tra la Sicila e la Calabria. Queste le decisioni della Gup Misale
MESSINA – E venne il giorno della sentenza per l’operazione Dinamite. L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Messina sul traffico e spaccio di cocaina, ma anche nuovi allucinogeni pesanti, nelle case-fortino di Giostra. Una vera e propria organizzazione commerciale attiva h24, con operai a libro paga e con forniture dai grossi trafficanti calabresi.
La Gup, Giudice per l’udienza preliminare, Claudia Misale, con il rito abbreviato, ha deciso 52 condanne, tra imputati siciliani e calabresi: 11 anni di reclusione a Rosario Abate (32.400 euro di multa), 8 anni a Giuseppe Anzalone, 10 anni ad Alex Arrigo, 9 anni ad Antonino Astone, 8 anni e sei mesi di reclusione a Luca Michael Gabriel Astone, 8 anni a Giuseppe Astuto, sei mesi a Carmelo Barile (a titolo di ulteriore aumento rispetto alla pena di 8 anni di reclusione), 8 anni e 4 mesi a Fabio Bellantoni, 4 anni e 2 mesi a Maria Cacopardo (18mila euro di multa), 7 anni a Danilo Lorenzo Calderone (40.000 euro di multa), 10 anni a Giocacchino Cananzi, sei anni a Giovanni Cannistrà (26.000 euro di multa), 6 anni e 4 mesi a Claudio Caporlingua (26.000 euro di multa), 15 anni e sei mesi a Giuseppe Castorino (47.100 euro di multa), 6 anni e sei mesi a Graziano Castorino (40.000 euro di multa), 8 anni e 4 mesi ad Andrea Centorrino, 8 anni e sei mesi ad Angelo Conti, 4 anni e sei mesi a Carmelo Gennaro Conti (20.000 euro di multa), 9 anni e 4 mesi a Salvatore Costa, 4 anni e 6 mesi a Giuseppe Costanzo Zammataro (20.000 euro di multa), 6 anni a Giovanbattista Cuscinà (20.000 euro di multa), 5 anni a Valentina Demarco (20.000 euro di multa), 6 anni e 4 mesi ad Antonino Falcone (26.000 euro di multa), 8 anni e 8 mesi a Sebastiano Massaro Galati, 6 anni e 10 mesi a Stefania Galletta, 11 anni a Giuseppe Gangemi, 8 anni e 8 mesi a Bruno Giorgi, 6 anni a Paolo Grasso (30.000 euro di multa), un anno a Giovanni Idotta, 5 anni e 2 mesi a Giuseppe Lo Cascio (20.400 euro di multa), 5 anni ad Antonino Barnà Mastrolembo (24.000 euro di multa), 8 anni e 4 mesi a Filippo Messina, 10 anni a Domenico Milanese, 7 anni e 8 mesi a Grazia Minutoli, 8 anni a Vincenzo Muni, 5 anni e 4 mesi a Marcello Nunnari (24.000 euro di multa), 10 anni a Maurizio Papale, 5 anni e 4 mesi a Giuseppe Pizzata (20.000 euro di multa), 8 anni a Giovanni Rizzo, 5 anni a Domenico Romano (20.000 euro di multa), 6 anni e 10 mesi a Giada Sabbatini, 2 anni e 2 mesi ad Antonino Santovito (8.000 euro di multa), 10 anni a Maurizio Savoca (44.000 euro di multa), 5 anni ad Antonino Scirone (20.000 euro di multa), 8 anni ad Antonino Settimo (30.000 euro di multa), 8 anni a Paolo Settimo (30.000 euro di multa), 6 anni a Francesco Spadaro (20.000 euro di multa), 11 anni e 4 mesi di reclusione ad Antonino Strangio, 2 anni e 2 mesi a Cristian Sturniolo (6.000 euro di multa), 2 anni a Gianluca Torrini (12.000 euro di multa), 8 anni e 8 mesi a Gianluca Vento.
La Gup dichiara di non doversi procedere nei confronti di Francesco Pelle per “incapacità irreversibile dell’imputato”. Due le assoluzioni totali per gli imputati Alessio Abate e Roberto Galati Giordano e alcune parziali.
Hanno difeso, tra gli altri, gli avvocati Ignazio Panebianco, Pietro Fusca, Ilaria Intelisano, Salvatore Silvestro, Cinzia Panebianco, Pietro Ruggeri, Antonello Scordo, Alessandro Trovato.
La porta blindata a casa del pusher e il carabiniere ferito
L’operazione Dinamite è scattata dopo il controllo a casa di un pregiudicato, al villaggio Cep. Quando i carabinieri hanno bussato, l’uomo ha aperto convinto che si trattasse di un cliente. Accortosi delle divise, ha richiuso di colpo la pesante porta blindata, ferendo un militare. La porta si è aperta poi solo dopo 20 minuti. Intercettazioni e pedinamenti dei carabinieri hanno permesso di ricostruire tutta la filiera dello spaccio.
