Il verdetto per il giovanissimo e il racconto della 24enne aggredita nel campus universitario
Ha scelto il rito abbreviato ed è stato condannato a sei anni e otto mesi di carcere il giovane accusato avere violentato la studentessa messinese nel campus universitario “Paolo Borsellino” di Torino, il 30 ottobre 2022. Diciassettenne all’epoca dei fatti, il giovane di origini straniere è stato giudicato dal Tribunale dei Minorenni che ha accolto integralmente la richiesta del pubblico ministero Emma Avezzù.
La ventiquattrenne, assistita dall’avvocata Silvia Lorenzino, ha denunciato che l’aggressore si era intrufolato in una delle palazzine della residenza e aveva bussato a una porta dopo l’altra fino a quando non ne aveva trovata una aperta.
Il diciassettenne venne individuato e fermato dalla Polizia nelle vicinanze della stessa residenza universitaria.
La ragazza non ha voluto commentare la sentenza ma ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere di Torino, raccontando il proprio stato d’animo. Ha ringraziato tutti quelli che l’hanno ascoltata e supportata nel difficile cammino della giustizia, dopo la denuncia, ha ammesso che è difficile andare avanti, perché la ferita non passa mai ed ha concluso: “Nessuno merita di sentirsi giudicato per sentito dire e secondo la morale spicciola”.

Troppo poco per quello che ha fatto. Per di più è un recidivo. Devono smetterla con il rito abbreviato per questi reati. Il carnefice esce a 25 anni dal carcere, ammesso si faccia tutta la pena. La vittima non ne esce mai davvero.