La candidatura di Fava a rischio per un intoppo burocratico, “E’ un golpe politico”

A tenere banco, a poche ore di distanza dall’inizio del termine della presentazione delle liste (dalle 9 di giovedì 27 alle 16 di venerdì 28) è il caso Claudio Fava. Un ritardo burocratico di pochi giorni rischia di far saltare la candidatura dell’europarlamentare ed in attesa di chiarezza c’è stato uno stop in casa Crocetta nella corsa alla presentazione delle liste, giusto il tempo di capire cosa potrà accadere. A scatenare la bufera è una nota del Viminale su alcune irregolarità riscontrate nei tempi di presentazione nella richiesta di residenza inoltrata dal candidato alla Presidenza di Sel e Idv. Il problema, a quanto sarebbe emerso, è legato alla residenza di Fava , che fino a poco tempo fa era Roma. L’esponente di Sel avrebbe effettuato richiesta di cambio di residenza il 18 settembre, ma la legge elettorale siciliana prevede che un candidato risulti residente nell’isola al più tardi 45 giorni prima della consultazione. Il ritardo sarebbe quindi di pochissimi giorni.

“Vogliono fermarmi con un cavillo burocratico- ha tuonato Claudio Fava- si tratterebbe di un golpe politico”.

Nel pomeriggio il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri aveva dichiarato: "E' un dato tecnico che approfondiremo, ma che temo fondato perché sembrerebbe non siano stati rispettati i tempi di presentazione. Sarebbe un dato oggettivo e quindi un'irregolarità difficilmente sanabile".

L’europarlamentare contesta una situazione che definisce grottesca “Se pensano di poterci escludere dalla competizione elettorale per un cavillo burocratico- dichiara- si sbagliano. Si deve sapere che aspetti formali, di discutibile fondatezza, non bloccheranno il progetto di cambiamento della Sicilia che stiamo portando avanti. Se ciò dovesse accadere lo potremmo considerare alla sorta di un misero golpe politico Noi siamo in campo con determinazione e ancora maggiore forza. Le informazioni di cui disponiamo sull’andamento della campagna elettorale ci dicono che siamo nelle condizioni di farcela”.

Ma dopo la nota del Viminale è scattato l’allarme rosso nel centro-sinistra al punto che le liste Crocetta Presidente che sarebbero dovute essere presentate per prime nei vari Tribunali dell’isola sono state bloccate per capire cosa succederà nelle prossime 24 ore. Claudio Fava sembra intenzionato a non fermarsi ma nel centro-sinistra si vogliono utilizzare le prossime ore per capire come reagire ad un eventuale stop alla sua candidatura e quindi convogliare, se possibile e se condiviso, le candidature all’Ars. Un altro problema riguarda i collegamenti, perché se salta la candidatura di Fava le liste provinciali di Sel e Idv resterebbero senza candidato di riferimento e questo non è previsto dalla normativa. Che faranno a questo punto gli uomini di Leoluca Orlando? Difficile dirlo, anche perché sia Di Pietro che il sindaco di Palermo nelle scorse settimane non hanno risparmiato bordate nei confronti di Crocetta, definito: “Un Cuffaro senza i cannoli”.

Quelle che dovevano essere 24 ore dedicate alla limatura delle liste ed alla presentazione si sono tramutate quindi in 24 ore frenetiche di trattative a giochi nuovamente riaperti.

Sul fronte del centro destra Roberto Corona, deputato uscente Pdl, ha ritirato la sua candidatura dopo una lettera del segretario del partito Angelino Alfano, che lo invitava a valutare questa scelta: “Tenuto conto del clima instauratosi nel Paese e del riverbero d’immagine che ne deriva per la politica, ritengo che a salvaguardia del partito e della tua stessa persona, sia inopportuna una tua candidatura alle elezioni regionali siciliane. So che in questo modo rimani vittima delle circostanze determinatesi; confido, però, nella grande sensibilità che ti è propria”

Alfano ha sottolineato i rischi per l’immagine del partito e per Corona stesso e si è detto certo che l’ex deputato possa presto dimostrare l’estraneità ai fatti contestati.

“Ti confermo che ho molta difficoltà ad accettare la richiesta di ritiro della candidatura- risponde Corona- Sono in campo da anni, ed anche questa volta, si era raccolto intorno a me un grande consenso di amici ed elettori che avrebbe portato alla mia rielezione. Sono però consapevole, anche in virtù della mia lunga esperienza politica che in politica debbano sempre prevalere gli interessi generali e collettivi su quelli personali; quindi devo considerare le ragioni di partito che mi vengono esposte e, sebbene con molta amarezza, ho deciso di accettare le tue indicazioni e di non proseguire con la mia candidatura. Subisco naturalmente un grave danno sul piano personale e politico, per avere avviato da mesi la campagna elettorale, come richiesto dai coordinatori regionali del Pdl. Voglio però che il partito possa essere libero da ogni tentativo di attacco pregiudiziale sul piano mediatico, come stava accadendo, e quindi spero che la mia decisione possa essere di beneficio”.

L’ex coordinatore provinciale del Pdl che non nasconde l’amarezza per l’accaduto,lancia una frecciatina a chi aveva dato il via libera alla sua candidatura, si dice certo nel poter dimostrare la sua innocenza nelle sedi giudiziarie e ribadisce il suo impegno per il partito.

La lista del Pdl, a questo punto vedrà in campo Buzzanca, Formica, Germanà, e con ogni probabilità l’ex assessore provinciale Gianni Pino (di Barcellona), l’avvocato Claudio Como, mentre sembra tornare il nome dell’ex sindaco di Lipari Mariano Bruno.

Rosaria Brancato