Treni lumaca, Messina-Palermo tra le dieci peggiori linee italiane per i pendolari

Treni lumaca, Messina-Palermo tra le dieci peggiori linee italiane per i pendolari

Giuseppe Spano

Treni lumaca, Messina-Palermo tra le dieci peggiori linee italiane per i pendolari

martedì 11 Dicembre 2012 - 08:38

Disservizi, rallentamenti, corse ridotte, lentezza: queste le criticità dei collegamenti tra i due capoluoghi siciliani rilevate da Legambiente nella nuova campagna sulla mobilità sostenibile

Riparte la campagna “Pendolaria” di Legambiente, uno screening del trasporto ferroviario approfondito che mette in evidenza le diverse criticità ed inefficienze presenti anche nel profondo nord.

Ritardi, soppressioni e convogli sporchi. Che i pendolari siciliani avessero vita dura era già noto ma che la tratta Messina-Palermo fosse tra le dieci peggiori in Italia lascia poco margine a chi vorrebbe definire ancora come “mobilità sostenibile” i collegamenti tra i due capoluoghi siciliani.

Il trasporto su rotaia si è trasformata in una vera e propria emergenza nazionale, aggravata ancor più dalla riduzione del 22% delle risorse finanziarie stanziate nel triennio 2010-2012 rispetto al 2007-2009, una contrazione degli investimenti che ha comportato notevoli disagi a chi utilizza il treno quale mezzo di trasporto giornaliero.

Convogli affollati e quasi sempre in ritardo, carrozze sporche ed obsolete, un fenomeno che non risparmia nessuna zona del territorio italiano visto che la Messina-Palermo non è l’unica tratta “lumaca”.

Tra le linee ferroviarie segnalate come le peggiori d’Italia, ci sono la Circumvesuviana, la Roma-Viterbo, la Pinerolo-Torre Pellice, la Padova-Venezia Mestre, la Genova Voltri-Genova Nervi, la Viareggio–Firenza, la Stradella–Milano, la Bologna–Ravenna e la Potenza–Salerno.

Nella relazione sui disservizi la tratta Messina-Palermo viene così descritta: “tra i disagi maggiori che scontano i pendolari siciliani ci sono quelli della linea Palermo-Messina, una delle più lente d’Italia con il record di 4 ore per 225 km. Per il 55% della linea c’è ancora il binario unico ed i ritardi sono costanti come le soppressioni dei treni, le carrozze sempre più sporche e le stazioni sono messe fuori uso dai vandali. In attesa degli interventi infrastrutturali i pendolari impiegano mediamente 3 ore e 20 minuti tra la città sullo Stretto e il capoluogo”.

Nulla da obiettare sulla qualità scadente del servizio che penalizza i numerosi utenti della zona tirrenica, costretti quotidianamente a spostarsi per motivi di lavoro o di studio; si tratta della punta dell’iceberg di un sistema ferroviario siciliano antidiluviano e non rispondente alle esigenze di un territorio estremamente complesso e tradizionalmente carente nel sistema della mobilità.

Legambiente denuncia l’abbandono dei pendolari da parte del Governo e delle Regioni, la soppressione di numerosi treni e l’aumento consistente del prezzo dei biglietti e preannuncia una giornata di mobilitazione per martedì 18 dicembre contro “i soliti vecchi treni”.

(Giuseppe Spano’)

2 commenti

  1. Siamo nel paese delle occasioni perdute.
    Il treno sarebbe l’unimo mezzo di trasporto valido per i pendolari delle due fasce. E che si fa? invece di incrementare le corse e pensare di implementare il servizio integrandolo ad esempio con il tram, si pensa a togliere i treni e quelli che rimangono sono simili a carri bestiame. Povera Sicilia come ti hanno ridotta, non nel terzo mondo ma nel quarto siamo piombati.

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  2. e poi si parla del Ponte ah ah ah ah

    ecco una delle ragioni per cui non si fa il ponte.

    Immagino solo un treno (merci o passeggeri) che debba partire da Palermo ed arrivare a Berlino o più prosaicamente a Verona, quanto ci debba impiegare in termini di tempo; non oso nemmeno pensare del come ci si arriva, a dir poco frantumati con almeno tre giorni per ripigliarsi dalla stanchezza.

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