Piazza De Nava, la fondazione "Mediterranea" lancia l'allarme

Piazza De Nava, la fondazione “Mediterranea” lancia l’allarme

Redazione

Piazza De Nava, la fondazione “Mediterranea” lancia l’allarme

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mercoledì 01 Febbraio 2023 - 08:03

Rinnovato invito a Brunetti & C. a «promuovere un’interlocuzione tra le Istituzioni e gli attori territoriali e tutelare l’identità di piazza De Nava»

REGGIO CALABRIA – Piazza De Nava, adesso la Fondazione “Mediterranea” lancia un allarme vero e proprio.

Pronti a demolire?

Palazzo San Giorgio (12.11.2022)

Il tutto nasce dalle notizie di stampa sulla richiesta al Comune da parte della Soprintendenza dell’autorizzazione per l’avvio dei lavori di demolizione. Ma intanto, evidenzia il presidente della fondazione Enzo Vitale, «l’iter progettuale non ha avuto la doverosa evidenza e non è stato sottoposto a un pubblico dibattito, come più volte richiesto» mentre pareri influenti come quello dell’ex rettore della Normale di Pisa, il rosarnese Salvatore Settis, hanno ribadito la «sostanziale illegittimità di uno stravolgimento urbanistico del centro storico che non passi attraverso l’assenso della maggioranza della cittadinanza». E ad avviso di Vitale e compagnia saremmo davanti a «un poderoso vulnus democratico».

«Mandato vincolante non rispettato dal sindaco»

Enzo Vitale, anima
della Fondazione “Mediterranea”

Non solo, questo, per l’opposizione della maggior parte dei reggini alla progettata demolizione, ma anche perché – almeno stando alla Fondazione “Mediterranea” – i vertici dell’Amministrazione comunale e il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti in particolare avrebbero violato il mandato vincolante conferito dal Consiglio comunale il 31 gennaio dello scorso anno a «promuovere un’interlocuzione tra le Istituzioni e gli attori territoriali interessati onde tutelare l’identità storica e culturale di piazza De Nava» e poi a riferire il Consiglio.

Di qui l’invito a Brunetti da parte di Enzo Vitale «a ottemperare ai suoi doveri di primo cittadino, rendendo cogenti i citati deliberata, prima di far concedere dai dirigenti di settore qualsiasi autorizzazione ai lavori». Perché, argomentano dalla Fondazione, «parlare di legalità e di democrazia è facile; metterle in atto con fatti concreti a volte è difficile… Ma dev’essere fatto».

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