Fiab Messina Ciclabile risponde al sindaco Basile. Il punto di partenza è la polemica sulla pista ciclabile di via Geraci. "La Giunta non ha ancora scelto la mobilità moderna"
MESSINA – Fiab risponde al sindaco Federico Basile: “Messina come Milano e Bologna? Non basta un intervento isolato. La Giunta non ha ancora scelto la mobilità moderna”. Questa la nota della sezione messinese della Federazione italiana ambiente e bicicletta: “L’ormai famigerata, ancorché corta, pista ciclabile di via Enzo Geraci, che in qualche centinaio di metri collega la via Cesare Battisti al viale San Martino, ha inevitabilmente generato le polemiche, prevedibilissime, che accompagnano ogni intervento a beneficio della mobilità alternativa all’auto”.
Ma questa volta Fiab Messina Ciclabile “registra una variante, e cioè la risposta del sindaco Federico Basile, che ha replicato via Facebook ai suoi accusatori. “Succede esattamente ciò che avviene in tutte le città che scelgono la mobilità moderna – ha scritto, pubblicando anche tre foto di soluzioni simili da Milano, Bologna e Torino – tre città diverse, tre soluzioni identiche alle nostre”. Le parole del sindaco sarebbero lodevoli, se davvero Messina avesse sposato l’idea di una mobilità moderna e non più centrata sull’auto privata”.
“La Giunta Basile non ha ancora scelto la mobilità moderna”
Continua Fiab: “Peccato però che il Comune si sia mosso per circa un anno e mezzo, grosso modo dopo l’approvazione del Pums (Piano urbano per la mobilità sostenibile) e senza alcun confronto con la cittadinanza, in senso perfino contrario, tornando indietro su progetti già previsti, come la ciclabile di via Garibaldi. O rinunciando a interventi per i quali erano previsti stanziamenti statali, come quelli che avrebbero permesso di collegare Mili con il centro città, innervando quindi la zona Sud con circa otto chilometri di infrastruttura in sede protetta (progetto della ciclovia della Magna Grecia ormai in fase di revoca del finanziamento). Fiab Messina Ciclabile deve purtroppo ricordare che proprio su quel segmento viario si è verificato un incidente mortale lo scorso ottobre, in cui è rimasto vittima un ciclista travolto da un mezzo pesante mentre tornava a casa dal lavoro”.
“A Messina andare in bici è ancora pericoloso e il traffico indisciplinato”
“Sia ben chiaro – precisa Fabrizio Murè, presidente dell’associazione – la realizzazione di via Geraci ci sembra eseguita correttamente e tutto sommato utile. Da verificare se, quando, come si procederà alla costruzione del tratto ciclabile in via Cesare Battisti, che dal tribunale si raccorderà per l’appunto con il nuovo troncone di via Geraci. Quello che però facciamo fatica a digerire è l’idea che Messina abbia scelto una mobilità moderna. Purtroppo, non è così. Ci piacerebbe che il paragone con realtà “mature” da questo punto di vista fosse difendibile, ma la realtà è che siamo lontani anni luce da una città come Bologna, Torino o Milano”.
“E non si facciano paragoni in termini di chilometri di ciclabili, dato che in quei territori si parla di mobilità alternativa da decenni. Semmai, si avverte la totale assenza di studi e di campagne informative su un tema complesso e sensibile come quello della mobilità cittadina, coinvolgendo ad esempio associazioni, istituzioni e privati. “A Messina – incalza Murè – abbiamo sì e no una quindicina di chilometri, alcuni in sede promiscua, come la ciclopedonale tra Paradiso e Sant’Agata. Abbiamo percorsi frammentati, che continuano a rendere la mobilità in bicicletta potenzialmente pericolosa, in una città caratterizzata da un traffico automobilistico pesante e indisciplinato. A Bologna, ad esempio, il Comune ha fatto scelte coraggiose, adottando il limite a 30 chilometri l’ora ad eccezione delle grandi arterie, già da gennaio”.
“A Messina servono cambiamenti sistemici: dai limiti di velocità all’educazione dei cittadini”
“La mobilità in bici lì si innesta su politiche di mobilità sostenibile chiare e coerenti. Se l’amministrazione di Messina vuole prendere ad esempio Bologna, ben venga, ma lo faccia prima nei fatti e poi nelle parole – prosegue Murè – occupandosi ad esempio di garantire condizioni di sicurezza accettabili a chi va in bici o a piedi, su tutto il territorio cittadino. Servono cambiamenti sistemici, dai limiti di velocità alle misure di moderazione del traffico, all’educazione dei cittadini ed evidentemente alla realizzazione di infrastruttura nei punti in cui serve, come ad esempio lungo la via Consolare Valeria o sul viale della Libertà tra la Prefettura e il Museo. Parliamone, come suggerisce il sindaco nel suo post, e come Fiab Messina Ciclabile chiede da tempo, ma troviamo però luoghi più adatti in cui confrontarsi, rispetto ai social. Perché liquidare il tema a una semplice “questione da bar”, tra guelfi e ghibellini della ciclabilità, non fa il bene della città”.
Fiab Messina Ciclabile ribadisce, infine, che “il confronto sulla mobilità non può ridursi a slogan o post sui social. Serve un impegno concreto, sistemico e partecipato, che garantisca sicurezza e coerenza nelle scelte. Solo così Messina potrà davvero avvicinarsi alle città che hanno intrapreso da tempo la strada della mobilità moderna”.

Se a Messina entrasse in vigore il limite a 30 Km/h i terrapiattisti “macchine ovunque” farebbero la rivoluzione…..
Ci ricorderemo della crisi idrica (anche d’inverno), piste ciclabili (inutili), strade strozzate ad una corsia (VVUU dove sono?), stazione marittima e piazzale raso al suolo che sarà inutilizzabile per anni e simbolo di degrado, posteggi di interscambio per i quali il progettista andrebbe “premiato” 😂
Riflettete su questi aspetti oggettivi e non di opinione
Meno male che il pala Guelfonia è stato “sistemato” 😂
👌
Credo che con parecchi autobus in più negli orari critici, corsie preferenziali per gli autobus rispettate e presenti anche nella litoranea e parcheggi in centro max 30 minuti e ben più costosi si otterrebbe di alleggerire sostanzialmente il traffico dei pendolari con auto in centro, si aiuterebbero i commercianti (io lo sono e non parlo a vanvera) e a cascata si renderebbe molto più sicuro e piacevole l’utilizzo delle bici in centro. Non si può pretendere che chi venga in centro da Contesse, Larderia o Tono lo faccia d’inverno con la bici. Farlo arrivare però con i mezzi è fattibile. Forse inoltre ATM dovrebbe modificare le regole sulle bici da portare sul bus. Più di una volta ho dovuto smontare la ruota anteriore per rientrare nelle misure consentite. In una città con molte meno auto oltre che nelle ciclabili si potrebbe circolare in bici nella stessa sede stradale delle auto
Dopo tutti sti discorsi adesso bisogna trovare i ciclisti, a messina specie rara, magari li importiamo dal nord.
Meno male che qualcuno si rende conto che da Contesse o Mortelle bisogna essere ben allenati per arrivare in centro.
Lo stesso dicasi per chi dal centro volesse tornare a casa sulla circonvallazione o oltre.
Questo ancora i sostenitori delle piste ciclabili ad ogni costo non l’hanno capito, perchè Messina non è piatta come Milano o Bologna !!!!
Chiunque , alle prossime elezioni, prometta di smantellare le piste ciclabili, prenderà una vagonata di voti
Sono ampiamente d’accordo con Gulliver: Io sarò tra i votanti.
Qualcuno si è accorto che Messina è un saliscendi per cui andare in bici non è per tutti?
Non ci sono città al nord che restringono le strade per realizzare le piste ciclabili.
Se visitate Padova troverete le piste ciclabili sui marciapiedi, non le carreggiate ridotte.
La viabilità resta prioritaria.
Questi qua hanno rotto abbondantemente…Chi nel suo programma elettorale eliminerà lo schifo delle ciclabili e ripristinerà le belle strade larghe di un tempo, avrà con tutto il cuore il mio voto.
Messina non e’ pianeggiante come altre citta’: e’ piena di salite ed e’ stretta e lunga. Applicare cosi, at muzzum, cio’ che va bene per altre citta’ non ha senso.