Il nuovo bando riduce il monte ore. Il 1° ottobre lo sciopero degli addetti ai servizi di pulizia

Il nuovo bando riduce il monte ore. Il 1° ottobre lo sciopero degli addetti ai servizi di pulizia

Sara Faraci

Il nuovo bando riduce il monte ore. Il 1° ottobre lo sciopero degli addetti ai servizi di pulizia

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venerdì 27 Settembre 2013 - 10:33

Gli addetti ai servizi di pulizia e igiene si riuniranno in assemblea lunedì 30 nei locali del Policlinico. Il giorno dopo sciopereranno contro il nuovo bando quinquennale che riduce il monte ore di lavoro e l'importo a base d'asta annua.

Fermi per ventiquattr’ore. A protestare. Si riuniranno in assemblea lunedì 30 nei locali del Policlinico, dalle 9 alle 11. Incroceranno poi le braccia il giorno dopo e attenderanno il verdetto che chiarirà se davvero all’imperativo categorico di contenimento della spesa può corrispondere uno svilimento della qualità dei servizi. Soprattutto in un settore delicato come quello sanitario.

Sono i lavoratori che, ad oggi, garantiscono il servizio di pulizia e igiene presso il Policlinico Universitario “Gaetano Martino” e che nel corso della giornata del 1° ottobre prossimo sciopereranno garantendo solo i servizi essenziali così come previsto dalla legge 217.

A provocare le recriminazioni degli addetti ai servizi di pulizia della struttura ospedaliera, il nuovo bando di gara che regolerà il servizio nel prossimo quinquennio e che prospetta una riduzione del monte ore del 35%. Un provvedimento che cozza incoerentemente con il cospicuo aumento delle attività di pulimento richieste, tra cui quelle di giardinaggio, derattizzazione e disinfestazione – spiega Silvio Lasagni, segretario provinciale della UILTRASPORTI, nonché infervorato sostenitore della causa contro l’indebolimento dei servizi all’interno del nosocomio cittadino.

Il bando, espletato dal Policlinico nello scorso gennaio, aveva già portato sgomento e sollecitato la decisione di dichiarare sin da allora uno sciopero collettivo – ricostruisce così Lasagni l’evolversi dell’iter burocratico che aveva condotto a partorire il progetto sin da subito ritenuto malfatto e poco funzionale alle effettive esigenze dell’azienda ospedaliera. In un secondo tempo, un verbale del successivo 14 febbraio da parte della direzione generale si era adoperato a calmare le acque, tranquillizzando i lavoratori con una certa prospettiva di confronto con le organizzazioni sindacali che avrebbe senz’altro consentito di risolvere l’impasse con buona pace di tutte le forze contrastanti in campo.

Ma al promesso momento di dialogo e interpello delle categorie lavoratrici, non ha fatto riscontro un effettiva mobilitazione da parte della direzione generale, che ha assunto, così, comportamenti di grave scorrettezza nei confronti dei lavoratori, rimasti in attesa, fiduciosi di una prossima rivalutazione dell’originario progetto – spiega ancora il segretario generale UILTRASPORTI.

La mancata assunzione di nuova rotta da parte dei vertici del Policlinico consiste – secondo quanto ha affermato Lasagni – in un voler “far cassa sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini bisognosi di cure, uno sconcio che non persegue il primario scopo dell’azienda di salvaguardare la salute dei cittadini e che andrebbe perseguito penalmente”. Parole forti quelle che provengono dalla voce dell’organizzazione sindacale, parole di sdegno che non si arrestano a una generale recriminazione.

Lasagni entra, infatti, nel dettaglio, chiarendo come il monte ore del 2005 di oltre 2mila ore settimanali, sia destinato ad essere decimato a circa 3mila e 600 ore ogni sette giorni con l’avvento del nuovo programma. Stessa sorte per il previsto importo a base d’asta annua, che scenderà dagli originari 4 milioni e 700mila euro del 2005, a 3 milioni e 455mila circa. Una riduzione sostanziale che avrà ripercussioni, in primis, sul substrato occupazionale, sussistendo il fondato timore – aggiunge ancora il segretario – che l’impresa appaltatrice, trovandosi nella necessità di far fronte al minorato importo di denaro, si rivalga sui dipendenti, tagliandone il numero e diminuendo, per contro, la qualità del servizio.

Ma non è tutto – aggiunge infine il portavoce UILTRASPORTI – in un settore estremamente soggetto a rischi di infezione come quello sanitario in ambito ospedaliero, si impenna il rischio di contagi che potrebbero portare con sé pesanti richieste di risarcimento da far gravare, in ultima istanza, sulle spalle – ancora una volta – dei già subissati cittadini. Una sorta di inflessibile catena, un domino pericoloso che rischierebbe di tradurre il risparmio accumulato nel breve termine, in successivi e ben più esosi esborsi. (Sara Faraci)

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