La squadra ha dato ancora una volta grande prova di grande impegno e sacrificio. Spettacolare la partecipazione della curva sud. Adesso è Santarelli che deve dare risposte, immediate
L’Acr Messina perde al San Filippo dopo quattro risultati utili consecutivi. Perde sul campo, battuto da un Sambiase cinico, bravo a sapere sfruttare le amnesie della retroguardia giallorossa e a cogliere al volo i ripetuti “orrori” dell’arbitro Abbagnara di Nocera. I calciatori e i tifosi no. Hanno dimostrato ancora una volta il proprio attaccamento a questa maglia. Hanno provato a gettare il cuore oltre l’ostacolo, dandosi forza a vicenda al di là della montagna difficile da scalare rappresentata dal risultato.
In queste settimane abbiamo utilizzato diversi aggettivi per definire i calciatori. Ieri purtroppo la stanchezza sul rettangolo di gioco si è fatta sentire, figlia dei tanti impegni ravvicinati affrontati senza un’adeguata preparazione atletica. E probabilmente anche la scarsa serenità dovuta ai noti problemi logistici del fine settimana ha inciso. Nonostante tutto ciò, la squadra ha dato tutto. Ha tentato la rimonta pur non riuscendoci. Anche per questo è uscita dal campo accompagnata dagli applausi del pubblico. Il capitano Antonio D’Ambrosio ha fatto capire che adesso però serve un cambio di rotta, per mantenere alta la concentrazione e continuare sulla strada avviata: «Da qualche settimana siamo praticamente in “autogestione”. Speriamo anche noi che certe situazioni si possano risolvere a breve, ma quello che è successo in campo non c’entra con i problemi esterni. Volevamo conquistare la vittoria per dare una gioia ad una tifoseria fantastica, in queste categorie non se ne vedono di frequente». Ma i problemi non scalfiranno l’impegno: «Martedì saremo di nuovo qui, andiamo avanti». Può bastare?
Il grande tributo riservato alla squadra deve essere rivolto anche ai supporters giallorossi, ieri tornati numerosi e calorosi come non li si vedeva da tempo al San Filippo. Un entusiasmo da brividi, come se la squadra si trovasse al primo posto e tutto intorno fosse tranquillo. Così non è purtroppo. Ma chi avesse il minimo dubbio della passione della piazza ha avuto la giusta risposta. La sud ha mostrato davvero un grande spettacolo.
E poi un plauso alla grande signorilità di Loris Beoni, che ha commentato solo la partita glissando sull’arbitro e soprattutto sulla società. Un uomo simpatico e sincero che è riuscito a far capire tra le righe quanto complessa sia la condizione attuale, pur senza perdere la calma.
Anche il Direttore Generale Magi, così come avvenne dopo l’addio di Manuele Domenicali, ha promesso di non abbandonare questo fantastico gruppo: «Sono nella loro medesima situazione – ha spiegato -. Continuiamo a rimanere uniti fin quando si potrà. Il Presidente? Ci siamo sentiti, ci ha ancora una volta illustrato le sue motivazioni, ma c’è un solo modo per porre rimedio a quanto accaduto. Rispondere con i fatti. Io sono venuto qui per fare il mio lavoro, posso fare da tramite con la società ma non gestire il club». Segnali di insofferenza dunque che provengono dall’interno, al quale però si proverà nuovamente a rispondere attraverso la compattezza dell’ambiente che ha contraddistinto queste settimane. Lo stop con il Sambiase ci può stare, l’importante è non soffermarsi troppo a pensarci, analizzare gli errori difensivi e pensare già al prossimo impegno di domenica prossima contro l’HinterReggio.
Per il resto, come già scritto prima della gara di ieri, è Piero Santarelli e il suo staff a dovere decidere cosa fare per non umiliare ancora la tradizione sportiva di una città stanca di prese in giro e promesse non mantenute. Una tifoseria che chiede solo di poter avere una squadra da sostenere, anche senza puntare a chissà quale traguardo ma con la certezza di potere guardare al domani senza rischiare puntualmente il fallimento. Ieri è tornata a circolare la voce dell’interessamento della cordata calabrese della quale farebbe parte anche un messinese. Per evitare che il buco economico possa allargarsi ancora bisogna però fare in fretta. Secondo alcuni c’è il serio rischio che da una settimana all’altra la squadra potrebbe essere “costretta” a non scendere in campo.
