L’aggressione a Berlusconi e la politica dell’odio. Il dibattito finisce su Facebook

L’aggressione a Berlusconi e la politica dell’odio. Il dibattito finisce su Facebook

L’aggressione a Berlusconi e la politica dell’odio. Il dibattito finisce su Facebook

lunedì 14 Dicembre 2009 - 14:02

E’ già aperta la sfida tra i sostenitori del Premier e i “fan” di Tartaglia, l’attentatore. Intanto il presidente della Regione Lombardo esprime la sua solidarietà: «C’è troppo odio, me ne accorgo anche in Sicilia». Dite la vostra su Tempostretto

L’aggressione di cui è stato vittima ieri sera il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è un atto criminale, certo, da condannare, non c’è dubbio. Ma nasconde anche dell’altro. Ci sono significati sociali, politici, anche culturali di un’Italia che non sa più che strada ha intrapreso. Un Paese che all’estero viene visto sempre più con occhio diffidente, la cui opinione pubblica mai è stata così divisa non tanto su una linea di governo ma più che altro su una singola persona. Una persona, Silvio Berlusconi appunto, che da sempre ha attirato su di sé sentimenti, sia in positivo che in negativo, che vanno ben al di là della semplice “simpatia” o “antipatia” politica. E’ diventato, con gli anni, un fenomeno sociologico, un icona della guida da amare per tanti e del male assoluto per altrettanti. Oggi si parla di politica dell’odio, l’odio che ha portato ieri a quel gesto folle (perché comunque la si veda non lo si può definire altrimenti), l’odio che però tutti, politici e stampa compresi, contribuiscono ad alimentare giorno dopo giorno, sbirciando dal buco della serratura piuttosto che spulciando gli atti parlamentari, attaccandosi a vicenda dalle rispettive sedi istituzionali dando per primi, agli italiani, il cattivo esempio sul mancato rispetto delle istituzioni stesse.

L’episodio di ieri è figlio di tutto questo, così come è figlio di tutto questo il gesto, inatteso, dello stesso Berlusconi, che seppur ferito e sanguinante, è uscito dall’auto per mostrarsi alla gente, dimostrando ancora una volta come quest’uomo abbia basato buona parte del suo successo, politico e imprenditoriale, sull’immagine e sulla comunicazione. Anche questo farà discutere, così come faranno discutere le reazioni a caldo dei vari esponenti politici, su tutte quella di Antonio Di Pietro («Il premier istiga»). E in un contesto del genere la sede del dibattito non poteva che diventare Facebook. Fioccano i gruppi di solidarietà al premier, sullo stile «Silvio non mollare!», così come quelli di condanna alle dichiarazioni di Di Pietro (uno è intitolato «Di Pietro mandante aggressione a Berlusconi»). Ma dall’altro lato aumentano in maniera vertiginosa gli utenti che hanno deciso di diventare “fan” di Massimo Tartaglia, l’uomo che ha scagliato l’oggetto contundente contro il viso di Berlusconi. Tanto che è già nato il gruppo “Sosteniamo Silvio Berlusconi contro i fan di Massimo Tartaglia”. Su tutto questo potrete dire la vostra a Tempostretto, con il solito strumento dei commenti.

Intanto un attestato di solidarietà arriva dal presidente della Regione Raffaele Lombardo: «C’e’ troppo odio. Me ne accorgo io in Sicilia. Si mette tutto in termini di eliminazione di chi non la pensa come noi. C’e’ intolleranza, aggressività e francamente devono fermarsi perché così non sappiamo dove si va a finire, anzi lo sappiamo bene, si va finire con le aggressioni anche fisiche, alla lotta armata, alla guerra civile. E’ una vergogna. Personalmente non risponderò a nessuna aggressione, provocazione, insulto o quant’altro se non per vie legali ma senza neppure informare perché non serve a nessuno. Non voglio reagire perché è ora che con questo clima la si smetta. Da parte mia non c’e’ mai stata un’intervista, un intervento, una dichiarazione di insulto, di aggressione nei confronti di un mio alleato, concorrente, avversario politico. Da parte di altri, invece, non è così. Li invito alla vigilia di Natale – conclude Lombardo – dell’anno nuovo a tenere comportamenti di tolleranza e di civiltà».

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