Tra amore e veleni, a Palazzo Zanca nasce l'intergruppo Mpa-Udc di D'Alia

Tra amore e veleni, a Palazzo Zanca nasce l’intergruppo Mpa-Udc di D’Alia

Tra amore e veleni, a Palazzo Zanca nasce l’intergruppo Mpa-Udc di D’Alia

giovedì 26 Febbraio 2009 - 12:37

Il -laboratorio- unisce (i gruppi guidati da Tamà e Cilento) e al tempo stesso divide (dalle correnti De Luca e Naro). «E' un progetto di idee a sostegno dell'amministrazione». Voce fuori dal coro Ansaldo, poco convinto anche Restuccia

Si frequentavano da un pò, si scambiavano messaggi d’amore, si -baciavano- sfuggevolmente, da oggi però il loro fidanzamento è ufficiale: scegliamo la metafora romantica per raccontarvi la nascita dell’intergruppo a Palazzo Zanca che salda l’alleanza fra l’Mpa, gruppo che fa riferimento al deputato Carmelo Lo Monte, e il Centro con D’Alia, parte dell’Udc che, evidentemente, fa capo al senatore Gianpiero D’Alia. Era stato annunciato prima delle feste, ma solo oggi, durante una conferenza stampa, è stato presentato all’opinione pubblica.

«Non è un soggetto in contrapposizione ad altre forze politiche – spiega uno dei due coordinatori, il capogruppo dell’Mpa Sebastiano Tamà – noi continuiamo a sostenere questa maggioranza. Abbiamo parlato di laboratorio perché abbiamo radici cristiano-cattoliche comuni. Non è una scatola dentro altre scatole, vogliamo piuttosto essere punto catalizzatore per le tante problematiche che non vengono discusse. Penso, ad esempio, alla salute dei cittadini, alla crescita sociale che deve accompagnarsi allo sviluppo economico. L’intergruppo nasce dalla sinergia naturale che c’è tra i nostri gruppi e che ci differenza da altre componenti della stessa coalizione che spesso vanno a ruota libera».

«Il filo conduttore comune – aggiunge l’altro coordinatore, il capogruppo del Centro con D’Alia Bruno Cilneto– nasce dall’esame dei primi sei-sette mesi dell’amministrazione. Un maggior rapporto tra i nostri gruppi consiliari si potrà tradurre nella capacità di fare proposte, come quelle già lanciate in questi mesi. Noi saremo di sostegno all’amministrazione, che necessita però di un forte aiuto economico sia dalla Regione che dal Governo nazionale. Non abbiamo chiarezza né sulla situazione debitoria del Comune né sul contenzioso, mentre veniamo a sapere che il nucleo di valutazione non ha ancora dato risposte sull’operato dei dirigenti negli ultimi cinque anni. E’ necessario creare un tavolo permanente con i partiti della coalizione, con i quali fare una verifica, perché è evidente che nella maggioranza qualcosa non va».

Ma su quali numeri può realmente contare l’intergruppo?. Sicuramente Tamà e Cilento, così come Guerrera e Messina per parte Udc e Spicuzza e il presidente del Consiglio Previti per parte Mpa, ma poi? Nino Restuccia non era presente alla conferenza stampa, «giustificato da altri impegni», è stato detto, anche se pare che il consigliere non sia poi così convinto sulla bontà di questo intergruppo. Meno velato è il dissenso di Pippo Ansaldo, del Centro con D’Alia: «Mi auguro non sia un altro passo per andare sulla stampa e dunque una perdita di tempo, ci vuole un impegno reale per far partire una macchina amministrativa. Se si dovesse continuare così come si è proceduto per sette mesi, potrei anche dimettermi».

Non passa inosservata, chiaramente, l’assenza delle altre due anime dei partiti coinvolti: la corrente Naro dell’Udc, in aperto contrasto con la decisione di fondare un intergruppo, e la componente De Luca dell’Mpa, rappresentata in consiglio da Ivano Cantello. Le divergenze ci sono e non vengono nascoste. «Al Comune è evidente che esistono ormai due Udc, – ammette Cilento – forse l’altra parte si sente appagata così. Noi avvertiamo l’esigenza di essere partecipi in termini costruttivi, non certo polemici, ma essere in una coalizione non significa perdere la parola e rinunciare alla propria iniziativa politica». Sulla stessa scia, ma meno polemico, Tamà: «Stimo Cantello, che però da quando è stata partorita questa idea ha sempre detto di non condividerla, anche se da quanto mi risulta De Luca dialoghi spesso con D’Alia, dunque motivi ostativi non ce ne sarebbero».

Torniamo ai numeri, dunque, che in politica spesso, per non dire sempre, fanno la differenza. Questa operazione serve a contare di più nelle stanze dei bottoni, ad avere un peso specifico più importante? «La questione numerica fa certamente la differenza – spiega Tamà – ma è secondaria, non è stato il motivo di partenza. Certo è che avremo dei numeri e li faremo contare». Anche se, specifica Enzo Messina, «non saremo una maggioranza parallela, facciamo parte della coalizione e la sosteniamo».

L’intergruppo non è chiuso, e nuove alleanze sono sempre possibili. Incuriosisce, ad esempio, che le due anime di questo progetto, l’Udc e l’Mpa, rappresentino il passato e al tempo stesso un possibile futuro del leader di Risorgimento Messinese, Fabio D’Amore. «Essendo un laboratorio di idee – afferma Tamà – l’intergruppo è aperto a tutti. L’idea può venire da chiunque, anche dal consigliere di sinistra. Per quanto riguarda D’Amore, si aprono scenari possibili a livello cittadino che traggono origine da intese palermitane, se non catanesi, tutto è possibile».

(foto Dino Sturiale)

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