Atm, i vertici aziendali spingono i lavoratori ad un “esodo” verso altre partecipate e trasferiscono gli Lsu dalla strada agli uffici

Atm, i vertici aziendali spingono i lavoratori ad un “esodo” verso altre partecipate e trasferiscono gli Lsu dalla strada agli uffici

Atm, i vertici aziendali spingono i lavoratori ad un “esodo” verso altre partecipate e trasferiscono gli Lsu dalla strada agli uffici

mercoledì 06 Aprile 2011 - 07:55

E’ quanto sostengono quattro consiglieri comunali, che chiedono verifiche e spiegazioni a Buzzanca. Intanto, l’assessore provinciale Bisignano rettifica le dichiarazioni in merito alla partecipazione della Provincia al piano di rilancio dell’azienda trasporti

Mentre l’amministrazione comunale lavora al piano di risanamento dell’Atm, che sarà illustrato alla stampa nei prossimi giorni, i vertici dell’azienda starebbero assumendo provvedimenti in merito alla gestione del personale alquanto “discutibili”.

Almeno così sostengono i consiglieri Nello Pergolizzi e Claudio Canfora (Fli), Ivano Cantello (Sicilia vera) e Antonino Carreri (Risorgimento messinese), che in una interrogazione indirizzata al sindaco Giuseppe Buzzanca dicono di esser stati informati essere venuti a conoscenza di tale sitiuazione da alcune voci insistenti e pongono dubbi sull’eventuale opportunità delle decisioni assunte ai piani alti dell’azienda di via La Farina nei confronti dei lavoratori .

In particolare i quattro esponenti del Civico Consesso segnalano che i vertici aziendali si sarebbero resi protagonisti di «iniziative volte a sollecitare la presentazione da parte di alcune unità di personale in servizio presso l’Azienda ATM di istanze aventi ad oggetto la richiesta di mobilità da tale Azienda ad altra Società a partecipazione totalitaria del Comune di Messina e segnatamente l’A.M.A.M».

Ma oltre alla “trasmigrazione” dei dipendenti Atm in altre aziende di proprietà comunale , secondo i quattro consiglieri sarebbero stati adottati anche «provvedimenti inerenti trasferimenti di personale LSU da servizi essenziali svolti su strada (con mansioni di vendita tagliandi autobus e tranvia, ecc.), a, certamente più comode, mansioni all’interno di uffici amministrativi».

Pergolizzi, Canfora, Cantello e Carreri sono convinti che tali provvedimenti «non vanno certamente nell’interesse dell’Azienda, contribuendo a rendere sempre più difficoltoso il risanamento dell’Atm e comportando, per l’indebolimento dei predetti servizi essenziali, infatti, un aggravamento della situazione economica dell’Azienda stessa».

Denunciano inoltre «nella gestione dell’intera vicenda, una impostazione certamente priva di linearità e trasparenza» e invitano il primo cittadino «ad attivarsi immediatamente, attraverso opportune verifiche e qualora quanto sopra esposto corrisponda al vero, fornire al Commissario dell’Azienda le opportune direttive per la revoca di tutti quei provvedimenti, adottati negli ultimi mesi, che, al contrario, alla luce di quanto a conoscenza degli scriventi, non siano riconducibili ed in linea con una sana e corretta gestione dell’Azienda».

I quattro consiglieri comunali sollecitano, inoltre, Buzzanca a «disporre, qualora venga accertata la possibilità di copertura di posti vacanti in organico presso Società e/o presso il Comune di Messina, attraverso procedure di mobilità di personale in forza all’Azienda A.T.M., di revocare qualsiasi procedura in itinere, affinché si proceda alla pubblicazione di apposito avviso pubblico di interpello in favore di tutto il personale in forza all’Azienda Trasporti».

Solo così – scrivono ancora i consiglieri- si potranno evitare «procedure di favore discrezionale che potremmo definire le solite ”furbate alla messinese”, che causerebbero, senza dubbio, ingiuistificato disparità di trattamento tra soggetti ugualmente interessati».

Intanto sulla vicenda Atm arrivano le precisazioni dell’assessore provinciale Michele Bisignano (NELLA FOTO), che rettifica le dichiarazioni rese in merito alla partecipazione della Provincia al piano di rilancio dell’azienda trasporti durante l’incontro di lunedì a Palazzo Zanca.

Interrogato da alcuni consiglieri provinciali , l’esponente di Palazzo dei leoni ha spiegato che sarebbe disposto a sposare un progetto in comunione con il Comune di Messina riguardante la mobilità, non nello specifico il rilancio dell’Atm. «Anzi il primo passaggio – ha chiarito -, dovrebbe proprio essere la messa in liquidazione dell’Azienda Trasporti, che continua soltanto a procurare debiti. Certo bisogna tenere conto dei servizi da svolgere e del personale da tutelare (670 unità), ma non avrebbe senso chiuderne una e costituirne un’altra, o più di una, per soffrire poi degli stessi problemi attuali».

«Saremmo disposti a valutare una gestione complessiva gestionale diversa, più ampia, magari che aprisse il fronte anche all’hinterland cittadino, all’area metropolitana e perché no anche all’area integrata dello Stretto. Una nuova struttura in grado di gestire più servizi e entrare in nuovi campi, come il turismo, oltre alla gestione dei parcheggi. A queste condizioni, con uno scenario nuovo, saremmo interessati a partecipare. Serve una struttura o più strutture societarie competitive, gestite con managerialità e non con le consuete logiche dell’appartenenza. Ci vuole gente capace e competente nel settore. In altri centri italiani funzionano le società intercomunali, ma per permettere ai privati di investire si devono offrire delle prospettive, altrimenti nessuno si avvicinerà». (DLT- ER)

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