Ato idrico 3. Gli anni “di fermo” si pagano: sì, ma con le indennità di risultato

Ato idrico 3. Gli anni “di fermo” si pagano: sì, ma con le indennità di risultato

Ato idrico 3. Gli anni “di fermo” si pagano: sì, ma con le indennità di risultato

giovedì 02 Dicembre 2010 - 10:16

L’Assemblea dei sindaci chiamata a riconoscere ai dirigenti Frisone e Musumeci circa 163mila euro per obiettivi che sarebbero stati raggiungi nell’attività Amministrativa, anche se operativamente la società d’ambito è rimasta praticamente immobile. Sullo sfondo i dubbi dell’Organismo di Valutazione

I passi compiuti dall’Ato Idrico 3 negli ultimi due anni rappresentano forse la svolta più importante realizzata dall’Amministrazione provinciale targata Ricevuto. Eppure per guardare avanti, come si è fatto fino ad ora, l’assemblea dei sindaci e gli attuali componenti della Sto sono stati “costretti” a più riprese a fare i conti con buchi, mancanze e scricchiolii vari di natura gestionale-finanziaria che ancora incidono sul cammino verso il definitivo decollo della società d’ambito, destinata a gestire l’acqua nella nostra provincia. Il lungo iter per l’approvazione dei bilanci “posteggiati” dal 2003, con la nomina del collegio dei revisori per l’ottenimento del necessario parere e lo studio di scritture contabili evidentemente lacunose, testimoniano questo stato di cose.

Ma ci sono situazioni riguardanti il passato ancora tutte da risolvere. E’ il caso del riconoscimento dei “risultati di gestione” del Dirigente Responsabile della Sto, Letterio Frisone e della Dirigente Pianificazione e Controllo Sto, Carolina Musumeci. Una questione sulla quale permangono però dubbi, sia in termini formali che pratici. Nel complesso appare paradossale che un lavoro già profumatamente pagato attraverso il compenso stabilito dal contratto, debba gravare ancora sulle tasche dei cittadini. Anche perché di fatto, quanto prodotto, ha inciso poco o nulla sullo sviluppo della società d’ambito. Nell’anno 2005 su dieci conferenze dei sindaci convocate, solo due si sono regolarmente tenute con l’approvazione di atti. Nel 2006 ne sono andate deserte sei su sei, due su due invece nel 2007. Dunque premialità da attribuire per la sola gestione della struttura, ma sulla base di obiettivi prefissati poco facilmente individuabili.

IL CONTRATTO DI FRISONE: Il contratto di lavoro tra l’allora presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca e l’architetto Letterio Frisone fu firmato il 30 aprile 2003, con decorrenza 7 maggio 2003 e, come riportato nell’art.4, ha avuto durata quinquennale. Il rapporto si configurava come di “lavoro subordinato di diritto privato a tempo determinato”, collocando il dirigente fuori ruolo, in quanto Dirigente interno dell’Ente Provincia, con diritto alla conservazione del posti di lavoro nell’Ente di appartenenza per tutta la durata del rapporto. Il trattamento economico fissato in 155mila euro a lordo delle trattenute fiscali, previdenziali ed assicurative, equipollente all’importo del compenso stabilito per i Direttori del Comparto Sanità. E poi l’indennità di risultato, in questo momento all’ordine del giorno dell’Assemblea, pari al 20% dell’importo lordo (31mila euro annui).

Per l’ottenimento di tali risorse il Dirigente Responsabile della Sto trasmette al Presidente dell’Ente d’Ambito le relazioni sulle attività svolte, comprovanti i risultati di gestione dei vari periodi di riferimento: ciò avviene con nota 3151 del 4 dicembre 2005 (per l’anno 2005), con nota 2864 del 18 dicembre 2007 (per il biennio 2004-2005) e con nota 1712 del 19 settembre 2008 (per l’anno 2007). Sollecita invece il versamento delle spettanze il 1 luglio 2009. Successivamente, in data 20 settembre 2010, ribadisce la richiesta del pagamento delle indennità dal 2005 al 2007 e sino al 19 ottobre 2008, specificando che le stesse non erano state liquidate per la mancata approvazione dei bilanci. Diverse le conferenze d’ambito convocate con all’ordine del giorno il riconoscimento dei risultati di gestione ma andate -buche- per mancanza del numero legale dei partecipanti: il 14 dicembre 2006 (per l’anno 2005), il 19 dicembre 2007 (per il periodo 2004-2006), il 29 settembre (per il periodo 2005-2007).

Nelle relazioni vengono illustrati gli obiettivi “raggiunti” sul piano finanziario, con particolare attenzione alla definizione e compilazione dei bilancio. In tal senso occorre però ricordare tutte le difficoltà rilevate e le “irregolarità” riscontrate del collegio dei Revisori dei Conti, recentemente nominato, nell’analisi (come testimoniano gli articoli correlati in basso).

IL CONTRATTO DELLA MUSUMECI. Il contratto individuale di lavoro subordinato di diritto privato a tempo determinato relativo all’assunzione della dott.ssa Musumeci viene invece sottoscritto il 6 maggio 2003 con decorrenza dal giorno successivo. All’art.2 viene previsto il trattamento economico annuo lordo, pari a 117mila euro. Anche in questo caso l’indennità di risultato è del 20% sulla base dell’importo lordo (23.4 mila euro). Due i solleciti di pagamento, presentati il 27 febbraio 2009 e il 22 settembre 2010, attraverso i quali viene chiesta la corresponsione delle indennità per il periodo 2005-2007 e fino al 19 ottobre 2008.

OBIETTIVI RAGGIUNTI? LA POSIZIONE DELL’OIMV E I DUBBI SUL 2008. Il neo Dirigente Responsabile della Sto Giuseppe Santalco invia all’Organo Individuale Monocratico di Valutazione (organismo interno) le richieste, invitando lo stesso a valutarle “alla luce delle procedure e degli atti vigenti nel momento in cui si è svolta l’attività per la quale si sollecita il pagamento dell’indennità di risultato”. «In particolare – segnala Santalco- relativamente all’anno 2008 agli atti della Sto non vi è alcuna documentazione, per cui si chiede all’organo di voler indicare alla Dirigenza le modalità operative per il periodo di servizio svolto (parte del 2008), ma di cui non sussiste alcun elemento di valutazione tra la Musumeci e Frisone ed il presidente dell’Ato3». Con nota 2399 del 21 ottobre 2010 l’OIMV Antonino Sajia esprime il proprio parere sulle procedure seguite per sottoporre all’Assemblea dei Sindaci, quale organo competente, il provvedimento finale conclusivo di adozione dell’atto di corresponsione delle indennità di risultato.

La risposta lascia la porta aperta a parecchi dubbi: «Dalla documentazione trasmessa e salvo che non esistano altri atti e documenti, deve riterenersi che, tenuto conto delle procedure definite dalle norme e dalla prassi, mentre l’istruttoria è da ritenersi conclusa per gli anni 2005, 2006 e 2007, non è conclusa per l’anno 2008, mancando ogni relazione o documento attestante organicamente l’attività esercitata dai dirigenti ed il raggiungimento degli obiettivi».

Ma perplessità permangono anche sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi per gli anni precedenti. Così si esprime Saija: «Non risulta che il procedimento si avvii con l’attribuzione, con atto formale, degli obiettivi da perseguire, quanto meno per gli anni dal 2005 in avanti, ma gli stessi appare siano desunti dal contesto programmatore, anche se non formalizzato da parte dell’Ente. Gli obiettivi ed il loro grado di raggiungimento sono acclarati nelle relazioni di “autovalutazione” dei dirigenti. Relazione di autovalutazione presumibilmente apprezzata dal presidente dell’Ato, anche se implicitamente, con la firma della proposta di deliberazione sottoposta alla Conferenza dei Sindaci. A ciò deve seguire il provvedimento della Conferenza che è vincolata alla conclusione del procedimento, ma che esercita la sua motivata discrezionalità sul quantum nei limiti fissati dal contratto individuale. Per quanto sopra esposto ritengo che si debba richiedere alla Conferenza di deliberare sull’indennità di risultato per gli anni 2005, 2006, 2007 secondo le proposte originariamente iscritte all’odg della conferenza del 26 settembre 2008, per quanto attiene l’anno 2007 esclusivamente e la deliberazione iscritta all’odg del 19 dicembre 2007 per gli anni 2005 e 2006, nel rispetto del principio di non incidenza delle istruttorie concluse. Per l’anno 2008, la cui procedura istruttoria non risulta conclusa, la proposta potrà essere avanzata all’Assemblea dei Sindaci solo dopo la definizione della stessa».

Emanuele Rigano

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