Ato3. Consulenti e collaboratori esterni: quanto ci costano e, soprattutto, sono indispensabili? Così Calabrò (Pd) e Pergolizzi(Pdl)

Ato3. Consulenti e collaboratori esterni: quanto ci costano e, soprattutto, sono indispensabili? Così Calabrò (Pd) e Pergolizzi(Pdl)

Ato3. Consulenti e collaboratori esterni: quanto ci costano e, soprattutto, sono indispensabili? Così Calabrò (Pd) e Pergolizzi(Pdl)

lunedì 15 Febbraio 2010 - 10:12

I due consiglieri comunali vogliono verificare se sono stati rispettati i limiti posti dalla normativa vigente in materia di conferimento a soggetti esterni di incarichi di consulenza e di collaborazione professionale negli enti locali e chiedono un report dettagliato sulle nomine degli ultimi due anni

Nome, professione, competenze, retribuzione, motivazione e durata e dell’incarico, risultati conseguiti.

I consiglieri comunali Felice Calabrò del Pd e Nello Pergolizzi del Pdl , nel pieno esercizio delle loro funzioni di controllo, hanno intrapreso una vera e propria operazione di trasparenza nei confronti dell’Ato3. Oggetto specifico dell’azione “investigativa” dei due espnenti politici : “alcuni incarichi a consulenti ed esperti estranei alla Società”

In un documento destinato al sindaco, Giuseppe Buzzanca, e al presidente della partecipata, Antonio Ruggeri, Calabrò e Prgolizzi evidenziano che la normativa vigente pone una serie di paletti per il ricorso agli incarichi esterni

In particolare, i due consiglieri ciitano la Legge n. 133/2008 in base alla quale “le amministrazioni pubbliche possono conferire incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa ad esperti di particolare e comprovata specializzazione anche universitaria, in presenza dei seguenti presupposti di legittimità: l’oggetto della prestazione deve corrispondere alle competenze attribuite dall’ordinamento all’amministrazione conferente, ad obiettivi e progetti specifici e determinati e deve risultare coerente con le esigenze di funzionalità dell’Amministrazione conferente; l’amministrazione deve avere preliminarmente accertato l’impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili al suo interno; la prestazione deve essere di natura temporanea e altamente qualificata; devono essere preventivamente determinati durata, luogo, oggetto e compenso della collaborazione”.Sempre secondo la suddetta legge “ si prescinde dal requisito della comprovata specializzazione universitaria in caso di stipulazione di contratti d’opera per attività che debbano essere svolte da professionisti iscritti in ordini o albi o con soggetti che operino nel campo dell’arte, dello spettacolo o dei mestieri artigianali, ferma restando la necessità di accertare la maturata esperienza nel settore. Il ricorso a contratti di collaborazione coordinata e continuativa per lo svolgimento di funzioni ordinarie o l’utilizzo dei collaboratori come lavoratori subordinati e’ causa di responsabilità amministrativa per il dirigente che ha stipulato i contratti”

Nel documento sottoscritto dai due consiglieri viene, inoltre, preso a riferimento il parere della Corte dei Conti fornito al Comune di Bari, in base al quale “una voluntas legis sempre più indirizzata verso l’adozione di misure di contenimento delle spese delle società a partecipazione pubblica, spesso destinatarie di cospicue risorse pubbliche, e pertanto corrisponde a principi di prudenza e di sana gestione finanziaria evitare l’incrementarsi delle spese per incarichi esterni, delle spese per lavoro flessibile e delle spese del personale delle società totalmente partecipate dall’ente locale, rilevato che tali costi potrebbero finire per gravare direttamente sulla casse comunali”.

Da non trascurare, poi, secondo Calabrò e Pegolizzi la Direttiva prot. n. 176975 del 27 novembre 2008, emanata dall’Assessore Regionale alla Presidenza Giovanni Iarda, in materia di trasparenza dell’azione amministrativa – pubblicità web degli incarichi di consulenza e collaborazione;

Disposizioni normative alla mano, dunque, i due consiglieri comunali di maggioranza e opposizione hanno deciso di fare luce sugli incarichi di consulenza e di collaborazione professionale all’Ato3 “al fine di evitare abusi ed ingiustificabili sprechi di denaro pubblico” e di verificare altresì “se tali incarichi conferiti risultano carenti dei presupposti fissati dalla legge o, comunque, possano determinare notevoli esborsi finanziari, privi di qualsiasi concreta utilità giuridicamente apprezzabile, per la Società stessa”. Illustrato il quadro normativo di riferimento, Calabrò e Pergoolizzi chiedono, quindi , carte e documenti. Nello specifico, a Ruggeri sollecitano“il rilascio di un report dettagliato su tutti gli incarichi di consulenza e collaborazione a titolo oneroso e non, conferiti dall’inizio dell’anno 2009, sia già definite sia tutt’ora in corso, evidenziando, inoltre, i criteri osservati e le concrete esigenze per la soddisfazione delle quali è stato disposto l’affidamento degli incarichi in questione; e la trasmissione di tutti gli atti con i quali, dall’inizio dell’anno 2009 ad oggi, sono stati affidati e/o prorogati incarichi di studio e/o di ricerca e/o di consulenze e/o di nomina di esperti e/o relativi a rapporti di collaborazione coordinata e continuativa.

Vogliono, inoltre , conoscere per ogni professionista la motivazione del provvedimento di incarico e/o di proroga e quali obiettivi sono stati fissati all’atto della nomina, con allegata documentazione comprovante l’attività svolta per il raggiungimento degli stessi; e gli emolumenti percepiti mensilmente ed annualmente da ciascun professionista”.

A Buzzanca, “chiedono invece di intervenire con solerzia e determinazione, affinché la presente richiesta sia evasa con sollecitudine allo scopo di poter successivamente stabilire, dopo le opportune verifiche, se il comportamento tenuto dal Presidente dell’A.T.O. ME 3, in tali contesti, risulti conforme alla normativa citata, in considerazione anche delle conseguenze che ogni impegno di spesa ha per i precari equilibri finanziari del Comune di Messina-.

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