L'autoanalisi del Pd: radicamento nel territorio e obiettivo Amministrative

L’autoanalisi del Pd: radicamento nel territorio e obiettivo Amministrative

Redazione

L’autoanalisi del Pd: radicamento nel territorio e obiettivo Amministrative

sabato 19 Aprile 2008 - 08:20

Vertice regionale ieri a Palermo per discutere degli errori commessi in campagna elettorale. Il -vuoto- che permane a Messina

La sconfitta brucia ancora, ma adesso è il momento di analizzare quanto accaduto nell’ultima tornata elettorale. Con questo spirito si è riunito ieri a Palermo l’Ufficio politico del Partito Democratico.

Erano presenti il segretario regionale, Francantonio Genovese; il vicesegretario, Tonino Russo, il presidente dell’Assemblea costituente, Giuseppe Lumia, il coordinatore della fase costituente, Nino Papania, il capo della segreteria Giuseppe Laccoto ed il portavoce del segretario regionale Francesco Gallo; i rappresentanti territoriali della deputazione regionale, nazionale ed europea; i coordinatori provinciali. All’incontro ha partecipato anche Anna Finocchiaro.

Nel corso del vertice è stata effettuata un’analisi rigorosa del risultato conseguito alle politiche ed alle regionali, puntando l’attenzione sugli errori di valutazione commessi nella formulazione delle liste, sulle conseguenze che la concomitanza del rinnovo del parlamento siciliano e di quello nazionale ha avuto sull’esito della competizione elettorale e sul malcontento nei confronti del governo Prodi che è emerso anche in Sicilia facendo passare in secondo piano le problematiche e le emergenze della regione.

Gran parte della discussione si è concentrata sulle Amministrative del 15 giugno, in quanto adesso è necessario voltare pagina e guardare al futuro. Due le strade che, secondo il direttivo, appaiono obbligate: la prima è il radicamento del PD nel territorio, continuando nel cammino già intrapreso della costituzione dei circoli, e il massimo impegno per le prossime amministrative, un test significativo non solo per il partito, ma anche per i suoi massimi rappresentanti. A questo proposito, il Segretario regionale, Francantonio Genovese, ha invitato tutti i dirigenti ad impegnarsi in prima persona, offrendo la propria disponibilità a candidarsi.

A proposito di radicamento del Pd nel territorio, non si può non tornare sulla situazione messinese, che poco è cambiata rispetto al quadro che avevamo descritto qualche settimana fa. L’unica figura di riferimento, oltre a Genovese, è Franco Rinaldi, eletto coordinatore provinciale il 24 novembre scorso. Il Pd messinese non ha una sede formale, in quanto la vera centrale operativa del partito è la segreteria di Genovese in via I Settembre, dove ha il suo studio anche il cognato Rinaldi. Una dimostrazione di questo è stata data anche durante la due giorni (e due notti) elettorale del 13 e 14 aprile. Per il resto il Pd a Messina è soprattutto un proliferare immenso di circoli, forse anche eccessivo se si pensa che qui sono 54 mentre a Roma, che ha dieci volte gli abitanti di Messina, sono 111. Circoli la maggior parte dei quali non hanno nemmeno una sede formale dove riunirsi, in quanto corrispondono esattamente ai seggi in cui si è votato per le primarie (allora c’erano gazebi, sedi di quartieri, parrocchie, tutti luoghi che non possono rappresentare punto ufficiale di un circolo politico).

Dall’interno del partito, in ogni caso, in attesa dei congressi provinciale e comunale (ai quali parteciperanno delegati di ogni circolo) si avverte l’esigenza di individuare luoghi che possano diventare punto di riferimento per il Pd locale. L’assenza di sedi, di un esecutivo e di una direzione del partito, di un responsabile organizzativo e di un responsabile elettorale, rischiano di rendere fin troppo -virtuale- o comunque -centralizzato- il Pd messinese. Che non è comunque facilitato da alcune beghe interne ancora lontane da una felice risoluzione. I casi più eclatanti quelli di Marcello Scurria, che ha detto addio all’indomani delle primarie, e di Antonio Saitta, che crede fermamente nel progetto del Pd ma al tempo stesso non nasconde i propri dissidi con gli attuali vertici, tanto da rinunciare alla candidatura regionale nella lista -di scorta- di Anna Finocchiaro Presidente. Ma ci sarebbe anche una sorta di -fuoco incrociato- interno alla componente Ds, ed in particolare tra le correnti che fanno capo a Filippo Panarello (dunque all’inossidabile duo Bottari-Silvestro) e a Francesco Calanna, punto di riferimento dei Nebrodi, che ha perso il seggio all’Ars in favore di Giuseppe Picciolo. Da queste due correnti sarebbero dovuti venir fuori i nomi del vice segretario provinciale e del presidente del partito, e al disaccordo manifestato Genovese ha fatto fronte in maniera molto -democristiana-, non nominando alcun vice segretario provinciale né tanto meno un presidente.

A creare il maggior malcontento è stata la gestione della campagna elettorale, che avrebbe teso in maniera palese a privilegiare la lista del Pd a discapito di quella -Anna Finocchiaro Presidente-, che è andata poco oltre il 3 per cento e quasi esclusivamente per merito dei voti raccolti da Alfonsa Pizzo, con molti -zero- in casella a fare da contraltare. Di fatto sono riusciti ad ottenere il seggio all’Ars tutti gli uomini di Genovese, da Rinaldi a Laccoto passando per Picciolo, e lo stesso Panarello, il più vicino all’ex sindaco della corrente Ds. A farne le spese, come detto sopra, Calanna, -tradito- proprio dai Nebrodi, che è zona di riferimento anche per Laccoto. Le Amministrative saranno il nuovo banco di prova per il Pd, ma queste ultime considerazioni fanno capire che quando Genovese scende in campo in prima persona, le carte in tavola cambiano eccome.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007