Briguglio: «Risorgimento messinese starà in mezzo ai piedi fino alla fine»

Briguglio: «Risorgimento messinese starà in mezzo ai piedi fino alla fine»

Redazione

Briguglio: «Risorgimento messinese starà in mezzo ai piedi fino alla fine»

mercoledì 14 Maggio 2008 - 11:13

Il co-fondatore del movimento attacca l'attuale sistema politico definendolo «marcio». Ballottaggio:«Sicuramente non mi sentirò di appoggiare Buzzanca. Il voto utile? Non per i messinesi».

«Il sistema è marcio, la gente ne tragga le conseguenze». E’ severo il giudizio sull’attuale momento politico di Carmelo Briguglio, colui che al fianco di Fabio D’Amore ha costruito e sta guidando il movimento Risorgimento messinese, con tanto di candidatura a sindaco -sedotta- e attenzionata da più parti. Una discesa in campo mai ritirata e che ieri è stata definita senza mezzi termini -non in vendita-, quella del duo dei -dissidenti- rispetto a due esperienze, il centrodestra e il centrosinistra, nelle quali né D’Amore né Briguglio si riconoscono più. In attesa di capire se l’Mpa confermerà o meno l’appoggio a Risorgimento, come si delineerà il quadro politico messinese da qui al 15 giugno e quali forze saranno realmente in campo, abbiamo incontrato Carmelo Briguglio, il quale esordisce così: «In noi non si deve cercare nulla di quello che di solito fa parte dei partiti tradizionali. Anzi, adoperiamo tutti i sistemi leciti per far emergerne le contraddizioni. La gente poi è capace di giudicare queste incoerenze e tutto quello che di marcio viene fuori da questa politica, alla continua ricerca del potere personale. Non si affrontano i problemi della gente, gente che è preoccupata, direi spaventata, soprattutto per i propri figli che non avranno certezze. In quale sistema cresceranno? Quello attuale sta morendo, non produce più nulla. Non siamo a 1500 chilometri da Bolzano, siamo a dieci anni luce da Bolzano. Quello che sappiamo fare è proporre i soliti Buzzanca, Ricevuto e Genovese».

Avete la sensazione che farebbe comodo a tanti se ritiraste la vostra candidatura a sindaco di D’Amore?

«Staremo in mezzo ai piedi fino all’ultimo dei loro giorni. Vogliamo essere distruttivi, direi inonoplasti: non c’è più chiesa dove si possono rifugiare, noi saremo la cartina di tornasole dei loro peccati. Non conoscono non solo i problemi della città, ma la città stessa. Vorrei domandare a questi signori cosa successe il I settembre 1847, giorno dal quale prende il nome la via I settembre. Messina fu protagonista di uno dei primi moti risorgimentali, nella storica cittadella. E uno degli eroi di quel risorgimento messinese sa come si chiamava? Frate Crimi, antenato di un uomo politico attuale».

Dal quadro politico attuale, cosa emerge secondo Risorgimento messinese?

«Vogliamo un ricambio totale della classe politica messinese. Ha fallito, e ha il dovere morale di mettersi da parte, invece di riproporre personaggi squallidi. Questa città o la si cura adesso, o non lo si fa mai più».

Non si sa ancora se l’Mpa vi appoggerà o meno.

«Non ci interessa, noi abbiamo un movimento che cresce forte e robusto, che si sta imponendo come risorsa per lo sviluppo della città. Non lo compromettiamo con nessuno. Abbiamo un candidato sindaco che naturalmente cerca di ottenere il massimo consenso possibile, ma questo non mette in dubbio l’essenza di Risorgimento messinese, assolutamente impermeabile alle interferenze esterne. In questi giorni ho incontrato gente che non avrei mai pensato potesse riconoscersi nelle nostre idee. Se abbiamo la forza di reagire dall’interno della nostra città, allora c’è speranza. Altrimenti saremo ancora invasi dagli stranieri. Questo concetto quasi -leghista- di Messina ai messinesi comincia a piacermi. Abbiamo una storia millenaria segnata anche da una serie di occupazioni straniere. Oggi c’è ancora, c’è un occupazione di idee straniere. Buttiamoli fuori questi -stranieri che vogliono solo i voti della nostra gente».

L’apparentamento con l’Mpa, secondo qualcuno, non coincide con la sua posizione contro il Ponte.

«Sono state dette cose false. Io non difendo associazioni ambientaliste, ma ben 107 cittadini messinesi che rischiano di perdere la propria casa. E’ cosa ben diversa. Sono polemiche strumentali, per il semplice fatto di esserci messi in mezzo ai piedi sono successe tante cose. Il centrodestra si sta disarticolando, noi dobbiamo contribuire a smontare questo sistema, negli interessi della città. Noi abbiamo la presunzione di provocare i fatti, non di subirne le conseguenze. Loro continuino nei loro mezzucci, la gente se ne farà un’idea».

Buzzanca ha riproposto in un’intervista televisiva il concetto del voto -utile-. O lui o Genovese.

«E’ un voto utile a loro stessi. Sono d’accordo, quel voto sarà utile ad eleggere Buzzanca o Genovese, ma non sarà certamente utile a Messina e ai messinesi. L’unico interesse dovrebbe essere quello di mandarli in esilio».

La domanda che in tanti si pongono e, credo, vi pongono: cosa succederà dopo il 16 giugno?

«E’ la scommessa di tutti noi. Dovremo tenere unito il carrozzone e stare attenti a sirene e chimere. Noi dall’inizio della nostra storia abbiamo tre chances. Andare soli al primo turno, per contarci, per capire, anche perché senza truppe non si va alla guerra. E dopo il primo turno avremo la possibilità di scegliere chi appoggiare. Quello che posso dire è che non mi sentirò di appoggiare Buzzanca, e al tempo stesso ho forti dubbi su Genovese. Dovremo fare una riflessione forte. Noi vogliamo metterci alla prova, non rinunceremo alle nostre idee, non rinunceremo, ad esempio, all’assessorato alla dignità umana. Molta gente, comunque, mi ha dato una certezza: passino le elezioni, poi saremo con voi nel progetto di Risorgimento messinese. Nomi forti, di quelli che non darebbero fastidio a qualcuno».

Mi pare di capire che c’è una porta piuttosto chiusa nei confronti di Buzzanca.

«Non ci si dimentichi chi è stato a determinare il peso del primo commissariamento. Poi, se dovessero cambiare candidato… Il centrodestra ci sta propinando le due persone che hanno determinato per due volte la sospensione della vita democratica in questa città. Forse è un problema di scarsa considerazione di Messina, uno sberleffo che si vuol fare ai messinesi».

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