Buzzanca chiede gli stadi ai Franza. L'F.C. Messina: «Comune inadempiente, questa è una ritorsione»

Buzzanca chiede gli stadi ai Franza. L’F.C. Messina: «Comune inadempiente, questa è una ritorsione»

Redazione

Buzzanca chiede gli stadi ai Franza. L’F.C. Messina: «Comune inadempiente, questa è una ritorsione»

venerdì 08 Agosto 2008 - 12:10

Il sindaco ha richiesto tramite l'avvocato Mazzarella la restituzione degli impianti sportivi. Lettera di fuoco della società indirizzata al primo cittadino e al consiglio comunale

«Qui ci vuole un amministrativista», aveva sentenziato il segretario generale di Palazzo Zanca Filippo Ribaudo durante la seduta del consiglio comunale sulla revoca della concessione degli stadi all’F.C. Messina. E l’amministrativista è arrivato: si chiama Giuseppe Mazzarella, ed è il legale tramite il quale il sindaco Giuseppe Buzzanca ha ufficialmente richiesto al gruppo Franza la restituzione degli impianti sportivi comunali e spazi annessi, «in considerazione della mancata iscrizione della squadra di calcio nelle competizioni sportive professionistiche pur a fronte del riconosciuto titolo a militare nella cosiddetta serie B». Buzzanca, tramite la nota dello studio legale, già trasmessa ai Franza, intende «verificare la possibilità di perfezionare bonariamente e dunque consensualmente la restituzione delle strutture, evitando così alla Città di Messina ed anche alla società calcistica un contenzioso che altrimenti non potrà che essere subito avviato».

Un atto di grande importanza, quello partito da Palazzo Zanca, e che fa seguito alla richiesta del consiglio comunale che due giorni fa ha approvato l’ordine del giorno Pergolizzi-Melazzo nel quale si chiedeva un impegno preciso all’amministrazione in merito alla revoca della convenzione con i Franza sugli stadi S. Filippo e Celeste. In aggiunta a questo va ricordato che ieri la Quarta commissione consiliare, quella Sport, ha richiesto che venisse sospesa l’esecutività della delibera con il quale il commissario Gaspare Sinatra, nel marzo scorso, aveva dato via libera alla convenzione.

Una serie di decisioni che hanno provocato la reazione dura del gruppo Franza, il quale ha oggi inviato al sindaco, al presidente del consiglio comunale e al consiglio stesso una lettera -infuocata- nella quale si definiscono «necessarie alcune puntualizzazioni» sull’accordo procedimentale tra il Comune e l’F.C. Messina. La nota porta la firma di Francesco Cambria, avvocato, componente del collegio sindacale del gruppo Framon che si sigla come -un amministratore delegato-. «Si tratta di un accordo – si legge – attraverso il quale l’Amministrazione ha inteso perseguire una molteplicità di risultati d’indubbia rilevanza sociale, accomunati tutti dall’interesse pubblico prevalente alla valorizzazione e al supporto finanziario delle attività sportive, in senso lato, anche attraverso il recupero, il miglioramento e l’incremento quantitativo e funzionale degli impianti e dei servizi ad essi connessi». I Franza chiariscono che il tutto era previsto «senza alcuna erogazione di denaro da parte dell’amministrazione comunale», ribadendo anzi che la destinazione degli utili era strutturata «nella misura del 30% per gli sport minori e per il restante 70% a titolo di sponsorizzazione della squadra di calcio militante nella serie superiore».

Secondo il gruppo «l’opzione di non indicare nominativamente la F.C. Messina Peloro s.r.l. fu il frutto di un’evidentissima quanto oculata scelta in termini di valenza oggettiva dell’accordo stesso». Dunque la società dei Franza «aderiva all’accordo e dava corso a tutte le attività necessarie alla relativa realizzazione, ivi compresa la predisposizione delle attività progettuali, investendo le necessarie risorse finanziarie». A questo punto arriva la -bacchettata- nei confronti del Comune: «Lo stesso non può dirsi invece per l’amministrazione comunale che, nonostante la scadenza dei termini previsti e delle proroghe concesse, è rimasta inadempiente agli impegni assunti con grave pregiudizio oltre che per la società, anche per gli interessi che dovevano essere realizzati».

Le vicende calcistiche, questa è l’opinione dei Franza, sarebbero «strumentalmente utilizzate per incidere sull’accordo» ma al tempo stesso «del tutto indifferenti rispetto alle finalità dallo stesso perseguite ed all’inattività dell’amministrazione». Sarebbe impossibile «non solo per la F.C. Messina Peloro, ma per qualsivoglia soggetto, gestire con criteri di economicità ed efficienza una squadra di calcio militante nelle divisioni professionistiche in assenza di un concreto e fattivo intervento dell’amministrazione». Secondo i Franza, dunque, «si è in presenza di un tentativo, del quale non si conoscono le reali motivazioni, tendente a far venir meno l’unico strumento a disposizione dell’amministrazione per -sponsorizzare- e rivitalizzare lo sport cittadino, professionistico e non».

Dopo aver ribadito che, -demolendo- l’accordo esistente, «non si prospetta alcun altro strumento idoneo a perseguire i medesimi interessi», il gruppo Franza fa una disamina dei fatti più recenti: «La realtà degli eventi verificatisi negli ultimi mesi, finisce con il rassegnare l’impressione di iniziative ondivaghe, emergenti da spinte emotive che niente hanno da dividere con la serietà e la ponderazione richieste dalla gestione della Cosa pubblica. Una sorta di ritorsione nei confronti di una società colpevole di non aver voluto continuare a investire in solitudine e senza alcun supporto, accollandosi perdite nell’interesse collettivo e, paradosso conclusivo, trovandosi persino a divenire oggetto del dileggio, delle minacce e degli attentati di sparuti gruppi di esagitati, dimentichi che, senza l’intervento della società, il Messina calcio sarebbe già da tempo sparito dal panorama calcistico, ben prima di approdare alla massima serie, militandovi per tre stagioni e conseguendo il risultato sportivo più importante della sua storia».

«D’altronde – prosegue la nota – non ci si deve dimenticare del fatto che la determinazione della società di non fronteggiare più il gravosissimo onere economico fin allora profuso (maturato anche a seguito della precitata perdurante inadempienza dell’amministrazione comunale) non solo fu preannunziata con tempestività, mirando al richiamo di altre cordate di imprenditori, locali e non, interessate ad assumere la guida della società, ma soprattutto fu dettata dall’amara rilevazione dell’anzidetto clima di isolamento e di minaccia incredibilmente maturato ed esponenzialmente cresciuto nel corso degli ultimi tempi».

La società parla di «incapacità di altra imprenditoria e dell’amministrazione di reperire anche la modesta somma di 800mila euro, necessaria a dar corso al cosiddetto lodo Petrucci», concludendo che «sfugge il senso dell’agitarsi collettivo, della posizione assunta dai media e delle ultime determinazioni dell’amministrazione comunale in merito all’accordo procedimentale. Iniziative tutte che, a ben guardare, sono accompagnate dalla consapevolezza di dar luogo a un grave pregiudizio alla realizzazione della molteplicità di interessi pubblici sopra citati, pur di arrecare dispetto e un ingiusto danno alla F.C. Messina Peloro».

S.Caspanello e E.Rigano

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