Il capogruppo di “Genovese sindaco”: «L’amministrazione ritarda coi bilanci e ci fa “commissariare”? No, vadano a casa prima loro»
Il coupe de theatre Felice Calabrò (nella foto), capogruppo di “Genovese sindaco” (Pd), se lo tiene, come i grandi drammaturghi insegnano, per la fine del consiglio comunale. Solo quando molti suoi colleghi sono già pronti per andare a pranzare, infatti, Calabrò accende il microfono e annuncia: «Lunedì presenterò una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Buzzanca e della sua giunta». Così, a bruciapelo. Il consigliere ha anche chiesto al segretario generale se dovrà preparare una delibera ad hoc o se basterà una mozione in aula durante la prossima seduta di consiglio. Ma la decisione e presa. Il motivo l’ha spiegato Calabrò stesso: per il bilancio consuntivo è già stato inviato un commissario dalla Regione, per il previsionale si è già fuori tempo, ma per nessuno dei due documenti contabili è pronto il parere dei revisori dei conti, così come a pochissimi consiglieri è stata consegnata una copia dei bilanci. «Ci vogliono fare commissariare? No, non ci sto. Se ci riusciremo, li manderemo prima a casa noi», la sintesi del discorso di Calabrò. Che dunque preannuncia fuochi d’artificio per il consiglio comunale di lunedì (quando anche nel centrodestra si dovrà fare una conta, come sempre).
Intanto stamattina, dopo avere completato la votazione dei trentadue emendamenti, il consiglio comunale ha approvato, con ventuno voti favorevoli, uno contrario e sette astenuti, la proposta di delibera del regolamento del servizio “Nidi in Famiglia”, predisposta dall’assessore alle politiche scolastiche Salvatore Magazzù, presente oggi in aula. Il nido in famiglia è una piccola struttura educativa, realizzata preferibilmente in casa, destinata ad ospitare da 3 a 6 bambini, di età inferiore ai 3 anni. «L’interesse del Comune di Messina – è stato spiegato dall’amministrazione – per questa soluzione flessibile e diversificata, scaturisce dalla necessità di ampliare l’offerta di servizi, dall’opportunità di avere maggiore flessibilità negli orari di apertura e un calendario scolastico più ampio con un’attenzione particolare ai costi».
