Dopo l'avvio delle commissioni tematiche, in aula si discute del progetto che punta a ridisegnare la città. Ospite l'assessore ai Lavori pubblici
Dopo il lungo dibattito sul dissesto idrogeologico di ieri (importante ma -snobbato- da buona parte dell’aula), oggi il Consiglio comunale torna a riunirsi con all’ordine del giorno il Piano Strategico 2020, ospite d’eccezione l’assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Scoglio (sarà anche questa volta fonte di polemiche?).
Cos’è il piano strategico: nel 2006 il Comune ha partecipato all’avviso di selezione per la promozione di Piani strategici, previsto dal Cipe, elaborando il progetto -Messina 2020 – verso il Piano strategico-. Quest’utlimo non è altro che un percorso di pianificazione strategica che conduce ad un processo di -governance- urbana, dove obiettivi economici, sociali e culturali vengono condivisi da diversi soggetti, istituzionali e non, e dunque anche l’impresa, la ricerca e la tecnologia. Una pianificazione che, naturalmente, mira ad intercettare risorse comunitarie, in particolare i Fondi europei 2007-2013.
Nelle scorse settimane sono state avviate le quattro commissioni tematiche propedeutiche al Piano: organizzazione fisica della città e infrastrutture materiali; infrastrutture immateriali della ricerca e dell’innovazione; servizi per lo sviluppo locale dei territori; reti per solidarietà e impresa sociale.
-Tutti i progetti che il Comune ha portato avanti i questo periodo, Pit, Prust, Urban, – aveva dichiarato il giorno della presentazione l’assessore Scoglio – devono rientrare in una programmazione unica ed organica, soprattutto perché Messina potrà raggiungere il suo obiettivo strategico usufruendo non solo dei fondi regionali e nazionali ma in primis di quelli europei 2007-20013. Il proposito è quello di puntare su ricerca, innovazione, economia della conoscenza e rapporto stretto ed innovativo tra impresa, ricerca e tecnologia”.
(foto Dino Sturiale)
