Il consiglio comunale sfiducia il presidente dell'Autorità portuale e -invita- a Messina la giunta Lombardo

Il consiglio comunale sfiducia il presidente dell’Autorità portuale e -invita- a Messina la giunta Lombardo

Redazione

Il consiglio comunale sfiducia il presidente dell’Autorità portuale e -invita- a Messina la giunta Lombardo

mercoledì 08 Ottobre 2008 - 14:08

Approvata la delibera d'indirizzo Pergolizzi-Melazzo: inopportuna la nomina di Lo Bosco. Ordine del giorno di Capurro: il governo regionale si riunisca qui in città e assuma degli impegni. Polemiche sulle rotatorie

Il consiglio comunale, pur tra le tante perdite di tempo che ormai ne contraddistinguono ogni seduta, ha votato due atti politici di una certa rilevanza e che non lasciano spazio a molte interpretazioni: prima ha ripreso una polemica già accesa alcuni mesi fa e riguardante la scarsa considerazione da parte del governo regionale nei confronti della città di Messina, e poi ha di fatto sfiduciato il presidente dell’Autorità portuale Dario Lo Bosco, approvando in maniera bipartisan la delibera d’indirizzo portata in aula dai due consiglieri del Pdl Nello Pergolizzi e Giuseppe Melazzo.

Questi ultimi invitano l’amministrazione a convocare «una conferenza dei servizi con i soggetti interessati alle problematiche evidenziate» assumendo «ogni più opportuna, ulteriore, iniziativa». Le problematiche evidenziate riguardano tutte la figura di Lo Bosco, la cui nomina «avvenuta non di concerto con gli enti pubblici coinvolti, non risponde in ogni caso ai principi di opportunità», anche perché «difficilmente l’attuale presidente dell’Autorità Portuale di Messina potrebbe garantire, in linea astratta e di principio, il requisito di massima imparzialità, considerato il potenziale conflitto di interessi tra le cariche ricoperte».

A Lo Bosco viene contestato, in particolare, l’essere consigliere d’amministrazione di Rfi, società che detiene il 50% del capitale sociale della Network Terminali Siciliani S.P.A., la quale ha come oggetto sociale la realizzazione e la gestione del “Centro Intermodale di Catania Bicocca-. Obiettivi che, secondo Pergolizzi e Melazzo, «appaiono, sotto il profilo strategico ed economico, in palese antagonismo e concorrenza con quelli che deve perseguire l’Autorità Portuale di Messina, nell’interesse della città». A questo i due aggiungono «ormai da tempo è evidente il progressivo e costante disimpegno di Rfi dalla città di Messina e dall’area dello Stretto, tanto che è di questi giorni la decisione di trasferire il luogo di ufficio di iscrizione delle unità navali dalla Direzione Marittima di Reggio Calabria a quella di Catania». Con la delibera approvata oggi, non solo Pergolizzi e Melazzo ma tutto il consiglio comunale (32 i voti favorevoli, un solo astenuto e nessun contrario) invita l’amministrazione ad assumere «tutte le iniziative più opportune per l’approfondimento delle problematiche inerenti la corretta gestione delle aree portuali della Città di Messina anche in relazione al graduale disimpegno di Rfi dalla città di Messina e dall’area dello Stretto, dei rapporti tra il Comune di Messina, l’Autorità Portuale di Messina e Rfi nell’ottica di una opportuna programmazione anche in relazione al nascente concorrente “Centro Intermodale Catania Bicocca-».

In precedenza il consiglio comunale si era espresso favorevolmente su un altro ordine del giorno di particolare rilevanza politica, presentato dal capogruppo del Pdl Pippo Capurro e sottoscritto da molti colleghi. La premessa si concentra su tre punti in particolare: la questione Ponte (e opere connesse), da sempre appoggiata dal presidente della Regione Raffaele Lombardo e da tutto l’Mpa; l’esclusione dalle Zone franche urbane, considerata «un chiaro indicatore della mancata attenzione del governo regionale nei confronti della terza città metropolitana della Sicilia»; l’assenza di un rappresentante messinese nella giunta Lombardo, già contestata a suo tempo dal centrodestra locale. L’impegno che si chiede all’amministrazione è di «richiedere con urgenza al presidente Lombardo di convocare una riunione di giunta regionale nella città di Messina, aperta ai deputati regionali e nazionali e al consiglio comunale, per indicare quali sono gli impegni che ritiene opportuno assumere sulle problematiche che affliggono la nostra città».

L’ordine del giorno ha avuto 26 sì e due astensioni, quelle di Risorgimento messinese. Nino Carreri e Salvatore Serra motivano questa decisione «pur condividendo nel merito la proposta, per un fatto di metodo, in quanto nessuno dei componenti il gruppo è stato avvisato per tempo». Ma c’è un altra spiegazione: i due hanno voluto «evidenziare la scarsa attenzione nei confronti della città e del suo massimo organo rappresentante da parte della deputazione regionale messinese», che secondo Risorgimento avrebbe dovuto farsi carico dell’iniziativa. Deputati regionali («di cui ben tre sono nella giunta comunale») che «manifestano una imbarazzante incapacità di proporre iniziative a favore della città che li ha investiti del potere di rappresentanza».

Molto fumo, infine, ma pochissimo arrosto viene fuori dal fin troppo lungo dibattito riguardo le rotatorie di S. Margherita e Giampilieri, la cui realizzazione è stata proposta da Gaetano Gennaro del gruppo Pd – Democratici per Messina. Di fatto le posizioni non si sono mosse dall’ultima seduta del consiglio in cui si era discusso della cosa: la proposta viene da un esponente del centrosinistra? Allora la maggioranza non la voterà, ma ritenendola valida, la -incardinerà- in un provvedimento più ampio, condiviso con l’amministrazione, nel quale rientreranno altre rotatorie e altri provvedimenti sul tema della mobilità urbana. Punto. Per il resto molto rumore, la ormai classica polemica -infuocata- tra Gennaro stesso e il presidente del consiglio Pippo Previti, è una -inedita- spaccatura interna all’Mpa, con Ivano Cantello (gruppo Autonomisti, corrente De Luca) in appoggio a Gennaro e dunque contrario all’ordine del giorno presentato da Antonio Restuccia (gruppo Mpa) che, appunto, rinviava la discussione sulle rotatorie per i motivi politici sopra detti. Capita anche questo, d’altronde sulla vicenda il centrosinistra si esprime così: 4 favorevoli, 2 contrari e 5 astenuti. E pensare che una volta si chiamava -Unione-.

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