La crisi politica di Palazzo Zanca si gioca sulle politiche del territorio

La crisi politica di Palazzo Zanca si gioca sulle politiche del territorio

La crisi politica di Palazzo Zanca si gioca sulle politiche del territorio

sabato 05 Dicembre 2009 - 09:43

Ardizzone chiede a Buzzanca un confronto in giunta sul piano paesaggistico. Il messaggio: rimettere in discussione tutto, dal Prg ai piani di sviluppo come Stu e Prusst. E Scoglio aveva detto: «Saranno inevitabili osservazioni al Piano paesaggistico»

Più volte, in questi giorni, abbiamo parlato di crisi politica al Comune di Messina. Una crisi che si consuma, certo, nelle divisioni interne al Pdl, ma anche e soprattutto in una maggioranza più volte spaccata, tanto su grandi temi quanto su questioni di più scarsa rilevanza. Ma qual è il campo dove davvero la crisi si giocherà? In quale ambito i dissapori latenti, che non appartengono solo al consiglio comunale ma anche alla giunta che, sotto l’egida di Giuseppe Buzzanca, guida la città, rischiano di venire a galla deflagrando in uno scontro vero e proprio? E ancora, come leggere le posizioni dell’Udc, partito sempre più protagonista dentro e fuori il Palazzo nelle punzecchiature se non proprio nelle bordate, forte di un ruolo di ago della bilancia di fatto legittimato dalla poca coesione del partito di maggioranza relativa, il Pdl? Sono casi isolati, privi di ogni collegamento fra loro, o vanno considerati come sintomi di un malessere che nasce da importanti passaggi consumatisi anche in altre sedi che non siano Palazzo Zanca?

Sono domande che portano ad una risposta, la cui veridicità potrà trovare conferme o smentite solo nei prossimi giorni, se non settimane: la crisi politica si gioca e si giocherà sulle politiche del territorio che questa amministrazione intende perseguire. Il nuovo piano regolatore è solo l’aspetto più evidente, per quanto rilevante politicamente, anche alla luce delle polemiche seguite alla pubblicazione delle linee guida (a proposito, che fine hanno fatto?) da parte dell’assessore all’Urbanistica Pippo Corvaja, in tutta autonomia. Il vero nodo si chiama Piano paesaggistico, l’importante atto che pone paletti e alza muri legislativi per fermare quelli di cemento che negli anni hanno invaso questa città. Un atto firmato giovedì scorso a Palermo e che a Messina ha uno sponsor autorevole, il vicesindaco Giovanni Ardizzone, “pezzo da novanta” dell’Udc e alfiere di Gianpiero D’Alia. Un atto che ha indotto lo stesso Ardizzone a prendere carta e penna per scrivere al sindaco Buzzanca, chiedendogli di convocare «una riunione di giunta per un confronto sereno sulle questioni attinenti la gestione del territorio e gli strumenti di programmazione».

A cosa serve un confronto in giunta su un atto che, essendo di matrice regionale, passa sopra la testa del nostro comune? E’ evidente che il Piano non piace a tutti, e qualcuno non ne ha fatto certo mistero, seppur evitando diligentemente lo scontro aperto. Che l’assessore allo Sviluppo economico Gianfranco Scoglio, “padre politico” di strumenti dal grande impatto come Stu, Prusst, Piau, senza dimenticare il piano strategico sulla Mortelle – Tono, non “ami” il Piano paesaggistico è chiaro a tutti. Così come è chiaro che la sua non sarà una posizione “sic et simpliciter” ferma ad una manifestazione d’intenti. «Il Piano paesaggistico – ha detto Scoglio pochi giorni fa in commissione Ponte – prevede che entro i trecento metri dalla costa non si possa costruire oltre i due piani. È una cosa che mi sta anche bene in parti del nostro territorio, ma in tutte non è possibile. Vorrei tanto capire come questo si può conciliare con lo sviluppo turistico: stiamo pensando ad una zona, quella più a nord della città, dove si possano insediare delle nuove strutture alberghiere, come è accaduto in molte città europee. Non avrebbero senso i piani territoriali che abbiamo in mente. Ma voi immaginate degli alberghi di due piani? Quanti ne dovremmo costruire per rispondere alla domanda di posti letto? È chiaro che se non ci si può estendere in altezza, bisognerà farlo in larghezza. E questo mi sembra ancora più pesante sotto il profilo dell’impatto ambientale. Così come qualcuno dovrebbe spiegarmi come il Piano paesaggistico si può sposare con il Piano regolatore del porto. L’iter del Piano paesaggistico è, comunque, ancora in corso, siamo pronti a presentare le nostre istanze». Chi dovrebbe presentare quelle istanze? La giunta, è evidente, ma come conciliare la voglia di Scoglio di tirar fuori osservazioni a quel Piano con la ferma posizione di Ardizzone di salvaguardare, invece, quel Piano stesso, rafforzandone, in un certo senso, i contenuti chiedendo di bloccare le autorizzazioni edilizie nelle zone a rischio del territorio comunale (in attesa del Pai)? Difficile, se non impossibile, a meno che non sia il sindaco Buzzanca a prendere in pugno la situazione mettendo in atto un’opera di mediazione tutta interna non solo alla giunta ma, diremmo, alla intera coalizione.

(foto Sturiale)

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