Il dibattito sull'Istituzione anima Palazzo Zanca

Il dibattito sull’Istituzione anima Palazzo Zanca

Redazione

Il dibattito sull’Istituzione anima Palazzo Zanca

mercoledì 07 Gennaio 2009 - 14:11

Lunedì la proposta di delibera di Burrascano arriverà in commissione, ecco cosa ne pensano alcuni consiglieri comunali. Il commissario cittadino di Forza Italia Rao: «Sì alla soppressione. Ma di fronte a un nuovo progetto…»

C’è un famoso proverbio, “non c’è due senza tre-, che se troverà conferma anche stavolta, porterà alla mancata soppressione dell’Istituzione per i Servizi sociali. Il destino dell’Ente, infatti, si è già trovato per due volte oggetto di una scelta da parte del consiglio comunale, in un caso per volontà del centrosinistra (l’allora Ds Ciccio Curcio su tutti) e nell’altro su proposta del centrodestra (in testa Carmelo Santalco dell’Udc): in entrambi i casi prevalsero le barricate politiche che portarono al mantenimento di quello che, quasi all’unanimità, viene definito un carrozzone clientelare.

Lunedì prossimo la X commissione consiliare di Palazzo Zanca si ritroverà all’ordine del giorno la proposta di delibera targata Angelo Burrascano (Pdl) che chiede l’abolizione dell’Istituzione e il trasferimento delle sue competenze a uno o più dipartimenti del Comune, oltre alla presa d’atto della sentenza del giudice del lavoro che rendeva nulle le delibere del commissario Sinatra sulla precedente eliminazione dell’ente e la costituzione del CISSA.

Cosa faranno i consiglieri comunali? Il Pdl è unito nella volontà di cancellare l’Istituzione, espressa recentemente anche dal sindaco Giuseppe Buzzanca, che nella sua visita a Casa Serena ha però ribadito che la decisione spetta al consiglio. Il commissario cittadino di Forza Italia, Pippo Rao, risponde in perfetto “politichese-: «Ci siamo già espressi in campagna elettorale sull’opportunità di sopprimere l’Istituzione per come è gestita – afferma – ma non posso negare che di fronte ad un nuovo progetto e ad un Cda all’altezza della situazione, potremmo anche rivedere questa posizione».

Il che significa tutto e niente. Il proponente della delibera, Burrascano, afferma che «il mio documento segue un indirizzo ribadito in precedenti riunioni di partito, se poi l’indirizzo dovesse essere diverso, sarei pronto ad uscire dall’aula al momento del voto». Abbiamo chiesto un parere anche ad altri consiglieri comunali, alcuni dei quali si sono mantenuti abbottonati, altri meno. Il capogruppo del Pdl Pippo Capurro (che risponde a qualche nostro lettore di non avere «interessi in nessuna cooperativa, forse sono confuso con qualche altro consigliere…») non è contrario all’abolizione, «ma è sbagliato il metodo, questa proposta di delibera andava precedentemente discussa col gruppo». Netta la posizione di Pippo Trischitta, da poco transitato nel Gruppo Misto: «Il problema non è rappresentato dall’Istituzione in sé ma dagli uomini che la gestiscono. Piuttosto, non mi sembra un caso che i sindacati non protestano più da quanto l’ente ha personalità giuridica…».

Giuseppe Melazzo, che in passato aveva espresso un parere simile a quello di Trischitta, afferma che «l’amministrazione mi ha convinto a cambiare idea», mentre, rimanendo nel centrodestra, Carmelo Conti, Salvatore Magazzù, Giovanna Crifò e Ivano Cantello si esprimono a favore della soppressione, così come Gaetano Gennaro del gruppo Pd-Democratici per Messina. Non ha dubbi nemmeno Paolo Saglimbeni, che già in passato aveva sottolineato la necessità di eliminare l’Istituzione, così come Marcello Greco, secondo il quale però andrebbe prima «interpellata la città».

In casa Udc, Enzo Messina si pronuncia per l’abolizione mentre più diplomatico è Giorgio Muscolino: «Così com’è non funziona, sulla soppressione attendo un confronto dell’intera maggioranza». Giorgio Caprì non intravede «quell’alternativa che invece l’amministrazione dovrebbe offrire nel caso di soppressione dell’Istituzione, un progetto serio e percorribile che al momento non c’è». Pochi tentennamenti per Nino Carreri e Salvatore Serra di Risorgimento messinese: «Nel programma ne avevamo indicato l’eliminazione, non possiamo che ribadire quella posizione». Perfettamente allineato alle dichiarazioni di Rao, infine, Salvatore Ticonosco: «L’Istituzione dovrebbe essere abolita per come è gestita, ma ci fosse un programma finalizzato a dare le giuste garanzie sia dal punto di vista occupazionale che da quello sociale, allora potrebbe essere mantenuta». Ad emergere, ancora una volta, è molta confusione, anche e soprattutto nell’indirizzo che realmente l’amministrazione intende dare sull’argomento. Rimane da scoprire cosa ne verrà fuori alla prova del nove in consiglio comunale.

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