Il dipartimento Urbanistica è nel caos totale: così la lotta al sacco edilizio è un’utopia

Il dipartimento Urbanistica è nel caos totale: così la lotta al sacco edilizio è un’utopia

Il dipartimento Urbanistica è nel caos totale: così la lotta al sacco edilizio è un’utopia

lunedì 08 Novembre 2010 - 14:32

Il consigliere comunale Guerrera (Udc) analizza le difficoltà degli uffici: «Inutile che il sindaco chieda di passare dai 120 giorni attuali a 240 per il silenzio assenso: serve altro»

Silenzio assenso dopo 120 giorni come prevede oggi la legge o dopo 240 giorni come prevede il disegno di legge presentato all’Ars dal sindaco Giuseppe Buzzanca? Il tema non è certo irrilevante, visto che proprio col silenzio assenso sono passati la maggior parte dei progetti urbanistici della nostra città, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ma secondo il cosnigliere comunale dell’Udc Domenico Guerrera il vero problema è un altro, siano 120 o 240 i giorni per il silenzio assenso: l’organizzazione degli uffici. «Non sono i pannicelli caldi – afferma Guerrera – che risolvono le gravi malattie del pianeta urbanistica della nostra città, dove gli uffici non sono in grado di garantire un normale servizio ai cittadini e i ritardi sono ormai cronici. Il tutto nonostante gli sforzi degli attuali dirigenti, che pagano lo scotto di un arretrato da fare paura e, di una struttura non adeguata, per la quale l’Amministrazione non spende un centesimo per informatizzare il servizio e a tutt’oggi si devono “spulciare” manualmente i registri per trovare le pratiche normalmente accatastate in ogni angolo degli uffici, in barba alla privacy».

Guerrra fa riferimento ad alcune precise situazioni. Il dipartimento, ad esempio, non assegna le pratiche ex art. 13 agli istruttori tecnici, per carenza di personale, anche quando la pratica si riferisce al cambio di destinazione d’uso senza esecuzione di opere, per la quale l’utenza deve solo pagare gli oneri concessori o l’eventuale oblazione che automaticamente va ad impinguare le casse comunali. O ancora, non riesce a completare le pratiche di sanatoria i cui fascicoli per il 50 per cento (circa 7 mila pratiche) sono fuori sede, in mano a tecnici esterni, che in alcuni casi non sono rintracciabili o che non manifestano alcun interesse alla definizione delle pratiche, nominati dall’amministrazione comunale nel 2006, con contratti ampiamente scaduti, per le quali l’Amministrazione non ha richiesto la restituzione, con grave nocumento alla regolare definizione delle stesse, che non risultavano né in modo cartaceo né in modo telematico negli archivi del Dipartimento. C’è di più: il dipartimento Urbanistica del Comune ultimamente è stato dotato di personale tecnico proveniente dal altri dipartimenti, senza preventiva formazione in materia urbanistica, quindi di scarsa o nulla utilità alla struttura, mentre professionalità con specifica preparazione in materia presenti nel dipartimento sono stati trasferiti in altre sedi «e di questo – afferma Guerrera – dovrebbe rispondere chi ha la delega politica al personale». Cioè il sindaco Buzzanca stesso.

Tutto ciò comporta diverse conseguenze. Tra queste, il fatto che a distanza di otto anni dall’approvazione del Piano regolatore, non è stato ancora approntato alcun Piano particolareggiato previsto dallo strumento urbanistico, a salvaguardia dei centri storici. Inoltre, spiega Guerrera, gli uffici «non hanno ottemperato ad una chiara delibera del consiglio comunale, che prevedeva l’inserimento della figura professionale del geologo all’interno della Commissione edilizia comunale», senza contare che nonostante una delibera comunale stabilisca il pagamento da parte dell’utenza di una tariffa, da assegnare come incentivo per la produttività, «il personale non ha percepito alcun compenso, per cui in molti si sentono demotivati dalla scarsa attenzione da parte dell’Amministrazione».

C’è poi la vicenda della delibera proposta dal dirigente Carmelo Famà e dall’assessore all’Urbanistica Pippo Corvaja con la quale, in sintesi, si stabilisce che per il rilascio della concessione edilizia è propedeutico il rilascio dei nulla osta da parte dei dipartimenti urbanizzazione primaria e secondaria, indagini geognostiche, arredo urbano, protezione civile, viabilità e mobilità, pianificazione ed attività edilizi. «Una delibera – afferma Guerrera – il cui contenuto è condivisibile, anche se sarebbe stato opportuno un confronto politico in aula consiliare, competente in materia di pianificazione urbanistica, ma che non concordata preventivamente con i dipartimenti preposti alla formulazione dei pareri vincolanti alla realizzazione degli insediamenti abitativi, sta creando parecchi corti circuiti, che aggravano il precario equilibrio degli uffici». Alcuni dipartimenti, infatti, si dichiarano incompetenti per il rilascio di certi pareri, altri non sono preparati ad ulteriori carichi di lavoro. Così Guerrera, che in consiglio comunale presiede la commissione Urbanistica, chiede ancora una volta che si provveda «a strutturare il dipartimento secondo le reali esigenze e, a dare ai cittadini e agli operatori del settore edilizio risposte, siano esse positive o negative, in tempi accettabili senza aggiungere caos a quello già esistente. Se l’Amministrazione non ha le capacità di dare una svolta positiva al settore Urbanistica, vorrei suggerire al signor sindaco, nella sua qualità di deputato regionale, di proporre l’abrogazione di tutta la legge regionale n. 17 del 1994, che certamente danneggerà i privati, ma consentirà alle Amministrazioni di valutare i vari interventi edilizi con attenzione. Delle due l’una, o si rende efficiente il servizio manifestando attenzione al settore edile, attenzione concretizzata nella stessa legge regionale 17 del ‘94 che spronava le Amministrazioni a valutare il progetto entro 120 giorni, con il silenzio-assenso che doveva rappresentare una eccezione, non certo una regola come capita dalle nostre parti o, si penalizza in intero settore non avendo alcuna capacità di valutare gli atti entro 120 giorni o 240 giorni, che nella sostanza non cambia molto, considerando che alcuni progetti “giacciono” neo meandri del dipartimento da oltre tre anni senza alcun passaggio alla fase istruttoria, seppur in molti casi richiesta dai professionisti o dalle ditte proprietarie che non intendono avvalersi del silenzio-assenso».

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