Dissesto idrogeologico, un’interrogazione “bipartisan” anticipa il dibattito del Consiglio comunale: «Cosa sta facendo l’amministrazione?»

Dissesto idrogeologico, un’interrogazione “bipartisan” anticipa il dibattito del Consiglio comunale: «Cosa sta facendo l’amministrazione?»

Redazione

Dissesto idrogeologico, un’interrogazione “bipartisan” anticipa il dibattito del Consiglio comunale: «Cosa sta facendo l’amministrazione?»

mercoledì 18 Febbraio 2009 - 15:01

Cantello, Pergolizzi, Melazzo, Canfora, Carreri, Serra e Messina pongono una serie di quesiti al sindaco Buzzanca e all’assessore Romano. Isgrò annuncia l’arrivo di 300mila euro per Cumia

La città cade a pezzi. Non solo metaforicamente ma nel vero senso della parola. Non passa giorno che non giunga notizia di crolli, smottamenti, frane, strade dissestate, villaggi isolati. Un’emergenza continua della quale domani il consiglio comunale discuterà in una seduta dedicata proprio al dissesto idrogeologico e alla quale sono stati invitati gli assessori delegati, Fortunato Romano (Protezione Civile) e Pippo Isgrò (Manutenzioni). E mentre quest’ultimo annuncia l’arrivo da Palermo di ben 300mila euro solo per gli interventi da effettuare in quel di Cumia (uno dei villaggi più devastati dal maltempo), un’interrogazione “bipartisan” presentata stamani da alcuni consiglieri comunali all’assessore Romano e al sindaco Buzzanca anticipa gli argomenti di domani.

Ivano Cantello, Nello Pergolizzi, Giuseppe Melazzo, Claudio Canfora, Antonino Carreri, Salvatore Serra, Vincenzo Messina e Gaetano Gennaro ricordano che i compiti della Protezione Civile sono definiti dalla legge (la 225 del ’92 e la legge regionale n. 72 del ’93) e riguardano, in particolare, attività di previsione, prevenzione, soccorso, superamento dell’emergenza. «Sempre più spesso – affermano i consiglieri – i mass media riferiscono degli interventi della Protezione Civile, ma non sempre il cittadino ne individua con facilità l’identità. In realtà la Protezione Civile più che una struttura, è una -funzione- che oggi si definisce come un complesso di attività finalizzate alla sicurezza e alla tutela dei cittadini, dei beni e dell’ambiente colpiti da eventi o calamità (per fronteggiare i quali sono necessarie risorse finanziarie e umane straordinarie). Nel 1992 la legge formalizza il Servizio Nazionale della Protezione Civile come -un sistema integrato- ovvero un insieme di elementi o componenti che interagiscono tra loro e che costituiscono un unico insieme». Ed è proprio «l’integrazione l’elemento che caratterizza e il punto di forza della Protezione Civile italiana».

«Il territorio di Messina – prosegue l’interrogazione – è considerato uno dei più esposti al rischio sismico e, per l’estesa presenza di aree boschive, al rischio incendi. E’ presente anche il rischio idrogeologico e ambientale, industriale e in alcuni periodi dell’anno, le abbondanti piogge possono diventare una criticità per le persone che abitano in particolare nei centri collinari. La conoscenza dettagliata dei rischi permette la programmazione e la pianificazione di uno sviluppo sostenibile del territorio, garantisce la mitigazione del rischio in caso di calamità e rappresenta il miglior contributo che la Protezione Civile è chiamata ad esprimere rispetto alla -cultura della sicurezza-».

L’esempio pratico dei rischi e della condizione del territorio messinese lo abbiamo avuto sotto gli occhi nelle ultime settimane. «Nel mese di dicembre una serie di eventi meteo-climatici hanno devastato la città di Messina, che ancora sconta i mancati interventi di messa in sicurezza del territorio, vedi impianti di pubblica illuminazione, reti elettriche etc.. La nuova ondata di maltempo scatenatasi sulla Sicilia in questi ultimi giorni ha causato gravissimi danni in molti villaggi del comune di Messina rendendo ancor più pericolosa la situazione di emergenza purtroppo ancora non rientrata. Si rende assolutamente necessario un intervento senza esitazione della Regione Sicilia e del Governo Nazionale per la riparazione dei danni alle infrastrutture destinate ai pubblici servizi nonché per contribuire al ristoro dei danni subiti alle abitazioni, alle infrastrutture di privati ed imprese. Tra i danni accertati sono da annoverare movimenti franosi e cedimenti di costoni rocciosi in numerose parti dei territori interessati dalle piogge, in particolare nei villaggi collinari, e ulteriori danni sono stati accertati nei litorali costieri letteralmente devastati dalla furia del mare».

Un quadro poco rassicurante e, nonostante tutto, incompleto. «Quali e quanti danni – chiedono in consiglieri all’amministrazione – sono stati causati dal maltempo a tutt’oggi nei territori del Comune di Messina?». Ma i veri quesiti riguardano altro. Innanzitutto «quali iniziative l’amministrazione abbia posto in essere e, in particolare, se abbia già provveduto ad inoltrare al Governo Regionale e Nazionale la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale, quali interventi sono stati effettuati e quanti di questi sono stati autorizzati utilizzando il metodo della somma urgenza e gli importi previsti». E ancora, «quale somma si sta prevedendo di appostare in bilancio per l’anno 2009? E’ prevista ed è in essere una intensa attività di prevenzione? Sono state fatte indagini geognostiche e geomeccaniche laddove vi sono stati dissesti o c’è il rischio di dissesti? Si stanno studiando soluzioni per apporre vincoli di edificabilità assoluta sulle colline? Come è organizzato il dipartimento e quale è l’attuale organico della Protezione Civile e del parco mezzi a disposizione?». Tutti quesiti ai quali, chissà, domani l’assessore Romano potrebbe fornire le prime risposte.

(nelle foto di Dino Sturiale: strade dissestata a Gesso e smottamento a Poggio dei Pini; il consigliere dell’Mpa Cantello)

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