I dissidi in casa Mpa viaggiano sul web. Lombardo sul suo blog: «Lo Monte intrattabile». La replica: «Mai quanto lui»

I dissidi in casa Mpa viaggiano sul web. Lombardo sul suo blog: «Lo Monte intrattabile». La replica: «Mai quanto lui»

I dissidi in casa Mpa viaggiano sul web. Lombardo sul suo blog: «Lo Monte intrattabile». La replica: «Mai quanto lui»

mercoledì 06 Aprile 2011 - 15:11

Lo scontro tra il presidente della Regione e il commissario provinciale a Messina del partito autonomista prosegue con un botta e risposta a distanza. Lombardo: «Veda di fare la sua parte alle prossime elezioni». Lo Monte: «Venga lui a fare le liste. Parla da “leader maximo”»

Un tempo dicevi Mpa, a Messina, e pensavi a Carmelo Lo Monte. L’uomo di Raffaele Lombardo in riva allo Stretto. Un tempo. Oggi la musica è cambiata, eccome. I toni polemici usati da Lo Monte nei confronti del governatore siciliano sono recentissimi e non lasciano spazio ad interpretazioni alternative: questa è rottura. Come la presa Lombardo? Per replicare s’è affidato al web e al suo blog. Come dire che i tempi in cui, nell’epoca dell’impero della Dc, le beghe si risolvevano nel chiuso di quattro mura, sono belli che finiti. «Ben venga – ha “postato” Lombardo ieri sul suo blog – un dissenso forte all’interno del Mpa. Sono nato e cresciuto in un partito in cui ci si confrontava e poi si votava, come è giusto che sia in democrazia. Le correnti no, ma il dissenso ha diritto ad essere alimentato e anche inventato se è il caso. Lo Monte veda di fare la sua parte, cominci ad organizzarsi e veda di non farci trovare impreparati per le amministrative di Capo d’Orlando, Patti e dei comuni dove si vota. Sono stato a Messina e ho avuto la sorpresa bellissima di una grande disponibilità della società messinese per un soggetto politico che deve essere ricostruito bandendo le ansie, i nervosismi, i piccoli ricatti ecc. che di certo non appartengono a Lo Monte, uomo generoso e coerente e coraggioso che però molto spesso entra in una fase di intrattabilità che non si addice ad un capo politico che invece deve dare il senso della continuità per rassicurare i militanti e i dirigenti politici e li faccia andare avanti a prescindere dai mille problemi quotidiani».

Bastone e carota, anche se la carota somiglia più ad un ulteriore bastone “camuffato”. Insomma, Lombardo mette spalle al muro Lo Monte: o ti mangi questa finestra… La controreplica del capogruppo dell’Mpa alla Camera non s’è fatta attendere: «Apprendo che nel suo blog il presidente Lombardo mi dedica un intero post. Sono lusingato da questa improvvisa attenzione nei miei confronti, anche se sono costretto a segnalare al “leader maximo” del mio partito alcune contraddizioni e alcune inesattezze che danno alla sua nota un retrogusto esasperatamente polemico e per alcuni aspetti persino paradossale. Lombardo, non so bene se con autoironia o colto da improvviso pentimento, dichiara di ritenere positivo il dissenso all’interno del Movimento per le Autonomie e ricorda che è giusto confrontarsi e poi votare: dichiarazione impegnativa per un leader che ha preso la decisione di sciogliere il suo partito senza convocare neppure un incontro. Credo, comunque, che abbia ragione. E’ sicuramente arrivato il momento di esplicitare il dissenso e di pretendere confronto e voto democratico in tutte le sedi di partito».

«Con chiarezza – sottolinea Lo Monte – intendo intanto replicare alle sue affermazioni nei miei confronti. Mi chiede di fare la mia parte. Io l’ho sempre fatta e sono stato per questo sempre penalizzato. In modo scientifico Lombardo ha isolato sistematicamente tutti quelli che, insieme con me, hanno costruito il partito e ha premiato e beneficiato “parvenus”, arrivisti e opportunisti, quando non ha semplicemente provveduto ad inviare proconsoli catanesi. Adesso dovrei occuparmi io di riorganizzare il partito e di non farlo trovare impreparato alle elezioni amministrative? Questo dovere compete a chi in questi anni ha distribuito gratifiche e prebende, gestito il potere e selezionato, di fatto, una classe dirigente raffazzonata e inadatta a gestire i momenti elettorali. I soldati non possono più organizzare l’esercito in attesa che il generalissimo nomini i colonnelli. Venga il presidente Lombardo a organizzare le liste, ovvero incarichi qualcuno dei suoi entusiasti neosostenitori, o ricorra al consolidato e un po’ sovietico metodo dei commissari politici. Quanto – prosegue Lo Monte – alla mia presunta intrattabilità (mai comunque paragonabile alla sua) che non si addice a un capo politico, non posso che ricordargli che i capi veri non si riconoscono nel momento nel quale distribuiscono sottogoverni e incarichi, bensì quando riescono a coagulare il consenso attorno a loro».

«Rassicuro, – conclude Lo Monte – in ogni modo, ancora una volta il presidente Lombardo: non intendo lasciare il Movimento per le Autonomie. Continuerò dall’interno e con rinnovato entusiasmo a combattere la mia battaglia per costruire in Italia un forte movimento meridionalista indipendente e senza padroni».

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